Valsavarenche, 176 firme per chiedere la revisione dei confini del Parco
I firmatari vogliono l'estromissione del budello della Valsavarenche dai confini del Parco Nazionale Gran Paradiso; la petizione depositata oggi in Comune, il sindaco: «ne discuteremo»
Sono 176 le persone che hanno sottoscritto la richiesta, promossa dall’assessore comunale Claudio Vicari, di estromissione del budello della Valsavarenche dai confini del Parco Nazionale Gran Paradiso.
La petizione, indirizzata al sindaco Roger Georgy, è stata depositata oggi, giovedì 27 febbraio, negli uffici comunali.
In poche parole l’iniziativa chiede che i vassavarens siano maîtres chez-eux all’interno del proprio paese.
Le motivazioni del promotore
«Con questa richiesta sollecitiamo l’amministrazione comunale a intraprendere ogni valutazione e azione di competenza, per risolvere con l’ente parco l’annoso problema dell’inclusione del budello della Valsavarenche all’interno dei confini del Parco Nazionale del Gran Paradiso» spiega Claudio Vicari che dell’amministrazione comunale che sollecita è assessore.
«Sicuramente occorre arrivare ad una soluzione che si trascina da troppo tempo ed è per questo che abbiamo voluto ribadire la posizione della gente che vive il territorio e che incontra con questa doppia burocrazia le difficoltà derivanti dal fatto di chiedere anche al Parco le autorizzazioni che già si chiedono in Comune».
«Non è che non vogliamo le regole – precisa Vicari – infatti esiste un piano regolatore con le sue norme tecniche, già approvate da parco stesso».
L’assessore, ringraziando tutti i sostenitori della petizione spiega che la molla di questa iniziativa «è anche una questione di principio, ovvero applicare una forma di federalismo all’interno del nostro Comune e ribadire di nuovo che siamo finalmente maîtres chez-nous».
«Questa valle ha dato i natali alla figura più illustre della storia valdostana, Emile Chanoux, che fin da giovane ha sostenuto che l’unica strada che può garantire la pace nel mondo, e nel nostro caso la libertà e il rispetto delle persone, è quella del federalismo conclude l’assessore – rifiutiamo quindi le forme centraliste e dittatoriali che gli Stati ingaggiano nel mondo».
Il testo della lettera
«Al signor Sindaco del Comune di Valsavarenche.
Oggetto: Richiesta per l’estromissione del budello della Valsavarenche dai confini del Parco Nazionale del Gran Paradiso.
Con la presente ci permettiamo di portare alla Vostra attenzione la seguente richiesta affinché codesta Amministrazione comunale intraprenda ogni valutazione ed azione di competenza, al fine di risolvere l’annoso problema dell’inclusione del budello della Valsavarenche all’interno dei confini del Parco Nazionale del Gran Paradiso.
A tal fine ci sembra opportuno svolgere alcune brevi considerazioni che paiono utili ad inquadrare correttamente la vicenda tenuto conto delle competenze dell’ente Comune e della Regione, alle quali si sovrappongono, spesso entrando in contrasto, le competenze attribuite all’ente Parco.
In effetti il comune è dotato di Piano regolatore e regolamento edilizio (peraltro approvati anche dall’ente Parco) e quindi chiediamo che il Parco non debba ulteriormente interferire in merito a lavori che vengono realizzati nei villaggi e su tutto il fondo valle. A tal proposito non è accettabile che le amministrazioni pubbliche che devono operare nel fondo valle per interventi o opere edilizie debbano ogni qualvolta aspettare il benestare del Parco.
Inoltre riteniamo che la gente che vive e investe sul territorio e sui propri beni non debba chiedere ulteriori autorizzazioni all’ente Parco per lavori, a maggior ragione se di modesta entità. Alcuni esempi per inquadrare la questione, che hanno quasi del ridicolo: chiedere al Parco l’autorizzazione per sostituire un palo di una recinzione, modificare una finestra o limitarsi a esigue modifiche dei terreni antistanti le abitazioni; o peggio ancora chiedere l’autorizzazione per far passare un cavo attraverso un tubo interrato e già esistente.
Chiediamo urgentemente che codesta Amministrazione si faccia portavoce al fine di intraprendere immediatamente un incontro con il Presidente e il Direttore del Parco affinché si arrivi finalmente ad una soluzione, peraltro già prospettata con il regolamento del Parco che attende ancora dopo tanti anni di essere approvato.
Ci rattrista inoltre il fatto che sovente siano state intentate azioni legali contro privati che nella gran parte dei casi si sono risolte in un nulla di fatto, ma con esose spese legali a proprio carico.
Riteniamo che il popolo valdostano, abituato da secoli all’autogoverno, non debba essere preso di mira da un ente che era nato per la salvaguardia della specie dello stambecco, e che con il passare del tempo ha anche ostacolato azioni atte ad investire sul turismo con conseguenze negative nei confronti di scelte importanti o bloccato lavori di pubblica utilità.
Valdostani che vivendo sul posto hanno plasmato il loro territorio per secoli e hanno sempre avuto rispetto per la propria terra.
Ringraziando per l’attenzione che sarà portata alla presente richiesta, porgiamo distinti saluti».
La replica del sindaco
Ha intenzione di portare la questione in Consiglio comunale, allargando il discorso alle varie associazioni del paese, il sindaco Roger Georgy.
«Preso atto dell’avvenuto deposito dell’istanza, l’amministrazione procederà alle verifiche e alla discussione con gli organi consiliari e associativi della Valsavarenche e procederà a organizzare incontri operativi con l’ente parco» dice il primo cittadino di Valsavarenche.
(erika david)