Libri, esce “E tu quanto guadagni?” di Francesco e Francesca Cardone
Roma, 13 mar. (askanews) – E tu quanto guadagni? Questa la domanda che dà il titolo al libro scritto a quattro mani da Francesco e Francesca Cardone ed edito da Mondadori: “Pochi sanno – spiegano gli autori – che il capo di un’azienda, con un fatturato di oltre un milione di euro l’anno, spesso percepisce meno di un operaio specializzato, nonostante lavori il doppio delle ore e abbia una responsabilità gestionale ben più ampia. Un paradosso tutto italiano che conferma come un alto fatturato aziendale, non comporti automaticamente compensi alti anche per il proprietario della stessa azienda. E così, all’interrogativo posto dal titolo del libro, la maggior parte degli imprenditori non sa rispondere pur conoscendo perfettamente il fatturato della sua impresa”.
Secondo recenti stime, un imprenditore che gestisce una PMI, percepisce poco più di 48mila euro l’anno: “Si tratta ovviamente – sottolinea Francesco Cardone – di una media che, come tale, prevede anche picchi importanti. Ma il problema resta e riguarda tante persone che, pur impegnate quotidianamente nella loro attività, non sanno indicare a quanto ammonti il proprio conto corrente personale. Il libro, che vanta le prefazioni di Roberto Re e Sergio Luciano, vuole sciogliere il nodo e aiutare a prendere le giuste decisioni per attuare strategie vincenti, a capire in che cosa consista la corretta educazione finanziaria, imprenditoriale ed economica, a scoprire quali siano i sistemi utili ad aumentare la redditività e, di conseguenza, il proprio compenso mensile e annuale”.
La pubblicazione nasce dall’esperienza maturata dai Cardone, specializzati con la loro “Imprefocus” nella crescita della redditività aziendale e nella tutela del patrimonio: “Durante le nostre consulenze in giro per l’Italia – affermano – ci capita spesso di parlare con imprenditori che hanno aziende con una buona redditività, eppure non remunerano il loro lavoro come soci. Ovvero si limitano a percepire il compenso da amministratori (solitamente sono società a responsabilità limitata). In questo modo diventano però semplici dipendenti della propria azienda. Noi siamo uomini dei numeri: il fatturato è più che altro vanità, quello di cui invece vogliamo sentir parlare è l’Ebitda, ovvero l’utile della gestione caratteristica di un’impresa”.
Eppure, spesso, tale indicatore l’imprenditore non lo conosce bene. Ed è strano, almeno in teoria, perché è proprio quel parametro che determina la salute di un’azienda e la sua effettiva redditività, cioè l’utile dell’impresa al netto di interessi, oneri, finanziamenti, ammortamenti e accantonamenti. “Ma questo non è sufficiente”, ricordano gli autori. Un altro aspetto fondamentale evidenziato nel libro è rappresentato dalla tutela del patrimonio. L’imprenditore e l’azienda non sono un tutt’uno: l’azienda è piuttosto uno strumento per accrescere il patrimonio della tua famiglia e tutelarlo, costituendo una vera e propria holding di famiglia.
“Se si costituisce una holding come cassaforte di famiglia, nel momento in cui distribuisci il dividendo, questo non viene assoggettato al 26% di capital gain, ma si può invece utilizzare la PEX che è pari all’1,20%. Il meccanismo della PEX, infatti, permette di tassare solo il 5% di tutto l’imponibile e l’IRES, dal 24%, diventerà l’1,20% (cioè, il 5% del 24%). Si ha quindi la possibilità – dice Francesco Cardone – di risparmiare sulle imposte e con questo guadagno, confluito nella cassaforte, si potranno effettuare operazioni mobiliari – acquisto di azioni e obbligazioni – o operazioni immobiliari come per esempio il flipping: comprare un immobile, ristrutturarlo e rivenderlo a un prezzo molto più alto”.
La holding familiare permette insomma di creare una cassaforte non solo per tutelare il patrimonio, ma per accrescerlo nel corso degli anni. Un’altra delle possibilità che, nel libro, i Cardone consigliano agli imprenditori, sempre in fatto di tutela del patrimonio, è quella di istituire delle polizze Key Man. “Queste polizze -concludono – servono per assicurare l’uomo chiave dell’azienda in caso di morte, di inabilità permanente da infortuni e malattie. Vengono sottoscritte e pagate dall’azienda e, facendo i debiti scongiuri, l’accantonamento annuale di questi importi permette di accrescere ancora una volta il patrimonio di famiglia, una sorta di TFR da imprenditore”.Tre consigli ma, nel libro, i Cardone danno vita a un vero e proprio vademecum ricco di consigli e strategie. “L’Italia è un Paese di imprenditori ma per quanto abbiano capacità visionarie e grande dedizione al lavoro, spesso non hanno un’adeguata cultura finanziaria e societaria”.