Il ritorno di Rocco Schiavone, il vicequestore stasera su Rai2 con la 6ª stagione
La serie tratta dai romanzi di Antonio Manzini riprende con il ritorno di Rocco Schiavone ad Aosta; 4 puntate da questa sera, mercoledì 19 febbraio
Il recupero del corpo di un giovane finito in un burrone, il ritrovamento di ossa di bambino in un bosco, l’improvviso viaggio in Sudamerica sulle tracce degli amici di sempre sono gli ingredienti della sesta stagione di Rocco Schiavone, la fortuna serie tv di Rai Fiction che torna questa sera, mercoledì 19 gennaio, alle 21.25, su Rai2.
Presentata ieri in una conferenza stampa show nella quale Marco Giallini, l’attore che presta il suo corpo al vicequestore Rocco Schiavone, ha ribadito il suo affetto per Aosta e la Valle d’Aosta, la sesta stagione torna in televisione con quattro puntate da 100 minuti l’una.
La fortunata serie è tratta dai romanzi e dai racconti di Antonio Manzini pubblicati in Italia da Sellerio è una coproduzione Rai Fiction, Cross productions e Beta Film. La regia è di Simone Spada.
Rocco Schiavone: la sesta stagione
Stanco, in lotta con la malinconia dei ricordi, ma pur sempre con un grande talento nel condurre le indagini, Rocco Schiavone, il vicequestore in forza alla Polizia di Stato, è alle prese con complicati casi da risolvere.
In questa stagione il vice questore torna ad Aosta con nel cuore il macigno del tradimento dell’amico Sebastiano che si è rivelato responsabile della morte della moglie Marina.
Per scacciare i fantasmi del passato si butta a testa bassa nel lavoro che, tra le montagne della Valle d’Aosta non manca.
Nel primo episodio –La ruzzica de li porci– il vicequestore è alle prese con le indagini sulla morte di un giovane ritrovato in un burrone in alta montagna, non un semplice incidente.
La seconda puntata –Ossa loquuntur- Schiavone sarà a Saint-Nicolas, sul posto del ritrovamento di alcune ossa del corpo di un bambino, le indagini porteranno la squadra del vicequestore fino a Ivrea, dove sei anni prima una famiglia aveva denunciato la scomparsa del figlio.
La vicenda è complicata e resa ancora più intricata dagli anni passati, la vicenda del bambino scomparso sono al centro anche del terzo episodio, -Le ossa parlano-.
Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Sudamerica? è il tema dell’ultimo episodio della sesta stagione, che vede Schiavone sulle tracce dell ‘amico Furio, partito per l’Argentina in cerca di Sebastiano.
Marco Giallini in Rocco Schiavone
Un Giallini sempre più ciancicato
«‘Per essere giovani, veramente giovani ci vuole tempo’, così diceva Pablo Picasso. Se penso alla sesta stagione di Rocco Schiavone che abbiamo girato quest’anno, penso che questa frase possa racchiudere il senso di quello che abbiamo fatto» commenta il regista, Simone Spada.
«Per me è la quarta stagione come regista e mai come questa volta ho sentito la “leggerezza” della saggezza e dell’esperienza che tutti noi, attori e collaboratori artistici abbiamo maturato con l’età e gli anni. Il viso di Giallini sempre più “ciancicato”, stropicciato, consapevole, svogliato e vigile, mobile e fermo ne è la dimostrazione più tangibile» dice.
«Questa sesta è una stagione particolare, forse per me la più difficile e per questo è stata una meravigliosa sfida perché complessa. Una stagione nella quale si mantengono le linee guida del protagonista e dei luoghi che lo circondano, dei personaggi e della narrazione che tanto piace al nostro pubblico ma che allo stesso tempo ci ha portato a muoverci molto, a spostarci, a creare un dinamismo di immagini e luoghi che arricchisce decisamente “il viaggio” di Schiavone e lo rende per questo “giovane”».
«Rocco stupisce sempre e invecchiando si rinnova – prosegue il regista -, sembra non accontentarsi mai anche quest’anno e non solo per la diversità dei casi verticali, che mi hanno permesso di raccontare un Rocco che ha a che fare con un’umanità variegata, dolorosa, a volte ripugnante ma anche per i luoghi, dagli immancabili boschi innevati della Valle d’Aosta, agli chalet in alta quota raggiungibili solo in elicottero, fino a Roma, a Ivrea e all’incredibile Sudamerica».
«Il Rocco di questa stagione è fatto di tanti conflitti e sfumature interiori: ferito, stanco, in lotta con la malinconia dei ricordi, l’amore di Marina, silenzioso ma sofferente per il tradimento dell’amico Sebastiano che ci regalerà uno dei migliori finali di stagione che abbiamo mai raccontato. Rocco vorrebbe sedersi e sparire, ma diventa straordinario perché non lo fa mai, perché sa che l’unico modo che ha di andare avanti è fare quello che deve e sa fare anche quando l’ennesimo “decimo livello” è dietro l’angolo».
«E allora butta la sigaretta, la spegne sotto la suola delle Clarks, si infila le mani nel loden, probabilmente sbuffa e si ributta nel mondo» conclude Spada.
Marco Giallini con Tullio Sorrentino e Mirko Frezza – Rocco con Brizio e Furio
(re.aostanews.it)