Omicidio Elena Raluca Serban, il gip: «elevatissimo pericolo di recidiva» per il presunto killer
L'indagato è Gabriel Falloni, finito in carcere mercoledì sera. Abitava a Nus e sui social scriveva: «Vivo la vita rispettando il mio prossimo ma non sempre ne guadagno del buono»
«Il pericolo di recidivanza è elevatissimo». E’ quanto scritto nero su bianco dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Aosta nell’ordinanza che ha fatto scattare l’arresto di Gabriel Falloni, il 35enne ritenuto dagli inquirenti l’assassino di Elena Raluca Serban. E’ indagato per omicidio aggravato.
Nelle 9 pagine di ordinanza, emessa su richiesta dei pm Luca Ceccanti e Manlio D’Ambrosi, il gip evidenzia come «l’indagato sia persona dedita alla commissione di gravi delitti contro la persona». Questo anche alle luce dei suoi precedenti penali per sequestro di persona, violenza sessuale, rapina e lesioni personali. Un quadro che «ne disvela la proclività (tendenza ndr) a delinquere».
Le esigenza cautelari
Anche per questo motivo, per il gip «sussistono in massimo grado le esigenze cautelari». In questo senso, prosegue l’ordinanza, «depongono le specifiche modalità e circostanze dei fatti, venendo in considerazione una condotta gravissima, della quale è allo stato ignoto il movente, che (..) appare chiara manifestazione della volontà di provocare la morte della persona offesa».
Secondo quanto accertato dal medico legale intervenuto domenica sulla scena del delitto, Elena Raluca Serban è stata uccisa nel tardo pomeriggio di sabato 17 aprile. La causa della morta: una profonda lacerazione nel lato sinistro della gola.
Il pericolo di fuga
Ma non è tutto: la misura cautelare, infatti, è scattata anche perché «sussiste il concreto e attuale pericolo di fuga». L’uomo abitava a Nus da tempo. Ma domenica scorsa, dopo la pubblicazione di alcune notizie sul ritrovamento di un cadavere, si era recato a Genova, per poi raggiungere Torino e – in taxi – ritornare in Valle d’Aosta; qui, però, lo attendevano gli uomini della Squadra mobile della Questura di Aosta.
Sul punto, sempre nell’ordinanza il gip precisa: «Si ritiene misura assolutamente indispensabile quella della custodia cautelare in carcere», in quanto quella dei domiciliari «quand’anche applicata unitamente a strumenti elettronici di controlli, non sarebbe oggettivamente idonea a impedire all’indagato di reiterare analoghe condotte, non potendo allo stato confidarsi nella spontanea osservanza delle prescrizioni cautelari e nella spontanea astensione dalla commissione di ulteriori reati, come si evince anche da una precedente condanna per evasione».
Chi è Falloni
Falloni nasce a Sorso (Sassari) il 27 novembre 1985. In Sardegna, però, colleziona negli anni diversi precedenti penali e, forse anche per questo motivo, decide di cambiare aria. Qualche anno fa, raggiunge la Valle d’Aosta e si stabilisce a Nus.
Lavorava senza troppa continuità nel mondo dell’edilizia, ma su internet sono reperibili annunci in cui si offre come badante per anziani o colf.
Sul suo profilo Facebook scriveva: «Vivo la vita rispettando il mio prossimo ma non sempre ne guadagno del buono».
Sempre sui social sosteneva di lavorare per il Dipartimento nazionale Protezione civile, ma gli inquirenti spiegano che in realtà non è così.
Nel 2014 era stato condannato dal Tribunale di Sassari a 4 anni di carcere per aver tentato di violentare una ragazza di 22 anni e averla trattenuta con la forza in una casa dove l’aveva attirata con un’offerta di lavoro.
Come riportano le cronache locali, era stato già arrestato nel 2013 per aver tentato di violentare una donna mentre contrattava la locazione di un alloggio, mentre nel 2012 era stato denunciato da due prostitute per averle picchiate e derubate dopo un rapporto sessuale.
Precedenti contatti con la vittima
Secondo quanto accertato dagli investigatori, già negli scorsi mesi aveva avuto sporadici contatti telefonici con la vittima. Alcune utenze in uso alla donna – ne aveva cinque – erano abbinati a siti per appuntamenti ed escort. Elena Raluca Serban era già stata in Valle d’Aosta in passato per brevi periodi, quindi è anche possibile che si fossero già visti.
Forse, solamente lui potrà spiegare agli inquirenti perché la conosceva e per quale motivo, quella domenica, avrebbe deciso che la vita della 32enne doveva finire con una coltellata in quel bagno.
(f.d.)