Legge elettorale: la sinistra dà il via alla raccolta firme per il referendum
Ad allestire il primo banchetto in via Edouard Aubert ad Aosta dalle 17 alle 19 saranno Rete civica, Europa verde e Potere al popolo
Legge elettorale: la sinistra dà il via alla raccolta firme per il referendum confermativo con l’obiettivo di impedire che la riforms, votata in Consiglio a fine febbraio, entri in vigore.
Ad allestire il primo banchetto in via Edouard Aubert ad Aosta dalle 17 alle 19 saranno Rete civica, Europa verde e Potere al popolo. Si replica sabato 22 in Place des Franchises dalle 15 alle 19.
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«Questa battaglia non è solo politica ma anche culturale. Le 3 preferenze sono un’anomalia tutta valdostana. Il sistema pluripreferenze in Italia, ma anche in altri paesi europei, non esiste. La doppia preferenza di genere sarebbe andata bene ma non la scelta vergognosa di tornare alle 3 preferenze». Lo ha sottolineato Elio Riccarand nella conferenza stampa di presentazione della campagna di raccolta firme. Ribadisce: «È una leggina fuori tempo massimo, è una forzatura».
Per Loredana De Rosa (Potere al popolo) il referendum «dà ai cittadini la scelta di un voto più trasparente e consapevole e meno inquinante. È uno stimolo per una nuova legge elettorale».
«Nessuno potrà fermare questo referendum – ha sottolineato Gabriella Poliani, portavoce del Comitato referendario -. L’obiettivo delle 2.117 firme non è irraggiungibile. In quattro anni sono state portate avanti più proposte di riforma elettorale, si doveva trovare un punto di caduta, ma la montagna ha partorito un topolino. Le tre preferenze sono funzionali solo a fare dei magheggi elettorali».
Eugenio Torrione ha parlato di «una presa in giro dei cittadini» e di una legge «spacciata come leva per aumentare la presenza femminile ma non è vero». Ha chiarito le ragioni per le quali sinistra e destra sono impegnati nella stessa battaglia: «La politica si fa sui contenuti e non sull’immagine. Se un’idea è giusta lo è indipendentemente da chi la propone.
Massimiliano Kratter (Europa verde) ha aggiunto: «È una riforma che non favorisce la parità di genere e senza contare che i modi e i contenuti della legge ci hanno lasciati perplessi».
(da.ch.)