‘Ndrangheta, nuovi arresti nella “locale” di Aosta
I Carabinieri hanno dato esecuzione a 13 misure cautelari disposte dal Tribunale di Reggio Calabria
Si chiama “Altanum” l’operazione condotta dai Carabinieri questa mattina, mercoledì 17 luglio, contro la ‘ndrangheta in Valle d’Aosta, Emilia e Calabria.
Sono finiti in carcere: Giuseppe Facchinieri (nato a Cittanova, il 02.02.1960), Giuseppe Chemi (nato a Taurianova (RC), il 10.03.1960), Roberto Raffa (nato a Taurianova (RC), il 06.12.1975), Vincenzo Facchinieri (nato a Cittanova, il 09.01.1967), Giuseppe Facchineri (nato a Cittanova, il 16.05.1970), Michele Raso (nato a San Giorgio Morgeto, il 17.06.1962), Vincenzo Raso (nato a San Giorgio Morgeto (RC), il 13.01.1953), Giorgio Raffa (nato a San Giorgio Morgeto, il 19.04.1970), Vincenzo Raffa (nato a San Giorgio Morgeto, il 04.11.1976), Tommaso Fazari (nato a San Giorgio Morgeto, il 12.08.1960), Giuliano Sorbara (nato a San Giorgio Morgeto, il 14.04.1973), Raffaele Sorbara (nato a San Giorgio Morgeto, il 12.10.1969).
AGOSTINO Mario Gaetano (nato a Carpanzano, il 06.05.1944) è invece finito agli arresti domiciliari.
L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della Procura distrettuale diretta da Giovanni Bombardieri.
Le accuse
Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso (per il solo Giuseppe Facchineri, anche estorsione aggravata dal metodo mafioso), in qualità di appartenenti alla cosca “FACCHINERI” di Cittanova e alla locale di San Giorgio, organizzazioni di matrice ‘ndranghetistica riconducibili al mandamento tirrenico della provincia di Reggio Calabria.
L’attività investigativa è stata avviata dai carabinieri della Compagnia di Taurianova – coordinati dal procuratore aggiunto Calogero Gaetano Paci e dal sostituto procuratore Gianluca Gelso – a seguito delle risultanze dell’indagine “CRIMINE” che, nel 2010, avevano sancito l’esistenza, a San Giorgio Morgeto, di una locale con a capo Mario Gaetano Agostino, oggi 75enne. Sebbene assolto dall’accusa, il materiale acquisito nell’ambito di quel procedimento penale ha consentito ai Carabinieri di Taurianova di avviare una più specifica attività investigativa, volta a individuare i presunti appartenenti alla locale di San Giorgio e a comprovarne la loro attuale operatività.
La cosca Facchinieri, la locale di San Giorgio
Le indagini dell’Arma hanno consentito di documentare l’operatività della cosca “FACCHINERI” di Cittanova e della locale di San Giorgio, facendo luce sul ruolo ricoperto dai rispettivi sodali; da un lato, sotto l’egida di Giuseppe Facchineri (detto “il professore”), il fratello Vincenzo, Roberto Raffa (ritenuto dagli inquirenti basista in Valle d’Aosta e cognato dei Facchinieri), Giuseppe Chemi, Salvatore Facchineri e Giuseppe Facchineri (detto “scarpina”), che per conto della cosca si occupava anche di estorsioni nel territorio reggino. Dall’altro lato, invece, il vertice è Mario Gaetano Agostino. Della locale farebbero parte anche Michele e Vincenzo Raso, ritenuti dagli inquirenti un «punto di riferimento della locale in Valle d’Aosta». Non solo. Le manette sono scattate anche ai polsi di Raffaele e Giuliano Sorbara, nipoti di Agostino, dei fratelli Vincenzo e Giorgio Raffa (cognati dei Raso), e di Tommaso Fazari.
Durante la conferenza stampa di questa mattina a Reggio Calabria, gli inquirenti hanno evidenziato anche «il penetrante controllo del territorio esercitato dalle due cosche e i relativi interessi illeciti, con particolare riferimento agli appalti di lavori pubblici, ai tagli boschivi, alla compravendita dei terreni e all’assunzione dei lavoratori da parte delle locali aziende».
I legami con la Valle d’Aosta
In base a quanto emerso dall’inchiesta, le due consorterie criminali avrebbero delle proiezioni in Valle d’Aosta. Infatti, alcuni degli arrestati (Roberto Raffa, Vincenzo Raso e Vincenzo Raffa) sono residenti in Valle. L’attività investigativa ha consentito ai Carabinieri di documentare «la proiezione delle due consorterie nel territorio valdostano, ove risultano risiedere svariati soggetti originari di San Giorgio Morgeto, risultati collegati con alcuni degli odierni indagati», fanno sapere gli inquirenti.
I ruoli degli indagati nell’ambito della cosca Facchineri e della locale di San Giorgio e i rispettivi interessi illeciti sono emersi nell’ambito delle indagini scattate nel 2011, quando i due sodalizi erano determinati a mantenere il proprio predominio nel territorio di San Giorgio Morgeto. Proprio in questo clima teso sarebbe maturato l’omicidio di Salvatore Raso, esponente della locale di San Giorgio ucciso il 16 settembre 2011 in località Sant’Eusebio (San Giorgio Morgeto) con 10 colpi di “pallettoni”. In base alla ricostruzione degli inquirenti, alla base dell’agguato vi erano i contrasti generati dall’azione estorsiva promossa dai Facchineri nei confronti di due imprenditori operanti in Valle d’Aosta, ma originari di San Giorgio Morgeto. Per tale tentativo di estorsione, svolto mediante atti intimidatori e lettere minatorie, sono già stati condannati in via definitiva Giuseppe Facchineri “il professore”, Giuseppe Chemi e Roberto Raffa.
Altanum e Geenna
Gli esiti delle investigazioni condotte dai Carabinieri di Taurianova hanno consentito una più approfondita chiave di lettura della vicenda estorsiva, collocandola nel contesto mafioso poiché volta, da una parte, a far conseguire ai Facchineri l’illecito vantaggio economico dell’estorsione e, dall’altra, ad affermare il principio che, pur operando in altra regione d’Italia, le attività economiche condotte da soggetti originari del sangiorgese devono dare conto alla famiglia mafiosa predominante nell’area di provenienza, i Facchineri appunto.
In un comunicato stampa diffuso dalla Procura di Reggio Calabria si legge: «Nel delineare la rilevanza dei ruoli dei singoli indagati nell’ambito della locale di San Giorgio e le dinamiche interne al sodalizio, le indagini dell’Arma di Taurianova hanno permesso di evidenziare l’attualità dei collegamenti fra questi e alcuni affiliati alla locale di ‘ndrangheta operativa in Valle d’Aosta. Tale circostanza si salda coerentemente con i recenti esiti dell’indagine Geenna, svolta dal ROS e dai Carabinieri del Gruppo di Aosta coordinati dalla DDA di Torino, che ha portato nel gennaio scorso all’esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare a carico, fra gli altri, di 9 soggetti (alcuni dei quali originari di San Giorgio Morgeto) accusati di associazione mafiosa in quanto affiliati alla locale aostana».
(federico donato)