Calcio, addio a Giussy Farina, presidente del Vicenza e del Milan
Roma, 22 apr. (askanews) – Il calcio italiano dà l’addio a Giuseppe “Giussy” Farina, storico dirigente sportivo ed ex presidente di Vicenza e Milan, scomparso all’età di 91 anni. Farina è stato simbolo di un’epoca ormai perduta, quella dei presidenti passionali e spesso audaci nelle spese, figure carismatiche e centrali nella narrazione calcistica italiana.
Farina detiene un primato singolare: è stato l’imprenditore italiano con il maggior numero di club calcistici posseduti, ben 12 in circa 15 anni, tra cui, oltre a Vicenza e Milan, anche il Padova e altre squadre minori. Nato da una famiglia contadina, si laurea in Giurisprudenza all’Università di Padova prima di lanciarsi nel mondo dell’imprenditoria, coltivando parallelamente una crescente passione per il calcio.
Il suo ingresso nel Vicenza avviene inizialmente con una piccola quota azionaria, ma presto ne diventa presidente. La sua gestione culmina nella stagione 1977-1978, quando il club, da neopromosso, conquista un sorprendente secondo posto in Serie A, guidato da Paolo Rossi, stella emergente per cui Farina nutriva un’affezione unica. Celebre il suo rifiuto di cedere Rossi alla Juventus, che perse l’attaccante alle buste per circa due miliardi e mezzo di lire.
Nel 1982, Farina approda al Milan, in un momento critico: la squadra era appena retrocessa in Serie B. Malgrado le difficoltà, richiama Nils Liedholm in panchina e prova a rilanciare il club. Porta con sé Paolo Rossi, ma il rendimento del campione del mondo non è più lo stesso. Acquista anche gli inglesi Wilkins e Hateley, che contribuiranno a una parziale rinascita della squadra, oltre al meno fortunato Luther Blisset.
La parabola milanista di Farina termina tra fallimenti sportivi, l’eliminazione in Coppa Uefa per mano del Waregem e contestazioni violente dei tifosi. Pressato dalla crisi societaria, cede il Milan, ormai sull’orlo del fallimento, a Silvio Berlusconi, segnando la fine di un’epoca e l’inizio di una nuova era per il club.
Farina resta una figura centrale nella storia del calcio italiano: visionario, discusso, ma autentico rappresentante di un modo di intendere il calcio profondamente umano e appassionato.