BCC valdostana, la Corte di Cassazione assolve Linty e Perron
L'ex presidente dell'istituto di credito valdostano era accusato di induzione indebita a dare o promettere utilità. Il suo sfogo: «tempi lunghi per un procedimento penale assurdo, cinque anni di serenità tolta a me e alla mia famiglia e ombre sulla mia immagine di uomo e professionista». Perron: «oggi si scrive la parola fine in modo inequivocabile, ma io ho pagato un prezzo personale e politico altissimo».
BCC valdostana, la Cassazione assolve l’ex presidente Marco Linty e l’ex consigliere regionale Ego Perron
«Il fatto non sussiste».
Con questa motivazione, ieri, mercoledì 13 gennaio, la Corte di Cassazione ha definitivamente assolto l’ex presidente dell’istituto di credito valdostano e l’ex consigliere regionale dall’accusa di ‘induzione indebita a dare o promettere utilità’.
Nel mese di luglio 2019, la Corte d’Appello di Torino aveva condannato Ego Perron a un anno e otto mesi di reclusione e Marco Linty a sei mesi (sospensione della pena).
Linty era accusato di essere stato indotto a stipulare un contratto d’affitto di locali – di proprietà dell’ex consigliere regionale Ego Perron – nei quali trasferire la filiale di Fénis della BCC valdostana in cambio del sostegno dello stesso Perron, alla candidatura del dottor Linty alle elezioni per il rinnovo del CdA della banca nella primavera 2015.
Un trasferimento di sede che mai avvenne.
Il commento della BCC valdostana
«Prendiamo atto con soddisfazione del dispositivo di assoluzione del dottor Marco Linty che testimonia, come già ribadito in questi anni, l’indipendenza dell’istituto bancario dalle influenze politiche – ha commentato il presidente della BCC valdostana Davide Adolfo Ferré -.
La BCC risponde unicamente agli organismi di vigilanza, BCE e Banca d’Italia e ai propri circa 10 mila soci che ne sono proprietari ed eleggono i propri rappresentanti in un’assemblea democratica e partecipata».
Il commento di Marco Linty
«Oggi è una giornata di grande gioia per me – ha commentato Marco Linty -. Ho creduto nella giustizia e con fiducia mi sono difeso fino all’ultimo grado per dimostrare la mia innocenza che finalmente è stata riconosciuta.
Devo tuttavia evidenziare i tempi troppo lunghi di questo assurdo procedimento penale, che ha richiesto più di 5 anni per arrivare a sentenza definitiva, togliendo a me e alla famiglia serenità e compromettendo la mia immagine di uomo e di professionista, totalmente dedito al buon andamento della banca che per sei anni ho avuto l’onore di presiedere.
Ringrazio gli avvocati che mi hanno assistito e tutte le persone che mi hanno sostenuto».
Soddisfatto dell’esito del process è il professor Enrico Grosso, difensore di Marco Linty: «Ho sempre creduto nell’innocenza del dottor Linty, nella sua specchiata onestà e irreprensibilità assoluta dei comportamenti da lui tenuti nell’esercizio di presidente della BCC Valdostana.
Dobbiamo attendere le motivazioni della sentenza per comprendere nel dettaglio le ragioni che hanno condotto la Cassazione a questo esito.
Una cosa pare già evidente dal dispositivo: l’annullamento senza rinvio di una doppia sentenza di merito di condanna ‘perchè il fatto non sussiste’, lascia intendere che secondo la Cassazione, fin dall’inizio mancavano i presupposti giuridici per la configurazione del reato contestato.
Non posso che rammaricarmi del fatto che ci siano voluti più di cinque anni e tre gradi di giudizio, per giungere a riconoscere quanto, in tutta evidenza, avrebbe dovuto essere chiaro sin da subito».
Il commento di Ego Perron
«La parola fine scritta ieri è inequivocabile, nessun rinvio; questa lunghissima parentesi si chiude con una piena assoluzione – commenta l’ex assessore ed ex consigliere regionale Ego Perron -.
Una vicenda lunga cinque anni per la quale ho pagato un prezzo altissimo, a livello personale e a livello politico.
Mi sono dimesso da assessore, sono decaduto da consigliere, ho avuto problemi al lavoro.
Nel 2018 non mi sono ricandidato; certo, avrei potuto farlo e in caso di elezione avrei rispettato la sospensione, ma ho fatto una scelta personale, non ricandidarmi, anche per rispettare il mio Movimento.
Tutto questo senza contare la sofferenza personale e la mancanza di serenità.
Sono stato per cinque anni sulle prime pagine sempre con il dito puntato contro e oggi non posso che essere soddisfatto.
Certo, il rammarico per questo iter lunghissimo rimane ma la sentenza della Cassazione dimostra che le sentenze di primo e secondo grado erano sbagliate.
Anche se con qualche momento di sconforto, ho sempre creduto nella giustizia, anche se ritengo che le motivazioni della prima sentenza siano state completamente sbagliate, enfatizzate.
Si era arrivati a dire che Linty era stato eletto grazie al mio sostegno, mentre egli fu eletto grazie al voto di 9800 soci. Ecco mi pare un po’ esagerato aver basato parte delle ipotesi d’accusa su questo dato».
L’Uv: «Profonda vicinanza a Perron»
Con una nota, anche l’Uv commenta la sentenza: «Il Comité apprende con favore la decisione della Corte di Cassazione di annullare, senza rinvio,“perché il fatto non sussiste” la sentenza della Corte d’appello di Torino che nel 2019 condannò l’ex assessore alle Finanze della Regione Valle d’Aosta Ego Perron e l’ex presidente della Bcc Valdostana Marco Linty» ed «esprime soddisfazione per il lavoro svolto dalla magistratura e ricorda che i processi si fanno in aula. Sottolinea come spesso i tempi giudiziari possano avere delle ripercussioni sulla vita delle persone che difficilmente saranno recuperabili. Per questo manifesta profonda vicinanza all’ex Presidente dell’Union valdôtaine Ego Perron e ai dirigenti della BCC Valdostana Marco Linty, Martino Cossard risultati estranei rispetto ad ogni addebito»
Nella foto in alto, il commercialista Marco Linty, ex presidente della BCC valdostana per sei anni.
(re.aostanews.it)