Affaire Cva, bocche cucite del Cda di Finaosta sull’audizione in IV Commissione
A riferire sono i consiglieri dell'opposizione. Si è parlato dei compensi riconosciuti ai manager del colosso idroelettrico valdostano, della volontà di cambiare metodologie per le nomine, di trasparenza, di piani industriali che sfuggono alla Finaosta ma anche all’azionista Regione
Affaire Cva, bocche cucite del Cda sull’audizione in IV Commissione. «Abbiamo risposto a tutte le domande in commissione e a tutto quello che è stato chiesto. Altro non posso dire» è il laconico commento del presidente di Finaosta, Marco Linty, all’uscita dall’audizione.
A riferire sono i consiglieri dell’opposizione. Si è parlato dei compensi riconosciuti ai manager del colosso idroelettrico valdostano, della volontà di cambiare metodologie per le nomine, di trasparenza, di piani industriali che sfuggono alla Finaosta ma anche all’azionista Regione.
Delle 29 pagine scritte dai vertici di Cva in risposta alla lettera-denuncia dell’ex presidente della finanziaria regionale Nicola Rosset non si è in buona sostanza parlato. Recapitata ai membri della Commissione nella mattinata di giovedì 17 e ai consiglieri regionale alle 8.50 di venerdì 18, è mancato il tempo per l’analisi della lettera.
Corsa in solitaria
«La situazione è estremamente preoccupante. Dall’audizione è emerso sostanzialmente che nei rapporti interlocutori tra la società idroelettrica e l’azionista, quest’ultimo non ha avuto mai i necessari flussi di informazioni per valutarne l’attività aziendale al di là di quello che si può leggere sui bilanci di esercizio approvati annualmente. In particolare il cda di Fianosta ha confermato che la società non ha mai consegnato il piano strategico». Insomma la Cva corre in solitaria? «Lo scenario che ne emergerebbe è questo» puntualizza il consigliere di Forza Italia Pierluigi Marquis.
Lo nega Cva nella sua lettera: «Bastava invitare in audizione il Cda di Cva presso il Cda di Finaosta. Nonostante la disponibilità più e più volte espressa in questo senso da Cva, ciò non avvenne mai. Nelle riunioni con la Giunta Regionale – si legge -, i Piani Strategici furono espressi con dovizia di particolari, per cui l’affermazione fatta (da Rosset ndr) appare del tutto infondata e gratuita».
Cambio di metodologie
«La Valle d’Aosta su certi dossier non può più affidarsi a politiche di ‘nos-atre’ (casalinghe ndr). Abbiamo bisogno di competenze esterne, di professionisti che portino risultati perché altrimenti la Valle d’Aosta rischia grosso. Parliamo di milioni e milioni di utili e di un dossier, quello in materia di acque, il più importante in assoluto. Noi come Lega diciamo che certe metodologie non vanno più bene. Bisogna cambiare e prendere atto che non si possono più nominare persone che potrebbero non rivelarsi all’altezza del compito». Lo ha sottolineato Simone Perron reduce dall’audizione .
Nuove regole di ingaggio
«In buona sostanza hanno confermato il percorso dell’ex presidente Nicola Rosset che aveva chiesto nel 2022 alcuni pareri legali per dirimere la questione degli emolumenti dai quali si evince che Finaosta non avrebbe potuto agire diversamente (si sarebbe rischiato un danno erariale con l’aumento dei compensi al cda di Cva scriveva Rosset nella sua lettera ndr). Martedì 22 aprile ci sarà un’assemblea di Cva nella quale verrà proposta una norma transitoria: la nomina per un solo anno per il cda, non più tre come è stato finora. L’elemento nuovo che è emerso, che non avrà effetti immediati ma in prospettiva, è che Finaosta ha manifestato la volontà di volersi affidare a una società esterna per l’ingaggio di manager che abbiamo i requisiti per guidare una società della portata di Cva. Sarà la Regione a scegliere nella rosa dei candidati proposti. Linty e colleghi hanno confermato di non avere mai visto i piani industriali di Cva» riferisce la consigliera di Pcp Chiara Minelli.
Regolamentazioni interne a Cva
«Da parte mia c’è grande preoccupazione rispetto a un punto che è emerso: dopo l’uscita dal perimetro della Madia nell’estate 2022 mi sarei aspettato la creazione di una serie di strumenti e misure per regolamentare il nuovo corso della Cva, invece c’è stato un vuoto. In realtà scopriamo che fino all’estate scorsa nulla è cambiato rispetto a prima. Parliamo di regolamentazioni interne, remunerazioni, nomine, conflitti di interesse» commenta Stefano Aggravi (RV).
(danila chenal)