Omicidio Elena Raluca, Gabriel Falloni ha confessato il delitto
L'indagato, in carcere a Brissogne, ha ricostruito quanto avvenuto all'interno dell'appartamento al primo piano del condominio di viale dei Partigiani, ad Aosta
Gabriel Falloni ha confessato. E’ stato lui a togliere la vita a Elena Raluca Serban, la 32enne di origini romene trovata uccisa nel bagno del suo appartamento di viale dei Partigiani, ad Aosta.
Falloni, classe 1985 e sospettato numero 1 per l’omicidio, è stato sentito oggi – mercoledì 12 maggio – nel carcere di Brissogne dal procuratore di Aosta Paolo Fortuna e dai sostituti Luca Ceccanti e Manlio D’Ambrosi.
La notizia è confermata dal legale di Falloni, Marco Palmieri, del foro di Sassari. Nulla trapela invece dalla Procura della Repubblica di Aosta. Bocche cucite da parte degli inquirenti.
L’avvocato Palmieri, che era presente all’interrogatorio insieme al collega Davide Meloni del foro di Aosta, spiega: «Falloni ha fornito dettagli molto precisi. Siamo stati noi a chiedere di essere sentiti. La situazione era diventata e sta diventando drammatica anche per lui. Si era svuotato con noi difensori e ora ha deciso di farlo anche con i pm, senza aspettare ulteriori accertamenti».
Il racconto di Falloni
Interrogato per circa 2 ore e mezza, Falloni ha ricostruito quanto avvenuto la sera del 17 aprile scorso. Si era recato, come già avvenuto in passato, nell’appartamento di Elena Raluca Serban dopo averla contattata tramite un sito di appuntamenti online ed escort. I due si conoscevano. Anche se la giovane si era trasferita in Valle d’Aosta da pochissimo tempo.
All’interno dell’alloggio che la donna aveva in affitto da meno di un mese, però, la vittima e l’omicida avrebbero litigato e, all’apice di una collutazione, lui la avrebbe uccisa.
Falloni «ha raccontato tutti dettagli, partendo dalla spiegazione di come è nato il litigio – spiega l’avvocato Palmieri -. Lui ha riferito di essersi sentito mortificato dal fatto che lei lo aveva offeso» con una battuta a sfondo sessuale. «Lui ha reagito aggredendola e lei, ovviamente, ha provato a difendersi». Stando al racconto di Falloni, sarebbe stata proprio la 32enne ad afferrare il coltello; lui, però, sarebbe riuscito a disarmarla e a colpirla con un fendente alla gola. Forse dopo aver tentato di strangolarla.
I cellulari gettati in Dora e l’arma nell’immondizia
Poi l’omicida avrebbe cercato di ripulire la scena del crimine. Lenzuola utilizzate, arma del delitto e cellulari della vittima sarebbero quindi finiti in un borsone di proprietà della donna e, in questo modo, sarebbero stati asportati dall’appartamento.
Già nelle ore successive all’omicidio, poi, Falloni avrebbe distrutto i quattro telefoni della donna e li avrebbe gettati nella Dora Baltea. Lenzuola e arma del delitto, invece, sarebbero finiti dei bidoni dell’immondizia nei pressi della sua abitazione a Nus.
Ma non è tutto: Falloni avrebbe anche ammesso di essersi impossessato dei contanti presenti all’interno dell’appartamento di Elena Raluca. Soldi che avrebbe utilizzato in vari modi: «Ha pagato l’affitto, vari tassisti e ha anche dato diverse centinaia di euro a una Chiesa mentre era a Genova», spiega il suo legale.
La cattura
Indagato per omicidio volontario aggravato, il 35enne si trova in cella dal 21 aprile scorso. La Squadra mobile della Questura di Aosta era riuscita a individuarlo e catturarlo dopo tre giorni di ricerche tra Valle d’Aosta, Piemonte e Liguria.
Gli uomini guidati da Francesco Filograno avevano messo gli occhi su di lui già poche ore dopo il ritrovamento della salma di Elena Raluca. Falloni, però, aveva fatto perdere le sue tracce. Secondo quanto ricostruito dai detective aveva lasciato la Valle d’Aosta nella mattinata di domenica 18 aprile, quando i giornali avevano riportato la notizia del rinvenimento di un cadavere.
Dopo una fuga a Genova, però, il sospettato aveva deciso di rientrare in Valle d’Aosta con un taxi preso a Torino. Non sapeva che la Polizia lo stava aspettando con in mano l’ordinanza del giudice per le indagini preliminari che lo accusava di omicidio.
Chi è Falloni
Nato a Sassari il 27 novembre 1985, Falloni cresce a Sorso. In Sardegna, però, colleziona negli anni diversi precedenti penali e, forse anche per questo motivo, decide di cambiare aria. Qualche anno fa si stabilisce in Valle, prima a Courmayeur e poi a Nus.
Trova lavoro nel mondo dell’edilizia, anche se sul suo profilo Facebook sosteneva di lavorare per il Dipartimento nazionale Protezione civile; cosa non vera.
Sempre sui social scriveva nella sua presentazione: «Vivo la vita rispettando il mio prossimo ma non sempre ne guadagno del buono».
Nel 2014 era stato condannato dal Tribunale di Sassari a 4 anni di reclusione per aver tentato di violentare una ragazza di 22 anni e averla trattenuta con forza in una casa dove l’aveva attirata con un’offerta di lavoro.
Come riportato dalle cronache locali, nel 2012 era stato denunciato da due prostitute per averle picchiate e derubate dopo un rapporto sessuale.
(Federico Donato)