Cacciari allo Splendor: una metafisica concreta per riportare al centro la filosofia
Il filosofo e saggista Massimo Cacciari è stato ospite della Saison Culturelle con la presentazione del suo libro Metafisica concreta
Grande partecipazione ieri sera, mercoledì 12 marzo, al Teatro Splendor di Aosta per l’appuntamento con la Saison Littérature che ha visto protagonista il filosofo e saggista Massimo Cacciari.
Rilassato e affabile, molto diverso dall’opinionista televisivo che si è abituati a conoscere, pronto a scaldarsi per difendere un’idea, Cacciari ha presentato il suo penultimo libro, pubblicato da Adelphi nel 2023, dal titolo Metafisica Concreta.
Argomento non alla portata di tutti, tanto che la sala un po’ interdetta, soprattutto all’inizio, per l’introduzione a una materia ostica ai più, si è sciolta e aperta a varie domande solo nell’addentrarsi dell’intervista, condotta da Laura Marzi.
Cos’è la metafisica
«La metafisica è lo studio e il tentativo di mostrare come nello stesso ambito della conoscenza fisica, compresa la conoscenza della nostra psiche, la cosiddetta de anima come giustamente sosteneva Aristotele, implichi qualcosa che eccede la dimensione puramente fisica, o fisico-biologica, indagando ciò che non è physis (natura)» spiega Cacciari.
«La nostra civiltà ha dato il nome di libertà a ciò che eccede la dimensione propriamente fisico-biologica. Quindi la metafisica, cioè quella considerazione di essente in quanto essente, ma che comprende anche ciò che dell’essente non è propriamente osservabile direttamente o sperimentabile e calcolabile, ha a che fare con la libertà».
«La metafisica, nella misura in cui interroga lo sviluppo scientifico, dovrà interrogarsi anche sulla differenza fra artificiale e naturale, questione che è al centro oggi di tutte le scienze e le tecniche» aggiunge.
«Parliamo quindi di intelligenza artificiale, manipolazione genetica, in un momento in cui la tecnica umana ci fa vedere che si è arrivati alla possibilità di creare una neo-natura come la macchina pensante, le clonazioni, intervento nell’editing genetico, queste creano di per sé stesse natura? La filosofia deve allora comprendere dove si sta andando, comprenderne il senso di questo processo, stabilendo non in astratto, ma ora, che cosa differenzia sostanzialmente il mio esserci naturale da quello della macchina, qualunque essa sia».
Un momento della conferenza di ieri sera del professor Cacciari
Le risposte di sessant’anni fa non valgono più
«Le macchine una volta erano statiche e non consentivano di poter sentire e approcciarsi con un interlocutore, oggi tutto questo è mutato» osserva il filosofo.
«Ecco quindi che la metafisica concreta può aiutare a sciogliere alcuni nodi, o perlomeno a imboccare un cammino che non sia esclusivamente tecnico scientifico, ma che riporti al centro la filosofia unita alla scienza, come d’altronde era propria all’inizio del pensiero filosofico occidentale e alle basi della stessa cultura europea».
«È allora fondamentale chiedere agli scienziati di render senso di ciò che stanno sviluppando in questi campi, rimane infatti lo stesso atteggiamento di Socrate e Platone “sai ciò che fai? Capisci il senso di ciò che stai compiendo?”».
La ragione di Heidegger
«Heidegger aveva ragione nel dire che il mondo è diventato un grande macchinismo, un enorme sistema che ha fagocitato in sé ogni cultura diversa dalla nostra – sostiene Cacciari – ed è sempre più imperativo il bisogno di chiedersi dove stiamo andando, così da lavorare per creare una società dove pensiero umano e tecnica corrono verso un comune obiettivo».
L’anti verità nella politica contemporanea
«Assistiamo a un declino vertiginoso della qualità della politica occidentale, dove si ammettono le cose solo se convengono al proprio scopo, dove si mente anche di fronte all’evidenza» conclude.
Da ciò che è scaturito dalla conferenza del professor Cacciari, disponibile al firmacopie finale e a ulteriori domande di giovani e meno giovani nell’atrio del Teatro, si può affermare che la filosofia dovrà tornare centrale nella vita di ognuno di noi, per cercare il rispetto, porsi domande, nel tentativo di comprendere al meglio e senza ideologismi la verità che ci circonda.
(emiliano pala)