‘Una casa per me’: disabilità psichica e autonomia possono coabitare
E' in fase conclusiva il progetto della cooperativa L'Esprit à l'Envers che ha promosso la vita indipendente in un alloggio di due utenti, Salvatore e Davide.
‘Una casa per me’: disabilità psichica e autonomia possono coabitare.
E’ in fase di chiusura ‘Una casa per me’, il progetto ideato dalla cooperativa L’Esprit à l’Envers.
Il progetto è finanziato dalla Fondazione CRT ed è rivolto a persone con disabilità psichica.
Ieri, mercoledì, una tavola rotonda in streaming ha permesso di fare il punto del progetto.
Hanno partecipato la coordinatrice del progetto Ilenia Bozzuto, lo psicologo Stefano Rosset, il responsabile delle gestione territoriale della SC Psichiatria Anselmo Fosson, la psicologa del Ser.D Sonia Cid Y Bic e l’assistente sociale Francesca Giordani, moderati dalla giornalista Nathalie Grange.
Disabilità e autonomia: Una casa per me
Stefano Rosset, psicologo di “Una casa per me”, spiega l’importanza del progetto.
«Nato due anni fa, grazie alla partecipazione al bando “Vivo Meglio” indetto dalla fondazione CRT, che ci ha permesso di cofinanziare l’iniziativa legata al tentativo di vita indipendente di persone con una disabilità di tipo psichico.
Abbiamo optato per una soluzione intermedia, ovvero mettere a disposizione un alloggio in affitto e creare un nucleo di convivenza con il nostro supporto».
Individuata la casa, nel comune di Aosta, scelte le tre persone ritenute idonee è stata avviata la prima fase dell’iniziativa.
Gli utenti sono stati supportati dal team, per quanto riguarda il mantenimento dell’alloggio, la cura di sé e la parte economica.
La coordinatrice del progetto Ilenia Bozzuto
«Requisito fondamentale è stato proprio l’indipendenza economica – spiega Ilenia Bozzuto, coordinatrice del progetto.
Importante il ruolo dell’OSS, che si è occupata della cura delle persone ma che ha anche sostenuto gli utenti da un punto di vista comunicativo e relazionale, instaurando un rapporto di fiducia.
«L’alloggio assistito permette di creare rete con una presa in carico del paziente. Il progetto proseguirà con delle ore dedicate come sostegno agli alloggi assistiti – commentano Anselmo Fosson e Carmen Theodule, del Dipartimento di Salute Mentale dell’azienda Usl -.
L’avvio della fase conclusiva del progetto e i risultati ottenuti evidenziano l’importanza del lavoro di rete che permette di aiutare a 360 gradi l’utente».
Nonostante le criticità legate all’emergenza sanitaria, portiamo a casa un grande risultato che è quello di poter proseguire il progetto per tutto il 2021, grazie al supporto del Dipartimento di Sanità Mentale regionale.
Stiamo valutando nuovi inserimenti e abbiamo già attivato una seconda casa, sperando di portare avanti discorsi di questo tipo su tutto il territorio valdostano, per aiutare più persone possibili» – conclude Ilenia Bozzuto.
Davide e Salvatore (la terza persona è rimasta per pochissimo tempo all’interno della casa) hanno partecipato alle riprese di un video curato da William Novelli, centrato sulla loro esperienza e che può essere guardato sul sito della cooperativa L’Esprit à l’Envers oppure qui sotto.
(rossella scalise)