‘Ndrangheta: sciolto per infiltrazioni mafiose il Comune di Saint-Pierre
Lo ha deciso oggi il Consiglio dei ministri su proposta del ministro dell'Interno Luciana Lamorgese
‘Ndrangheta: sciolto per infiltrazioni mafiose il Comune di Saint-Pierre.
Lo ha deciso oggi, giovedì 6 febbraio, il Consiglio dei ministri su proposta del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese. Ora, manca solo il decreto del presidente della Repubblica.
Un’altra pagina buia per la Valle d’Aosta. Per la prima volta nella storia, un comune valdostano è stato commissariato in quanto ritenuto infiltrato dalla mafia calabrese.
Il commento del sindaco
«Sono profondamente deluso e amareggiato da questa vicenda – commenta il sindaco Paolo Lavy -. Per il momento non ho altro da dire. Aspetto di leggere il decreto».
La vicenda
Il comune di Saint-Pierre era finito nelle carte dell’inchiesta Geenna della DDA di Torino, in particolare a causa dell’arresto dell’ormai ex assessore alle Finanze Monica Carcea; imputata di concorso esterno in associazione mafiosa, Carcea si trova ai domiciliari (dopo alcuni mesi trascorsi in cella). Non solo: il pm Valerio Longi e Stefano Castellani avevano acceso i fari sia sulle elezioni comunali del 2015, sia su alcuni appalti e affidamenti del comune.
Secondo gli investigatori, alcuni esponenti del presunto Locale ‘ndranghetista attivo in Valle d’Aosta si sarebbero attivati per sostenere l’elezione di Carcea nel Consiglio comunale.
Proprio a seguito dell’operazione anti-‘ndrangheta andata in scena il 23 gennaio scorso, nel comune di Saint-Pierre (così come in quello di Aosta) si era insediata una commissione d’accesso ispettivo antimafia, la quale aveva scandagliato l’attività del comune. Dopo sei mesi di verifiche e controlli, il viceprefetto Flavia Brunella, il funzionario Guglielmo Palma della Prefettura di Torino e il tenente colonnello Giuseppe Fugacci del Comando provinciale della Guardia di finanza di Torino avevano inviato la relazione al prefetto.
Dopo una riunione del Cosp, da cui era emersa la criticità della situazione del comune della Grand Paradis, le carte sono finite sulla scrivania del ministro dell’Interno.
Nel comune si insedieranno tre commissari, che si occuperanno di amministrare l’ente pubblico per un periodo che va dai 12 mesi ai 18 (prorogabili di un massimo di 24 mesi in casi eccezionali).
Dal 1991, sono stati emanati nel complesso 546 decreti di scioglimento di enti pubblici, dei quali 205 di proroga di precedenti provvedimenti.
Nel 2019, sono stati sciolti per mafia 21 comuni (tra cui quello di San Giorgio Morgeto, finito nelle carte di Geenna), mentre nel 2020 il primo comune “colpito” dall’articolo 143 del Tuel è stato quello di Scorrano (Lecce). Saint-Pierre, dunque, è il secondo.
Cosa significa “scioglimento”
Nel 1991, fu introdotta nell’ordinamento italiano con un decreto legge (oggi abrogato) la possibilità di procedere con lo scioglimento delle amministrazioni locali in presenza di infiltrazioni e/o condizionamenti mafiosi. A disciplinare la procedura, oggi, è il Tuel.
Al termine di un complesso iter di controllo e verifica, un ente locale viene raggiunto da un provvedimento preventivo e di carattere straordinario, che ha come diretti destinatari gli organi elettivi.
Lo scioglimento è disposto con decreto del presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, al termine di un complesso procedimento di accertamento, effettuato dal prefetto (che in Valle d’Aosta è il presidente della Regione) attraverso una commissione di indagine nominata ad hoc.
Come stabilito dal Testo unico degli Enti Locali, per procedere con lo scioglimento di un ente è necessario accertare l’esistenza di elementi «concreti, univoci e rilevanti» su collegamenti con la mafia o su «forme di condizionamento degli stessi (amministratori, quindi sindaco, consiglieri, assessori..ndr)», tali da determinare «un’alterazione del procedimento di formazione della volontà degli organi elettivi e amministrativi e da compromettere il buon andamento o l’imparzialità delle amministrazioni comunali e provinciali».
Non è dunque necessario che siano stati commessi reati o fatti perseguibili penalmente. Su questa eventualità, tuttavia, la Procura della Repubblica di Aosta (guidata da Paolo Fortuna) e quella della Corte dei conti (con il procuratore Massimiliano Atelli) sono al lavoro sulle carte prodotte dalle commissioni che hanno operato ad Aosta e Saint-Pierre.
(f.d.)