Arrivano misure di prevenzione e ristori per i danni da fauna selvatica
La legge prevede contributi in de minimis per le misure di prevenzione dei danni causati da fauna non protetta e in esenzione, allunga i tempi per la registrazione delle Consorterie, prevede un apposito contributo per il Comitato venatorio pari al 50% della tassa versata dai cacciatori e mette in campo misure per la prevenzione
Arrivano misure di prevenzione e ristori a fondo perduto per i danni da fauna selvatica.
Con 19 voti a favore, quelli della maggioranza, e 16 astensioni (Lega VdA, RV, FI, Pcp, Gm) il Consiglio Valle ha approvato un disegno di legge in materia di aiuti regionali per la compensazione dei danni causati dalla fauna selvatica al patrimonio zootecnico e ittico e alle produzioni vegetali, nonché per l’adozione di misure di prevenzione.
La legge prevede contributi in de minimis per le misure di prevenzione dei danni causati da fauna non protetta e in esenzione, allunga i tempi per la registrazione delle Consorterie, prevede un apposito contributo per il Comitato venatorio pari al 50% della tassa versata dai cacciatori e mette in campo misure per la prevenzione.
Annunciate a breve le delibere attuative che daranno gambe alla normativa.
Gli indennizzi e le misure di prevenzione sono indirizzati alle piccole e medie imprese operanti sul territorio regionale nel settore della produzione agricola primaria e dell’acquacoltura.
Il dibattito in aula
«La legge mette ordine alla materia, ma dà solo risposte parziali agli allevatori, rinviando i criteri applicativi e la definizione di indennizzi e aiuti alla Giunta – ha sottolineato il vice capogruppo della Lega Vda, Erik Lavy -. La norma regionale concede contributi in de minimis (la cui soglia è stata portata dall’Ue da 25 a 50mila euro) per le misure di prevenzione dei danni causati da fauna non protetta e in esenzione per quelli causati da fauna protetta. La legge rimanda alla Giunta il compito di disciplinare una situazione che è molto complicata e variegata. Per la prevenzione contro gli attacchi dei lupi si utilizzerà una procedura, mentre, quella contro i cinghiali (che non sono specie protetta) se ne adotterà un’altra in regime di de minimis. Si dovranno poi definire nel dettaglio anche tutte le misure di prevenzione: recinti, cani da guardiania, sorveglianza dei pastori che spesso sono impossibili da attuare in Valle d’Aosta».
Il consigliere Dino Planaz (RV) ha accolto «favorevolmente la volontà di semplificare e accorpare delle norme molto complesse con l’obiettivo di mettere in campo delle misure per prevenire e compensare i danni causati dalla fauna selvatica. Tuttavia, pur a fronte di un testo di legge importante, che riconosce il principio del rimborso al cento per cento, siamo dubbiosi sui criteri applicativi che sono demandati all’approvazione da parte della Giunta. In questo provvedimento intravediamo delle criticità, in particolare sul significato di piccola azienda. Infatti, si prevede che chi ha meno di 10 capi non abbia diritto di fare domanda per le misure di prevenzione e quindi in caso di attacco non potrà essere risarcito. Secondo noi tutti devono avere la possibilità di essere risarciti».
La consigliera Chiara Minelli (PCP) ha parlato di «un disegno di legge che, in senso generale, è condivisibile perché mira a sostenere le attività agropastorali cercando un equilibrio con la tutela dell’ambiente. Non credo che il declassamento del lupo, da molti auspicato, sia la strada maestra da percorrere, lo dimostrano esperienze attuate in altri Paesi. È positivo il sostegno regionale alle misure di prevenzione. Ci lasciano perplesse invece la norma sul risarcimento alle attività agricole per danni derivanti da attività venatoria, dal momento che nella nostra regione non sono mai stati registrati. Si prevede poi un apposito contributo per il Comitato venatorio pari al 50% della tassa versata dai cacciatori. È anomalo prevedere che una tassa versata da una specifica categoria di cittadini venga restituita per svolgere azioni di tutela ambientale che dovrebbero essere fatte dalla Regione».
Il consigliere Christian Ganis (FI) ha ribadito «l’importanza di sostenere micro, piccole e medie imprese agricole sui danni causati da fauna selvatica su cui il nostro gruppo si è sempre battuto. Il tema del lupo e del mondo venatorio diventa oggi un argomento importante e centrale per tutti e pare aver risvegliato l’interesse di tanti schieramenti politici che fino ieri sono stati silenti. Noi, invece, abbiamo portato l’attenzione sulla questione fin dall’inizio e tante volte in quest’aula».
La replica
L’assessore all’Agricoltura, Marco Carrel, nella replica, ha evidenziato: «Dal punto di vista politico, oggi ci portiamo a casa la possibilità di uscire dal de minimis e andare in esenzione: un passaggio che ci è stato richiesto dalle associazioni di categoria quasi un anno fa. Non è un testo che risolve tutti i problemi, vi sono però delle azioni che stiamo mettendo in atto e che sono importanti per sostenere le aziende agricole e la loro attività. Riguardo al cinghiale, insieme ai cacciatori stiamo elaborando una serie di piani per limitare la sua presenza sul nostro territorio, per evitare danni anche in altri settori, nel caso ci fossero casi di peste suina africana in Valle. Stiamo lavorando poi ad un piano lupo regionale, che è in bozza».
L’assessore si è quindi assunto «l’impegno a portare la delibera attuativa entro il mese di aprile alle associazioni di categoria al fine di dare gambe a questo testo di legge, prevedendo dei tempi di pagamento più celeri rispetto a quanto previsto dalla norma stessa».
(re.aostanews.it)