Artigianato: Sonia Biagiotti, la tradizione incontra l’astratto
Riproponiamo l'intervista all'artigiana autrice del bozzetto del 26º Ciondolo per la Vita dell'Associazione Scultori e Intagliatori Valdostani
Artigianato: Sonia Biagiotti, la tradizione incontra l’astratto.
Riproponiamo l’intervista a Sonia Biagiotti pubblicata su Gazzetta Matin all’indomani della Fiera di Sant’Orso
Incontriamo Sonia Biagiotti, artigiana e autrice del bozzetto del 26° Ciondolo per la vita dell’Associazione scultori e intagliatori valdostani, nel suo atelier da Engaz – Arte del legno a Champagne.
Sonia, un altro step artistico…
Sonia Biagiotti con il Ciondolo per la vita
«Ringrazio Dario Coquillard (presidente dell’Asiv, ndr) per l’invito a realizzare il bozzetto che ho disegnato in acrilico, matite e gessi raffigurando Sant’Orso il più grande possibile per dar risalto alla sua figura e in atteggiamento protettivo nell’abbracciare il galletto, simbolo di tutti noi artigiani.
Mi ha fatto piacere e poi il ciondolo è a scopo benefico e si lega alla generosità del Santo che divideva i frutti del suo orticello con i poveri e gli uccellini. Bello che sia lui il simbolo dell’artigianato in Valle».
Gli studi e una famiglia di creativi e artisti
Nata ad Aosta, dopo l’Istituto professionale turistico, Sonia Biagiotti studia Storia dell’arte alla facoltà di Lettere moderne di Genova.
Come mai gli studi d’arte a Genova?
Sonia Biagiotti al lavoro nel suo laboratorio
«Per le radici genovesi di mio papà Umberto e perché nella sua famiglia erano un po’ artisti: nonno vetraio, zio liutaio e dei suoi tre fratelli, uno gioielliere e uno orologiaio che, trasferitisi giovani ad Aosta, aprirono negli anni ’80 il laboratorio e negozio fratelli Biagiotti orafi in via de Tillier poi chiuso nel 1995.
Per alcuni anni ci lavorò anche mio papà come incisore e il quarto fratello come riparatore».
Dai corsi del maestro Robino ai restauri nei nostri castelli
Lei ha seguito i corsi del pittore Rolando Robino, è stata rilevatrice del patrimonio architettonico rurale valdostano, ha aperto nel 1999 Domus Picta, l’attività di tecniche decorative e collaborato con ditte di restauro per interventi, tra altri, nei Castelli di Quart e Aymavilles e nelle Chiese di Saint-Pierre e Saint-Etienne.
Quando l’incontro con la Fiera di Sant’Orso?
Le ceramiche artistiche di Sonia Biagiotti
«Negli anni ’70 aiutando mio papà in via Sant’Anselmo dove ha esposto fino a una decina di anni fa lavori intagliati che richiamavano i ceselli di quando era incisore, poi con il mio banco dal 2009 in via Antica Zecca: legni dipinti e vecchi sacchi di juta che, trattati, facevano da sfondo a composizioni materiche anche con motti o proverbi in patois o francese che uso ancora».
Sonia con il papà Umberto a una Fiera di Sant’Orso
Tradizione, astratto e immaginifico
Le opere di Sonia Biagiotti, tra sculture e dipinti, nascono da una fantasia unita alla capacità di immaginare soggetti legati sì alla tradizione, ma con un registro personale che tocca anche l’astratto e l’immaginifico.
Un estro colto da Pino Engaz e la moglie Gilda che alla Millenaria del 2018 le hanno proposto di aprire un laboratorio nel loro showroom…
«… l’ho aperto il 10 novembre dello stesso anno iniziando a decorare una linea di ceramiche che era già nei loro progetti e che si affianca alle altre mie produzioni con il legno protagonista».
L’amore per il legno
Per lei il legno è… ?
Le donne della famiglia Challant
«Un amore. Per il suo profumo e quella sensazione che mi dà nel saper raccontare la sua storia.
Cerco sempre il pezzo più adatto per idearne una trasformazione che possa donargli un’altra vita.
Mi piacciono i vecchi attrezzi tra cui pialle, “palette” di balconate per le mie Castellane o clavette per le balle di fieno, oltre a materiali tra cui vecchi ferri, chiodi, lamiere».
Soggetti prevalentemente femminili, da sempre meno considerati
Molti suoi personaggi fanno parte di serie…
L’omaggio a Jannacci (sopra) e la Magattera (sotto)
«… Castellane, Angeli e Demoiselle ritratti su pannelli o vecchie tele valdostane incorniciate da legni antichi.
Principalmente soggetti femminili a cui ho voluto dare importanza perché nella storia sono quelli meno considerati rispetto ai maschili.
Le Castellane sono quasi esclusivamente donne della famiglia Challant, mentre altre donne le raffiguro mettendo in evidenza il loro lavoro legato soprattutto al mondo rurale valdostano e, nei dipinti, in costume tradizionale su vecchie canape valdostane».
Premi e riconoscimenti
Fin qui ha ricevuto molti premi e riconoscimenti, ha firmato anche il dipinto per la locandina della 37ª Marcia Gran Paradiso di Cogne nel 2020 e tra le mostre quella al Castello di Bosses “Passaggi di Tempo” (2018), a Parigi alla Maison du Val d’Aoste con il pittore Etto Margueret (2020) e la personale alla saletta d’Arte comunale di Aosta a seguito del Prix Balan.
Un premio particolare…
Clic-clac hibou! di Sonia Biagiotti (Prix Balan, 2021)
«Il Premio Balan a la Saint Ours del 2021 l’ho vinto per un gufo multimaterico in un vecchio setaccio.
Che bella emozione è stata! Anche perché le opere di Franco Balan, Francesco Nex, Giulio Schiavon e Giuseppe Tecco mi hanno sempre ispirata.
Progetti? «Ho ultimato Castellane e Santi per la Milleneria, ho in mente altri progetti e intanto proseguo con legni dipinti, quadri anche su tela, pannelli e decorazioni su ceramica per servizi di piatti e complementi d’arredo».
Momenti di relax… ? «… leggendo romanzi, classici e poesie e, quando posso, vivendo il mare, praticando snorkeling e visitando città d’arte. Poi, visto che le figlie Marta e Chiara vivono e studiano a Bologna, andando a trovarle con mio marito Roberto conosciuto alle superiori… se ci penso son già passati 43 anni. Mamma mia come vola il tempo!»
(nadia camposaragna)