Cer, ok alla convenzione tra Aosta e Mont Émilius: è il primo passo per la costituzione
Il documento coinvolge quindici comuni, oltre 67 mila cittadini e tre cabine primarie; la comunità energetica rinnovabile punta a combattere il cambiamento climatico e la povertà energetica
Quindici comuni coinvolti, per un totale di circa 67.200 residenti, con l’utilizzo di tre cabine primarie. Sono questi i contorni della Cer (comunità energetica rinnovabile), che si proverà a costituire e rientrante nella convenzione tra Unité Mont-Emilius, comune di Aosta e altri enti, approvata all’unanimità dal consiglio comunale del capoluogo.
Cer: arriva l’accelerazione
Questo, di fatto, darà una grande accelerazione all’obiettivo che piazza Chanoux si è posta nel corso della legislatura, prendendo spunto dalla mozione del 2022 de la Renaissance e dall’ordine del giorno promosso della maggioranza, risalente al giugno 2023.
La bozza di convenzione, in particolare, prevede il ruolo di capofila per l’Unité Mont-Emilius, con il coinvolgimento di un totale di quindici comuni: Brissogne, Charvensod, Fénis, Gressan, Jovençan, Nus, Pollein, Quart, Saint-Christophe, Saint-Marcel, Aosta, Sarre, Saint-Pierre, Aymavilles e Verrayes.
L’assessore: Cer, Aosta in prima fila
Ricorda un po’ l’iter che potrebbe portare alla costituzione della Cer l’assessore all’Ambiente di Aosta, Loris Sartore.
«Il Comune di Aosta è da tempo in prima fila per questo obiettivo – racconta Loris Sartore -, avendo cominciato a chiedere ai comuni della Plaine, e non solo, la disponibilità per arrivare alla costituzione di una Cer multicabina».
L’accordo, come detto, comprende 15 comuni, dove sono concentrati 67.200 abitanti, «oltre la metà della popolazione valdostana – sottolinea Sartore -. Qui, inoltre, ci sono molte attività artigianali, pmi e grandi superfici commerciali».
Cer: Unité Mont Emilius capofila
La palla passa da subito nelle mani dell’Unité des Communes Mont Emilius.
«Avrà il compito, insieme a una cabina di regia tecnico-amministrativa, di occuparsi dei passaggi successivi, a partire dallo studio di fattibilità per l’utilizzo delle tre cabine primarie – spiega ancora l’assessore -. Questo studio dovrà definire i contorni, dalle potenze installate a quelle installabili, per arrivare alla miglior forma giuridica da utilizzare per la costituzione della Cer».
Questo sarà solo il primo passo.
«Altro passaggio sarà l’accesso al contributo regionale (stanziati 800 mila euro dalla Giunta ndr.) – ricorda ancora Sartore -. Questo copre completamente le spese fino alla costituzione della comunità energetica, con contributi che arrivano a 50 mila euro per cabina primaria, laddove sia coinvoto tutto il territorio, come avviene in questo caso».
Cer per combattere la povertà energetica
L’assessore all’Ambiente ricorda anche le motivazioni alla base della scelta, a cominciare dal fatto che ricoprano un «passo importante verso la transizione energetica, consentendo di incrementare l’impiego di fonti energetiche rinnovabili e di ridurre le emissioni in atmosfera causa dei cambiamenti climatici».
«L’idea di costituire una Cer a trazione pubblica è una strada scelta anche da tante realtà di altre regioni che abbiamo avuto modo di visitare – rivela Loris Sartore -. Crediamo che sia la strada giusta per dare garanzie agli aderenti».
Loris Sartore guarda già al futuro.
«Si parte con gli enti locali, per poi allargare la base sociale della Cer per raccogliere produttori, consumatori e prosumer – aggiunge -. Ci vorrà poi un passaggio per ottenere il riconoscimento da parte del GSE, che definirà le tariffe incentivanti, utili a ottenere vantaggi economici, regolamenterà la distribuzione degli utili agli enti locali e definirà la realizzazione delle opere da destinare alla collettività».
C’è poi un obiettivo ambizioso.
«Questo può essere un grande passo per contrastare la crescente povertà economica, legata all’aumento sconsiderato dei costi dell’energia dopo lo scoppio del conflitto russo-ucraino» conclude Loris Sartore.
(alessandro bianchet)