Vino, in un volume i 75 anni della storia e del ruolo dell’Aivv
Milano, 27 apr. (askanews) – Settantacinque anni di contributi alla crescita del settore vitivinicolo italiano confluiti in un libro che raccoglie la storia dell’Accademia italiana della vite e del vino (Aivv) nata nel 1949 a Siena. “Abbiamo la responsabilità di tramandare alle future generazioni la conoscenza e l’importanza dei valori anche culturali che il vino trasmette e non ultimo un senso ben individuato di felicità, così come ebbe a dire Leonardo da Vinci: ‘Da noi gli homini dovrebbero nascere più felici e gioiosi che altrove et però credo che molta felicità sia agli homini che nascono dove si trovano i vini buon’”, scrive nella prefazione il presidente emerito Antonio Calò.
L’Accademia venne istituita con il compito di contribuire al progresso della viticoltura e dell’enologia e di tutto il comparto vitivinicolo comprendendo, quindi, la valorizzazione e tutela delle produzioni; gli aspetti storici, economici e legislativi del settore; la tutela dell’ambiente, del territorio e della salute del consumatore. Scopi e obiettivi ancor oggi più che mai attuali alla luce delle sfide che il mondo del vino si trova ad affrontare. E, spiega il presidente Rosario Di Lorenzo, “per portare avanti la propria mission l’Accademia è da sempre impegnata a promuovere e a organizzare studi, ricerche, dibattiti e corsi di perfezionamento. Inoltre ha “istituito premi per lavori scientifici e attività benemerite che contribuiscono al progresso scientifico e tecnologico del comparto vitivinicolo”, oltre a “collaborare con istituzioni nazionali e Internazionali, promuovere la costituzione di gruppi di lavoro e di commissioni di studio, nonché diffondere i risultati della ricerca e delle attività Accademiche”.
L’Accademia conta oggi 554 membri nelle diverse categorie, lo statuto ne prevede un numero chiuso, ad eccezione degli Accademici Onorari. In 75 anni l’Aivv ha patrocinato innumerevoli convegni, incontri scientifici e tecnici e ha organizzato e svolto ben 340 tornate accademiche, di cui 17 all’estero.
Nel volume sui 75 anni di vita dell’Accademia sono riportate sette brevi ma esaustive relazioni di alto valore, che raggruppano e affrontano tematiche affini, il contributo culturale, scientifico e tecnico. Come infatti sottolinea Di Lorenzo “le associazioni sono capaci di garantire un reale pluralismo di opinioni, un confronto di idee libero da condizionamenti di qualsiasi natura e basato su evidenze e metodo scientifico ed in grado di contribuire, quindi, a individuare le linee di sviluppo di un sistema produttivo, in maniera indipendente e scevra da interessi e condizionamenti di parte”.
Il volume vede le prefazioni di Lamberto Frescobaldi, presidente Unione italiana vini e Massimo Vincenzini, presidente dell’Accademia dei Georgofili. Arricchiscono l’opera i contributi di Angelo Costacurta, “I vitigni ad uva da vino”; Oriana Silvestroni, “Le innovazioni delle tecniche colturali del vigneto”; Michele Borgo, “Le conoscenze delle ampelopatie”; Diego Tomasi, “Ambienti e paesaggi viticoli”; Vincenzo Gerbi, “Le conoscenze di Enologia e Microbiologia enologica”. Ci sono gli studi “L’Accademia e i vini rosati” di Angelo Costacurta, “Vino e salute” di Giovanni de Gaetano, Simona Costanzo, Augusto Di Castelnuovo. E “Alcune riflessioni di legislazione e cultura vitivinicola” a cura di Danilo Riponti, “Storia economica e politica della vitivinicoltura italiana” di Davide Gaeta e la “Storia regionale della vite e del vino in Italia” di Giusi Mainardi.