Courmayeur, il sindaco Miserocchi: «Per Csc, nuovo CdA in tempi brevissimi»
Breve bagarre in aula riguardo alle dimissioni del Consiglio di amministrazione guidato da Andrea Farinet.
Solo la campanella – cioè i tempi e le modalità di intervento stabiliti dal Regolamento comunale – salva il Consiglio di Courmayeur da una serata di polemiche. Su richiesta della minoranza («ma lo avrei fatto comunque») il sindaco Stefano Miserocchi ha portato in aula l’Affaire Csc, che lunedì è stato travolto dall’ennesima tegola con le dimissioni in blocco del CdA.
Nelle sue comunicazioni, il primo cittadino ha ricostruito la vicenda: «Io sono stato contattato lunedì mattina dal presidente Farinet che mi ha comunicato la sua totale impossibilità di procedere per gravissimi problemi familiari. Contestualmente a questa sua scelta, anche gli altri due membri si erano dimessi per vicinanza nei suoi confronti e perché facevano parte di un team con il presidente».
«Non avevo ricevuto comunicazioni prima. Solo una comunicazione telefonica e verbale alle 8 di mattina di lunedì – precisa Miserocchi -. Successivamente, è stata convocata urgentemente l’assemblea straordinaria insieme ai sindaci. In quella sede ho saputo che le dimissioni erano state protocollate (dal collegio dei sindaci, non dal Comune ndr) sabato 23. Per me è stato un fulmine a ciel sereno».
Attualmente, dunque, il Csc è guidato dal collegio dei sindaci per l’amministrazione ordinaria. «Ovviamente i tempi con cui si ricostituirà il nuovo Cda saranno brevissimi – aggiunge il sindaco -, è già stata avviata la ricerca di profili idonei per la costituzione del nuovo Cda. Ci vorranno al massimo pochi giorni, o qualche settimana».
Subito all’attacco il consigliere di minoranza Massimo Sottile: «La situazione è peggio di come la immaginavo. Non sta né in cielo né in terra che il presidente di un Cda nominato dal sindaco si dimetta e non lo faccia sapere a sindaco. Questo significa zero credibilità del sindaco. Secondo me, se ha nominato Farinet, questi nomi arrivano da altre parti, non da lei o dalla giunta».
Continua: «Come fa a dire che non c’è problema di governance? L’azienda è in ginocchio nei fatti, in ciò che produce. Cerca di fare la normale amministrazione. Noi affidiamo diversi milioni di euro a una società che, da due anni, è allo sbando totale. Avete cacciato qualcuno per cambiare e poi che succede? Avete parlato con i fornitori di Csc? Sapete cosa dicono quando non arrivano le fatture pagate? Il Csc è il braccio operativo del turismo e l’assessore non sa nulla?».
Per il gruppo di minoranza, «è assurdo voler amministrare il Csc con un Cda composto da tre persone. L’amministratore unico era più agile. Comunque, se uno si dimette, gli altri possono continuare».
Ancora: «Io mi chiedo se gli obiettivi stabiliti erano condivisi fino in fondo con il Cda. Sapevano quali responsabilità avevano? Mi sembra strano che se lascia uno se ne vanno anche gli altri. Ma voi continuerete a volere un Cd?».
È quindi il consigliere Alberto Vaglio a chiedere la parola, ma scatta il battibecco con il sindaco. Vaglio, che ha lasciato da tempo la maggioranza ma che non è entrato nel gruppo di minoranza, secondo quanto riferito dal sindaco (regolamento e statuto alla mano) non avrebbe avuto diritto di intervenire nelle comunicazioni perché non fa parte di nessun gruppo; è infatti concesso un solo intervento per gruppo consiliare.
Dopo uno scambio di battute, i lavori si sono conclusi con l’intervento di Vaglio: «Allora non faccio l’intervento. Dico solo che non mi interessa più il regolamento perché lei (il sindaco ndr) lo sta calpestando». Annunciando alcune iniziative sul punto, il consigliere aggiunge: «Chiedo le sue dimissioni per solidarietà al Cda perché è uno scandalo».
L’ultima parola – a microfoni accessi – è del sindaco: «Io, invece, vado avanti».
Il 17 dicembre, si terrà l’assemblea tra il Comune e i sindaci di Csc.
In foto (d’archivio) il Consiglio comunale riunito.
(f.d.)