Vino, debutta l’”Etichetta Nera 2024″ della Cantina spezzina Lvnae
Milano, 19 apr. (askanews) – Debutta sui mercati internazionali l’annata 2024 di “Etichetta Nera”, portabandiera dell’identità di Lvnae, Cantina della famiglia Bosoni e del genius loci dei Colli di Luni, al confine tra Liguria e Toscana. “Uscito per la prima volta nel 1992 – racconta Diego Bosoni – questo Vermentino è figlio di anni di studio, ricerche e osservazione e non ha mai smesso di esprimere nel calice tutta la passione e il profondo rispetto che nutriamo per questo territorio così unico e prezioso”.
“Etichetta Nera” nasce nei filari di Vermentino più alti dell’azienda, a circa 300 metri slm, nella zona dove la pendenza è più aspra e difficile. Qui il terreno è antico, ricco di scheletro, contraddistinto da differenti tipologie di pietre, con prevalenza di argilliti e macigno, estremamente drenanti. I filari devono strappare spazio al fianco della montagna inerpicandosi su strette terrazze mentre un microclima unico, caratterizzato dal perfetto binomio di esposizione e ventilazione, dà voce alle migliori espressioni qualitative del vitigno.
I grappoli, raccolti a mano, tra il 2 e il 16 settembre, sono stati portati nella cantina di Lvnae, un’architettura contemporanea, inaugurata nel 2023. “La nostra cantina è stata pensata per celebrare il rapporto tra terra e uomo, e per essere un omaggio al Vermentino e ai Colli di Luni” aggiunge Bosoni, spiegando che “è stata progettata sia per dare una dimora ai nostri vini ma anche con l’intento di avere spazi per la ricerca e l’esplorazione di nuovi progetti enologici e, non ultimo, per creare bellezza con il nostro lavoro e produrre vino con un approccio che unisca logica e sensibilità, gesti concreti ed energie sottili”.
Oltre che nel canale horeca, la nuova annata si può degustare anche nella Cantina, nella nuova “Ostaia Ca’ Lvnae”, uno spazio aperto a pranzo e merenda con lo chef Matteo Domenichini.
L’azienda di Castelnuovo Magra (La Spezia) conta oggi su 65 ettari di vigneti di proprietà e su una rete di oltre 100 piccoli conferitori che costituiscono il tessuto del territorio. Il parco vitato, oltre al Vermentino, accoglie anche varietà tipiche come l’Albarola, il Vermentino Nero e la Pollera.