Codiretti: import grando canadese +68% in campagna 2014/25
Roma, 13 mar. (askanews) – Le importazioni di grano canadese sono aumentate del 68% nella campagna 2024/25 e i prezzi pagati agli agricoltori, a causa di questa invasione, sono crollati nonostante l’annata abbia visto un calo del 20% del raccolto. A lanciare l’allarme è la Coldiretti sulla base di un’analisi su dati Dg Agri relativi alla campagna commerciale 2024/2025 (da luglio a dicembre 2024).
Dal Paese dell’acero sono arrivate in Italia 392mila tonnellate di grano duro, con un incremento del 68% rispetto allo stesso periodo della campagna 2023/2024 e si stima un ulteriore incremento ad inizio anno. Un grano, sottolinea Coldiretti, che viene “trattato in pre raccolta con il glifosato, con una modalità vietata nel nostro Paese. Per questo Coldiretti chiede un’armonizzazione delle regole basate sul principio di reciprocità e di trasparenza.
Una situazione “che rischia peraltro di peggiorare a causa dei dazi”. Secondo il rapporto della Commissione per lo Sviluppo del Grano del Saskatchewan, infatti, la guerra commerciale tra Usa e Canada potrebbe far calare gli acquisti di cereali canadesi negli States spingendo di fatto a indirizzarli verso altri mercati se non andranno ad incrementare le scorte.
Il boom di arrivi conferma un trend, rileva Coldiretti, che negli ultimi anni ha visto una serie di Paesi, dal Canada alla Turchia, fino alla Russia, alternarsi di fatto nell’inondare il mercato italiano di prodotto, spesso in coincidenza con il periodo di raccolta, con il risultato di far crollare le quotazioni del grano nazionale che nella prima settimana di marzo hanno visto un calo del 12% dei prezzi pagati agli agricoltori, con 327,50 euro a tonnellate contro i 372,50 dello scorso anno, secondo un’analisi Coldiretti su dati della borsa merci di Bologna.
La concorrenza di prodotto straniero sta avendo un effetto negativo anche sulle semine. Secondo le prime stime il quadro tendenziale è quello di un calo significativo delle superfici a grano duro in media del 6-7% con punte del 10% fra la Puglia e la Sicilia dove di fatto di concentra la produzione nazionale. La minor disponibilità di prodotto non ha però effetto sui prezzi pagati agli agricoltori, proprio a causa delle importazioni sleali di cereali coltivati usando spesso prodotti da anni vietati in Europa.
Uno scandalo contro il quale Coldiretti si è mobilitata nei porti per verificare gli arrivi di grano straniero per chiedere più controlli alle frontiere sulla qualità e sulla salubrità delle merci importate e il rispetto del principio di reciprocità, così da garantire che tutti i prodotti agroalimentari che entrano nel nostro Paese rispettino gli stessi standard a livello ambientale, di sicurezza e di rispetto dei diritti dei lavoratori, che sono garantiti dagli agricoltori italiani.