Aosta e Torino le città meno affettuose d’Italia, le più calorose Potenza e Palermo
Preply ha condotto un'indagine su un campione di 1500 persone per individuare le città italiane più e meno affettuose, il Nord non si smentisce
Aosta e Torino le città meno affettuose d’Italia, le più calorose Potenza e Palermo.
Il Nord non si smentisce e nonostante piazzi sul podio delle città più affettuose la romantica Venezia, conquista il podio di quelle più fredde sia nella categoria over 150 mila abitanti, sia nell’under.
Ad Aosta, poi, emerge dall’indagine, il 64% degli intervistati non gradisce il contatto fisico.
Preply, piattaforma di corsi di inglese online, corsi di spagnolo online e altre lingue, attenta, oltre che al linguaggio e alla comunicazione anche alla cultura e ai modi in cui le persone esprimono le proprie emozioni, ha condotto un’indagine su un campione di 1.500 intervistati per mettere a confronto le città italiane e individuare per più affettuose e le più freddine.
«Ogni lingua ha parole speciali per dire “Ti voglio bene”, e ogni cultura ha i suoi gesti e le sue abitudini per dimostrare affetto. Ecco perché abbiamo deciso di esplorare come l’affetto prende forma nelle diverse città italiane» spiega Preply.
Da nord a sud, le differenze culturali si riflettono anche nei gesti di affettuosità quotidiana: un abbraccio sincero, un soprannome affettuoso, o semplicemente un sorriso. Ogni regione ha il suo modo unico di dimostrare vicinanza e accoglienza, creando un mosaico di tradizioni e sentimenti che raccontano l’anima profonda del nostro Paese.
L’analisi rivela contrasti affascinanti tra nord e sud, grandi metropoli e piccoli centri, offrendo uno spaccato sulle diverse sfumature dell’affetto lungo tutto lo Stivale.
Le città più affettuose
L’analisi rivela contrasti affascinanti tra Nord e Sud, grandi metropoli e piccoli centri, offrendo uno spaccato sulle diverse sfumature dell’affetto lungo tutto lo Stivale.
Il Sud domina, ma Venezia e Firenze portano calore al Centro-Nord Nel sud dell’Italia, l’affetto si vive e si respira.
Tra le città con più di 150 mila abitanti, sorprende che Napoli, pur famosa per la sua vivacità e il calore umano, non sia la città più affettuosa.
La capitale partenopea conquista comunque il secondo posto, con il 50% degli intervistati che apprezza termini affettuosi come ‘A guagliona anche da parte del personale dei negozi.
Il primo posto spetta a Palermo: qui, il 57% degli abitanti usa regolarmente soprannomi affettuosi come beddu o amuri, e quasi la metà dichiara di scambiarsi abbracci anche con conoscenti.
Venezia, al terzo posto, conferma il suo spirito romantico: l’81% dei veneziani preferisce esprimere affetto attraverso gesti o parole gentili, un dato che la incorona come la città più calorosa del nord.
A chiudere la top 5 Bari e Firenze, dove ben la metà degli intervistati ha dichiarato di scambiarsi spesso abbracci: anche le città del Centro Italia hanno un lato caloroso.
Tra i piccoli centri, il calore umano sembra essere una costante.
Potenza, in testa alla classifica, si distingue per la frequenza con cui i suoi abitanti si scambiano baci e abbracci: 47% per i primi e 45% per i secondi.
Inoltre, il 40% degli intervistati si sente a proprio agio con il contatto fisico anche con sconosciuti, un dato unico rispetto alla maggior parte delle altre città italiane.
Segue L’Aquila, dove i gesti di affetto come baci e parole gentili si estendono anche alle relazioni meno strette, dimostrando un’empatia naturale che caratterizza gli abitanti della città.
Al terzo posto troviamo Cagliari, dove il 69% degli intervistati apprezza abbracci e gesti affettuosi durante la giornata, un equilibrio perfetto tra riservatezza e accoglienza.
Le città più riservate
Torino è la città meno affettuosa: freddezza sabauda o discrezione?
Anche le città meno affettuose raccontano una storia interessante. Torino guida questa classifica, con il 55% degli intervistati che dichiara di non gradire termini affettuosi durante le interazioni pubbliche. I torinesi tendono a limitare gesti di affetto come abbracci e baci anche nelle relazioni più strette, preferendo modi di comunicazione più formali.
Al secondo posto una vera e propria sorpresa: Bologna. Con la sua fama di città accogliente e vivace, ci si aspetterebbe più calore. E invece, i bolognesi preferiscono un approccio meno espansivo: gli abbracci sono riservati ai momenti importanti e i soprannomi affettuosi non sono proprio di casa.
Sul gradino più basso del podio Perugia, unica rappresentante del centro Italia. Qui baci e abbracci non sono proprio all’ordine del giorno, e i soprannomi affettuosi sono tra i meno usati, ma l’atmosfera tranquilla della città sembra compensare con un calore più sottile.
Poi Trieste, influenzata delle vicine tradizioni slave: il 70% degli abitanti preferisce evitare il contatto fisico con sconosciuti, un dato che conferma un atteggiamento più riservato rispetto alla media italiana e che rispecchia il fascino raffinato della città di confine.
Milano segue a ruota, riflettendo il ritmo frenetico e apparentemente più distaccato della metropoli: qui il 54% degli abitanti preferisce evitare il contatto fisico durante una conversazione. Nonostante ciò, il 60% dice di gradire un abbraccio spontaneo durante la giornata, dimostrando che, pur non cercando attivamente l’affetto, i meneghini non sono del tutto insensibili a queste dimostrazioni.
Tra i piccoli centri, il nord Italia si distingue per la riservatezza.
Aosta, dove il 64% degli intervistati evita il contatto fisico
Aosta si posiziona in cima: il 64% degli abitanti evita il contatto fisico durante le conversazioni, e più della metà non usa espressioni affettuose nemmeno con chi conosce bene. Sarà l’aria di montagna o l’influenza della cultura alpina, ma qui l’affetto si manifesta più nei gesti pratici che in baci e abbracci.
Anche Trento si mantiene su toni sobri: sebbene il 52% degli intervistati dichiari di usare soprannomi affettuosi in famiglia, il linguaggio caloroso nei negozi o nei bar resta un’eccezione (solo il 42% lo apprezza).
Ancona, al terzo posto, chiude la classifica. Qui il 46% degli abitanti dichiara di non usare termini affettuosi nella vita quotidiana, e il 55% si sente a disagio con il contatto fisico con sconosciuti. Eppure, nel privato, gli anconetani sanno essere calorosi: l’affetto si trova nelle relazioni strette.
Metodologia dell’analisi
L’analisi è stata condotta attraverso un sondaggio che ha coinvolto oltre 1.500 persone, con l’obiettivo di determinare il livello di affettività percepito nelle città italiane. I partecipanti hanno risposto a domande sulla frequenza con cui esprimono e ricevono gesti d’affetto nella vita quotidiana, fornendo risposte che riflettono l’intensità e la frequenza di queste manifestazioni, oltre al loro grado di accordo o disaccordo con determinate affermazioni.
Per garantire una misurazione comparabile tra le diverse città, le risposte sono state aggregate in due categorie principali.
La classifica delle città più affettuose è stata calcolata sommando le percentuali di risposte “spesso” e “molto spesso” e quelle “d’accordo” e “molto d’accordo”. Al contrario, la classifica delle città meno affettuose è stata ottenuta aggregando le risposte “non molto spesso” e “mai” e quelle “in disaccordo” e “molto in disaccordo”.
Un ulteriore approfondimento ha analizzato quante volte ogni città è apparsa nei primi tre posti delle classifiche per ciascuna domanda. Questo metodo ha permesso di attribuire un punteggio basato sulla ricorrenza di ogni città nei podi positivi e negativi.
I risultati sono stati poi suddivisi in base alla popolazione: per le città con più di 150.000 abitanti sono state individuate le cinque più affettuose e le cinque meno affettuose, mentre per quelle con meno di 150.000 abitanti sono state selezionate le tre più affettuose e le tre meno affettuose.
Questa metodologia ha prodotto una classifica che fornisce un quadro dettagliato e rappresentativo delle diverse espressioni di affettività nelle realtà urbane italiane.
(e.d.)