Bimba morta al Beauregard di Aosta: la procura chiede l’archiviazione
Per l'ufficio inquirente di via Ollietti i pediatri hanno agito correttamente e si è trattato di un evento imprevedibile
Archiviazione del fascicolo. È questa la richiesta avanzata dalla procura di Aosta al giudice per le indagini preliminari sull’inchiesta per omicidio colposo relativa alla morte della piccola Lucie Boch, morta a quasi 3 anni all’ospedale Beauregard di Aosta nella notte tra il 10 e l’11 giugno 2024.
La procura chiede l’archiviazione
Secondo l’ufficio inquirente di via Ollietti non ci sarebbero stati errori da parte dei sanitari che hanno preso in carico la bambina. Sul registro degli indagati erano stati iscritti tre pediatri.
Per i consulenti della procura (pm Francesco Pizzato) si è trattato di un evento imprevedibile. Secondo quanto emerso dagli accertamenti dell’anatomopatologo Giovanni Botta e del medico legale Alessandro Marchesi, la piccola Lucie Boch era affetta da un’ernia diaframmatica congenita che non era stata diagnosticata prima.
La consulenza aveva rivelato anche che milza e stomaco erano spostati nella cassa toracica sinistra. Per questa ragione, lo stomaco è stato lesionato durante le operazioni di rianimazione.
Il decesso era avvenuto per arresto cardiocircolatorio.
Per i periti, i pediatri hanno agito correttamente. Di segno opposto il parere del consulente della famiglia Boch. Per il professionista, un esame strumentale avrebbe consentito di vedere che gli organi erano spostati a causa della patologia.
Gli accessi in pronto soccorso e il decesso
La bambina era giunta al pronto soccorso pediatrico una prima volta per conati di vomito. Dopo essere stata dimessa, era stata accompagnata nuovamente al Beauregard per mal di pancia.
Era stata tenuta in osservazione ed erano stati eseguiti esami di routine.
La situazione è precipitata nella notte tra il 10 e l’11 giugno.
Le petizioni
Alcuni mesi dopo il decesso della bambina, il padre, Jean-Pierre Boch, aveva lanciato due petizioni online.
Nella prima, chiedeva che venisse consentito l’accesso in reparto a entrambi i genitori. La richiesta era stata accolta dall’azienda Usl.
La seconda aveva al centro la formazione dei sanitari, chiedendo l’introduzione di un corso obbligatorio sulla comunicazione e relazione pediatrica, per tutti gli operatori del reparto di pediatria.
(t.p.)