Macellaio aggredito, consulente del pm: «Tracce ematiche da proiezione sugli abiti di Lale Demoz»
La discussione del processo è fissata per il 3 marzo.
Le tracce ematiche rinvenute sugli abiti di Camillo Lale Demoz sarebbero da proiezione e non da contatto. È quanto emerso dalla relazione del consulente della Procura della Repubblica di Aosta Paolo Garofano.
Oggi, giovedì 6 febbraio, al terzo piano del Tribunale di Aosta, è andata in scena la seconda udienza relativa al processo (rito abbreviato) sul tentato omicidio del macellaio di Charvensod, Olindo Ferré. Alla sbarra vi è l’impresario Camillo Lale Demoz; secondo al Procura (pm Eugenia Menichetti) sarebbe stato lui a colpire Ferré alla testa con il manico di una zappa.
Nella scorsa udienza, il consulente della difesa Marzio Capra, aveva spiegato: «Le evidenze rinvenute sui vestiti non erano di natura ematica e questo dato contrasta con le evidenza riportate dalla Polizia scientifica. Tracce ce ne sono solo sul fondo dei pantaloni e sulle scarpe, ma non puoi non avere niente sulla parte superiore, cioè quella con cui dovresti aver brandito l’oggetto».
Secondo Capra, dunque, Lale Demoz sarebbe arrivato in un momento successivo rispetto all’aggressione.
La discussione del processo è fissata per il 3 marzo.
(f.d.)