Sciopero dei metalmeccanici: «Non paghino sempre e solo i lavoratori»
Una cinquantina di operatori al presidio di fronte alla Cogne Acciai Speciali per chiedere la ripresa delle trattative per il rinnovo del contratto nazionale. Nell'acciaieria rossonera ferma la movimentazione, quasi l'area a caldo
Una cinquantina di manifestanti, movimentazione della Cogne Acciai Speciali ferma, area a caldo quasi e rivendicazioni chiare, soprattutto in materia di salario e orari di lavoro. Sono gli ingredienti del presidio organizzato per oggi, giovedì 20 febbraio, di fronte all’acciaieria valdostana nell’ambito dello sciopero nazionale dei metalmeccanici.
Motivo del contendere, per la seconda mobilitazione rossonera di Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm, dopo quella di gennaio, lo stop alle trattative per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro dei metalmeccanici, scaduto lo scorso mese di giugno.
Sciopero dei metalmeccanici, sindacati sul piede di guerra.
Hans Pistolesi, Gabriele Noto e Fabrizio Graziola
E non le mandano a dire i sindacati valdostani, rappresentati di fronte all’ingresso della Cogne Acciai Speciali dai segretari Fabrizio Graziola (Fiom), Gabriele Noto (Uilm) e Hans Pistolesi (Fim Cisl).
«Per il secondo sciopero in Valle abbiamo deciso di fare anche un presidio, per far sentire ancor più la nostra voce a fronte della decisione di Federmeccanica e Assistal di non voler riaprire il tavolo delle trattative – esclama Hans Pistolesi -. Ci auguriamo che la contrattazione riparta. La categoria deve avere un contratto, anche perché i lavoratori non possono rimanere fermi alle condizioni economiche attuali».
Graziola: «Inaccettabili chiusure su salari e orari di lavoro»
Entra nei dettagli il segretario della Fiom Cgil VdA Fabrizio Graziola.
«La trattativa si può riaprire anche domani – esclama Graziola -. Federmeccanica e Assistal non vogliono discutere né trattare con i sindacati e di conseguenza chiudono la porta a un milione e mezzo di lavoratrici e lavoratori che hanno il contratto scaduto da quasi un anno».
Poi, l’affondo sulle associazioni datoriali.
«Non vogliono l’aumento di salario e vogliono legarlo solamente a coefficienti Ipca (indice che aggiorna i salari sulla base dell’inflazione ndr.) – illustra ancora il segretario Fiom -. Inoltre, non vogliono parlare di orari di lavoro».
Tutto questo, per Graziola, «è inaccettabile – attacca -. Arriva la pandemia e pagano i lavoratori, ci sono le guerre e pagano i lavoratori. Ora, arrivano i dazi Usa e il risultato è sempre lo stesso, ma quando ci sono i dividendi si dividono solo tra loro. La situazione non è rosea, lo sappiamo, ma non possono rimetterci sempre gli stessi».
Un altro aspetto che non va giù è la «chiusura su tutta la linea – evidenzia ancora -. I lavoratori hanno votato una piattaforma contrattuale al 98%; questa è stata messa da parte e ce ne hanno presentata un’altra».
Fabrizio Graziola lancia un appello.
«Serve una mano dalla politica – conclude -. Con l’arrivo dei dazi, governo italiano ed europeo devono fare qualcosa. Canada e Cina si sono mosse, ma qui sembra che non si voglia fare nulla».
Uilm: «Sciopero è un investimento per il domani».
«Non vogliamo cedere ai ricatti continui di Federmeccanica e Assistal – sottolinea il segretario Uilm, Gabriele Noto -. Per questo in tutta Italia si è scelta la strada del presidio».
Tra i lavoratori c’è Alessandro D’Amico, RSU della Uilm alla Cogne Acciai Speciali.
Alessandro D’Amico, RSU della Uilm
«Siamo qui per lottare per il salario, la sicurezza, l’orario di lavoro e contro la precarietà – esordisce D’Amico -. Lo sciopero? È un investimento per il nostro domani, anche se onestamente queste giornate di astensione dal lavoro iniziano a pesare sulle famiglie. Ma non andiamo avanti: solo uniti riusciremo a ottenere qualcosa e a far ripartire la trattativa».
Sciopero dei metalmeccanici, i primi risultati
In attesa dei risultati ufficiali, emergono le prime indicazioni, in particolare dalla Cogne Acciai Speciali, dove la produzione è pesantemente limita.
«La Cisa, che si occupa della movimentazione, è completamente ferma – rivela Hans Pistolesi -. Discorso simile per tutta l’area a caldo, con acciaieria, colata, GMP e treno che sono quasi completamente bloccati. È sicuramente già un buon risultato».
(alessandro bianchet)