Dl Sicurezza, Lanièce si astiene e Adu commenta: «Ennesimo occhiolino a Salvini e Manfrin»
Per Adu un goffo ricatto nei confronti del Governo centrale del senatore valdostano
Dl Sicurezza, Lanièce si astiene e Adu commenta: «Ennesimo occhiolino a Salvini e Manfrin».
Lanièce, astensione è segnale
Il senatore valdostano Albert Lanièce si astiene sul decreto legge sicurezza che riforma i decreti Salvini motivando: «È necessario dare un segnale dell’importanza di leale collaborazione tra Istituzioni, perché ora la montagna e l’autonomia della Valle d’Aosta non hanno la giusta considerazione». Di mezzo la decisione del Consiglio dei ministri di impugnare la legge regionale della Valle d’Aosta 11 del 9 dicembre 2020, che consente al presidente della Regione di regolare autonomamente, in deroga ai decreti nazionali, l’apertura, tra l’altro, di negozi, bar e ristoranti, la pratica sportiva e la libertà di movimento.
Adu, un goffo ricatto
Per Adu nulla a che vedere con la difesa dell’Autonomia, ma il tentativo di «un goffo ricatto nei confronti del Governo centrale. Non è un segnale a Roma, ma l’ennesimo occhiolino a Salvini e Manfrin. L’eliminazione – in realtà, un primo timido miglioramento – dei razzisti e realmente liberticidi decreti Salvini era un atto dovuto, nei confronti della Costituzione e dei Diritti umani. Il nazionalismo è l’ultimo rifugio delle canaglie, se poi è “micro nazionalismo” è ancora più misera cosa».
Montagnani messo all’angolo
Fa notare Adu: «Se proprio il Governo regionale voleva copiare il Sud Tirolo, doveva farlo fino in fondo, copiando anche la loro Expertenkommission: commissione esclusivamente tecnica che consente al Presidente altoatesino di monitorare la situazione e modificare la regolamentazione delle attività, sulla base dell’andamento dell’epidemia. Voi, invece, ormai subordinati alla Lega, siete persino riusciti a eliminare dalla commissione il coordinatore regionale dell’emergenza, Luca Montagnani».
Rivendicare ristori
Prosegue nell’analisi il Movimento. «Sul piano economico, anziché inseguire improbabili riaperture, potevate immaginare il futuro,proponendo, ad esempio, una revisione del calendario delle festività (alla francese, redistribuendo le vacanze scolastiche estive anche in inverno) e rivendicando, subito, dei ristori certi e immediati. La decisione del TAR VdA di non sospendere l’ordinanza valdostana è stata realmente opportuna, perché diversamente si sarebbe ripristinata la più ampia e liberale disciplina dettata dalla legge regionale, creando una confusione assoluta e aumentando i rischi per la salute pubblica».
Conclude: «Nel frattempo, la legge anti Dpcm – o meglio “gnanca bun” – valdostana è stata impugnata dinanzi alla Corte Costituzionale, perché contraria ai principi costituzionali in materia di tutela della salute, di profilassi internazionale e di determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni da garantire su tutto il territorio nazionale. In tempi di crisi, serve leale collaborazione e non un’eterna campagna elettorale.
Vorremmo vedere, da parte del Governo regionale, una maggiore determinazione nel chiedere un sostegno al reddito – anche attraverso la patrimoniale – per i lavoratori colpiti dalla crisi, anziché questa inutile propaganda».
(re.aostanews.it)