Dal Gambia a Hône, con la passione per i mirtilli
Amadou Baldeh vive tra Gressoney-Saint-Jean con la famiglia e Hône, dove segue le sue coltivazioni, senza dimenticare il mercato coperto di Aosta
Un caso di resilienza e integrazione perfetta quello di Amadou Baldeh, innamorato della Valle d’Aosta, del suo ambiente e dei valdostani, dei mirtilli e degli altri frutti piccoli, che sono diventati il suo core business, insieme al génépy, coltivato a Gressoney-La-Trinité, dove ha conosciuto la moglie Annalisa Angster, che gli ha dato una figlia, la piccola Camilla.
Adesso Amadou vive tra Gressoney-Saint-Jean con la famiglia e Hône dove segue le sue coltivazioni, senza dimenticare Aosta, nel cui mercato coperto di via Vevey ha il banchetto il martedì e il sabato.
Nuove serre per le fragole e un punto vendita a Hône
Tra le novità nella sua attività, ci sono le nuove serre per le fragole, il punto vendita in via Mario Colliard a Hône (inaugurato il 16 agosto 2024 e chiamato Maisacolì, come una località del suo paese natale, il Gambia) e il mirtillo americano blu tardivo, che arriva a fine agosto, invece che solo a fine luglio.
Il 50 per cento della produzione: il mirtillo
«Il frutto a cui sono più legato, che costituisce il 50 per cento della mia produzione, è il mirtillo», conferma Baldeh. «Uno dei miei primi lavori era per un’azienda di mirtilli ed è lì che è scoccata la scintilla. Per il resto ho fragole, ribes prugne, mele, more, verdure, patate e nocciole (ho piantato 60 piante piccole, che mi daranno reddito solo dal terzo anno).
Il génépy in parte lo vendo in bustine, in parte a distillatori che producono a nome mio».
In Valle d’Aosta dal 2016, in Italia dal 2011
La storia di Amadou in Valle d’Aosta è iniziata nel 2016, con lavoro e impegno nel 2020 è arrivato a coltivare il più grande campo di mirtilli della regione, è diventato nel 2022 socio di Campagna Amica di Coldiretti ed è passato dalla coltivazione alla trasformazione, producendo marmellate e creme dolci.
Arrivato in Italia a 27 anni nel 2011, dalla Libia dov’era per lavoro e che ha abbandonato quando la situazione è diventata pericolosa per la guerra civile, dopo un’esperienza in un’azienda agricola sul lago d’Orta dove ha appreso le basi, sostenuto dalla passione per l’agricoltura trasmessa dai genitori, approda in Valle d’Aosta, dapprima a Gressoney dove ha lavorato per un’azienda che curava aree verdi.
Il sogno dell’Europa
Amadou in Gambia aveva un doppio lavoro: in estate aiutava nei campi i genitori, agricoltori come la maggioranza della sua etnia, i Fula; in inverno viaggiava nei paesi limitrofi – Niger, Burkina Faso, Guinea, Mali e Senegal – per rifornirsi di merce da vendere nel negozio della zia. Parlando con le persone, sentiva raccontare dell’Europa, continente che non conosceva e che lo affascinava. Salito su un barcone, dopo 14 giorni, è sbarcato a Lampedusa e da lì in pullman è arrivato a Milano.
«Del mio lavoro mi piace il contatto con la natura e con le persone e non lo cambierei per nessun altro al mondo», conclude.
(elena rembado)