Querelle Rosset-Cva: la società contrattacca con una lettera alla quarta commissione
Nelle 26 pagine fatte pervenire ai commissari e che hanno portato alla sospensione di oltre un'ora del consiglio regionale, la Cva giustifica il proprio operato ricordando i frenetici momenti del 2022
Altra puntata della querelle tra l’ex presidente di Finaosta, Nicola Rosset, e Cva, in merito agli stipendi (e non solo) della partecipata rossonera.
Dopo la lettera scritta da Rosset, che tante polemiche ha scatenato in consiglio regionale e tra le forze politiche, ecco arrivare un’altra missiva, questa volta della Compagnia Valdostana delle Acque, che ha fatto pervenire alla quarta commissione del Consiglio Valle (che venerdì audirà i vertici della società) 26 pagine di lettera in cui sono contenute le controdeduzioni.
Documento che, peraltro, ha portato alla sospensione per oltre un’ora del consiglio regionale.
La lettera di Cva
A riportare stralci della lettera di Cva è l’Ansa, che ricorda come i fatti in questione risalgano ai primi mesi del 2022.
«Rosset non aveva piena contezza rispetto alla complessità nella quale si muoveva Cva – viene riportato nella lettera dei vertici della Compagnia Valdostana delle Acque -. Cva, come le altre imprese del settore, era sottoposta a grandi tensioni finanziarie, dovendo anticipare depositi a garanzia delle operazioni di copertura per centinaia di milioni di euro».
Secondo quanto scritto nella lettera, tale complessità «non fu evidentemente colta da Rosset, nonostante il tema fosse stato ampiamente e dettagliatamente illustrato in occasione di un’audizione dei vertici e di alcuni manager di Cva presso il cda di Finaosta già il 27 gennaio 2022 – riporta ancora Ansa citando stralci delle missiva -. In quell’occasione, era stato fornito un quadro dettagliato delle scelte finanziarie definite e tese a mettere in sicurezza la società, ben prima dell’invasione dell’Ucraina».
Situazione che si è poi aggravata «con l’invasione dell’Ucraina del 24 febbraio 2022, con la definitiva interruzione dei flussi del gas russo e delle sanzioni internazionali collegate all’invasione – recita ancora la lettera -. Tra febbraio e agosto 2022, e a seguito di più ondate, il prezzo del gas raggiunse l’apice delle quotazioni storiche, con conseguenze drammatiche sul settore».
«Cva si era mossa saggiamente»
I vertici di Cva ricordano che «mentre altri competitor fallivano o erano costretti a chiedere finanziamenti in emergenza ai rispettivi governi nazionali, Cva si era mossa saggiamente e in anticipo con il sistema bancario, raccogliendo, sin dal mese di dicembre 2022, finanziamenti di medio termine per più di 800 milioni di euro, con i quali si contava di far fronte alla tempesta che poteva accadere (e accadde!) nei mesi successivi».
E queste mosse, a quanto pare, hanno messo al sicuro Cva.
«Come già spiegato al cda di Finaosta il 27 gennaio 2022, le scelte effettuate con larghissimo anticipo non solo hanno consentito di tenere in sicurezza la società, ma hanno consentito anche di trasformare una grave crisi in un’opportunità – recita ancora la lettera dei vertici della società -. Grazie a quelle operazioni è riuscita a produrre un grande valore economico per la società e per l’azionista, come dimostrato dai bilanci successivi. Paralizzare la società, con meccanismi di prorogatio, sarebbe stata l’ultima delle cose da fare».
Ecco quindi che Cva definisce «sconcertante l’atteggiamento di chi, di fronte a questo scenario oggettivamente drammatico, e che avrebbe potuto portare a conseguenze disastrose anche sul piano dei danni al valore di una partecipata pubblica, si limitava a guardare ad aspetti procedurali».
(al.bi.)