Geenna: «Non dimostrate condotte che rafforzano la consorteria»
Depositate le motivazioni dell'appello bis al termine del quale è stata assolta Monica Carcea
«Ritiene il collegio che pur emergendo plurimi elementi che destano inquietudine circa la “vicinanza” di Carcea alla consorteria criminale e ad alcuni esponenti di maggiore spicco» non è stato «dimostrato al di là di ogni ragionevole dubbio che abbia posto in essere condotte causalmente efficienti, secondo una valutazione ex post, a rafforzare la consorteria di stampo ‘ndranghetistico».
È quanto si legge nelle motivazioni dell’appello bis del processo Geenna, sulle infiltrazioni della ’ndrangheta in Valle d’Aosta. Il collegio, lo scorso 30 settembre, ha assolto Monica Carcea dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa.
Le motivazioni dell’appello bis di Geenna
Nelle scorse settimane sono state depositate le quasi 400 pagine di motivazioni a sostegno della sentenza, che ha visto anche le condanne per associazione mafiosa di Antonio Raso (8 anni) e a 6 anni e 8 mesi ciascuno di Alessandro Giachino e Nicola Prettico.
Il collegio giudicante ha abbracciato la tesi difensiva «per cui non risulta dimostrato» che l’appoggio elettorale «sia stato frutto di un accordo sinallagmatico in base al quale, a fronte della promessa di voti, la inesperta candidata si impegnava ad assicurare utilità alla consorteria mafiosa attraverso la propria attività all’interno dell’ente territoriale». Le risultanze, per i giudici «non paiono coerenti con una preventiva intesa tra candidata ed esponenti della locale di ‘ndrangheta per il procacciamento di voti».
Il servizio completo su Gazzetta Matin Weekend.
(t.p.)