Legambiente: raddoppiati in 5 anni gli impianti di sci dismessi; in Valle d’Aosta si scende da 17 a 15
Il dossier Nevediversa 2025 di Legambiente, Una nuova montagna è possibile, fa il punto della situazione sullo sci negli anni della crisi climatica
Legambiente presenta il nuovo dossier Nevediversa 2025, Una nuova montagna è possibile, con un censimento aggiornato degli impianti sciistici.
L’analisi include impianti chiusi, semichiusi e quelli in difficoltà, un focus su Olimpiadi invernali, overtourism e turismo di lusso in montagna.
L’analisi di Legambiente
Dalle Alpi agli Appennini nevica sempre meno e gli impianti dismessi in alta quota sono 256, il doppio in cinque anni.
Nel 2020 se ne contavano 132.
Piemonte, Lombardia, Abruzzo e Veneto hanno il maggior numero di impianti non funzionanti, la Valle d’Aosta ne ha 15.
Aumentano anche i bacini di innevamento artificiale, in Italia ne sono stati mappati 165 tramite immagini satellitari che coprono una superficie totale di 1.896.317 mq.
In Valle d’Aosta ci sono 14 bacini. La loro superficie complessiva è di 871.832 mq.
La situazione in Valle d’Aosta
Tra i 265 impianti dismessi in Italia, 15 sono in Valle d’Aosta.
Stesso numero dello scorso, due in meno rispetto al 2023.
Nel rapporto di Legambiente il caso simbolo della Valle d’Aosta è a La Magdeleine dove, si legge nel dossier, sono «ancora presenti l’edificio della stazione di partenza e i sostegni della linea».
Si segnalano inoltre, come lo scorso anno, lo skilift di Challand-Saint-Anselme (730 m), quello di Ozein (1.400 m), la funivia e il tunnel di cemento di Cima del Furggen (2.400/3.600 m), lo skilift di La Magdeleine (1.660 m), 4 funivie e uno skilift a Breuil Cervinia (2.900 m) dove si prendono in esame i relitti delle stazioni dell funivie Plan Maison – Furggen e Cime Bianche Rosse – Plateau Rosà e di Cime Bianche Verdi.
Tra gli impianti smantellati e riutilizzati sono recensiti la seggiovia Orsia-Bedemie e quella di Tihe-Payel di Valsavarenche sulla quale si segnala «una buona bonifica dell’area».
Per la Valle d’Aosta si segnala un solo caso di accanimento terapeutico, come già lo scorso anno, quello della seggiovia e dello skilift del Col di Joux, a Saint-Vincent, dove l’attuale amministrazione ha stanziato 655 mila per la revisione degli impianti dopo due anni di stop.
Tra gli impianti un po’ chiusi e un po’ aperti la Valle d’Aosta compare con lo skilift di Ollomont, il Berio al centro di recenti polemiche.
Tra gli edifici fatiscenti sale a 6 quelli segnalati dal dossier: l’Hôel Busca Thedy di Gressoney-La-Trinité, il Gran Baita di Cervinia, il Bellevue di Champoluc, il Miravalle di Lignod, ad Ayas, l’ex Hôtel Fior di Roccia a Pont di Valsavarenche e lo scheletro di fabbricato nel comune di Fontainemore, una struttura in cemento armato costruita parzialmente negli anni ‘90.
L’innevamento artificiale
Le previsioni indicano inverni sempre più caldi, con un forte calo delle nevicate nei prossimi anni. Sulle Alpi, tra 1000 e 2000 metri, l’innevamento è diminuito del 71%, sugli Appennini, la riduzione arriva al 94%.
A quote più alte, tra 2000 e 3000 metri, il deficit è del 43% sulle Alpi e del 78% sugli Appennini.
Anche gennaio 2025 ha segnato un record, risultando il mese più caldo di sempre.
Per questo aumenta l’estensione dei bacini artificiali per l’innevamento programmato.
In Italia coprono una superficie totale di 1.896.317 mq.In Valle d’Aosta ci sono 14 bacini, +1 rispetto allo scorso anno con quello in costruzione a Champorcher. La loro superficie complessiva è di 871.832 mq.
Le buone pratiche
Non solo note dolenti. Sono cinque le buone pratiche che il dossier Nevediversa segnala per la Valle d’Aosta. Le stesse dello scorso anno:
- Il progetto Centro Valle dei comuni di Saint-Marcel, Fénis e Nus «che hanno fatto la scelta di promuovere i valori ambientali, culturali ed enogastronomici del proprio territorio».
- L’offerta turistica sostenibile invernale di Etroubles, Saint-Oyen e Saint-Rhémy-en-Bosses «con la pista di sci di fondo “Alta valle del Gran San Bernardo”, tre anelli gestiti in forma consortile dai tre Comuni attraversati dal percorso», lo snow park per bambini e i numerosi itinerari per racchette da neve e scialpinismo.
- Valpelline all season, il progetto dell’associazione NaturValp che cerca di privilegiare un rapporto diretto con il turista che permetta un corretto scambio di informazioni utile alle strutture e agli utenti.
- Il nuovo bando per l’eliski a Valgrisenche che cerca di far conciliare le attività di scialpinismo e di eliski, limitando aree, periodi e rotazioni.
- SkiAlp’Xperience, il contest di scialpinismo promosso da Matteo Alberti che incentiva le salite su itinerari più o meno conosciuti per scattarsi un selfie «per unire una forma sostenibile di approccio alla montagna e la diffusissima passione per i social media,il tutto in un contesto non competitivo».
Ripensare il turismo invernale
«Il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato e gennaio 2025 ha segnato un nuovo record come il mese più caldo di sempre» osserva Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente.
«Bisogna ripensare il turismo invernale in una chiave più sostenibile e al tempo stesso avviare percorsi di governance tra le istituzioni, le comunità locali e le realtà territoriali replicando le buone pratiche di turismo dolce».
«Da qui bisogna partire se si vuole davvero voltare pagina nella consapevolezza che la crisi climatica sta ridisegnando il nostro rapporto con la montagna» conclude Bonardo.
Qui il dossier Nevediversa-2025
(ca.ca. di. ha.)