Sanremo, Julien Jvli Boverod: quello che è accaduto è stato una figata
“Vince la 75ª edizione del Festival di Sanremo, Olly“. Alle 2 di sabato notte l’annuncio di Carlo Conti riscrive la storia musicale della Valle d’Aosta. Julien Jvli Boverod non è solo coautore del brano trionfatore “Balorda nostalgia”, ma è socio, anima e seconda metà del progetto del cantante genovese Olly, con cui ha condiviso simbioticamente la crescita nel mondo musicale.
Uniti dall’amicizia e dal talento, i due sono insieme dalle sfide nelle retrovie, passando per i successi crescenti e le hits generazionali, fino ad arrivare alla consacrazione finale di Sanremo 2025.
Il pensiero a papà Flavio
Jvli Julien Boverod in lacrime sul palco del teatro Ariston con il trofeo dei vincitori
Jvli racconta stupefatto a Gazzetta Matin (l’intervista completa oggi in edicola e e-edition): «Nel momento della proclamazione si è spenta la luce. È accaduto come dopo uno shock e quando ti risvegli non ricordi nulla. Mi hanno messo in mano il trofeo, sono scoppiato a piangere, avevo in testa di tutto».
Inevitabilmente in quel momento di estrema gioia il pensiero si rivolge a papà Flavio, scomparso prematuramente lo scorso ottobre.«La prima botta e la prima lacrima sono arrivate quando hanno comunicato la scaletta e Olly era quindicesimo, 15 era il giorno di nascita di mio papà ed è sempe stato il suo numero. Ho un po’ di rammarico che non abbia assistito a ciò che è successo, ma ogni tanto non so a cosa credere, se magari in qualche modo mi ha visto (…)».
Lacrime a fiumi
Anche le lacrime sono state condivise con Olly.«Dopo il pianto liberatorio all’ultima data del tour a Roma è stato un altro pianto forte. È stato un momento impattante, ci siamo sfogati insieme per mezz’ora. Quando ci hanno raggiunto i nostri amici ci hanno chiesto ‘Abbiamo vinto, cosa piangete?’, ma stavamo scaricando ciò che avevamo accumulato». A quel punto è cominciato il festeggiamento vero e proprio; «Siamo stati con il nostro gruppo fino alle 8 di mattina a cantare, suonare e bere, in pratica ciò che abbiamo fatto a casa tutte le sere. Abbiamo festeggiato senza grandi colpi di scena o esagerazioni, ma a modo nostro, senza però la sveglia obbligatoria di mattina. Olly in realtà si è dovuto alzare qualche ora dopo per le conferenze, ma per noi invece il viaggio era finito».
La folle finale di sabato
Ripercorrendo la finale di sabato, «è stata folle, dopo l’esibizione abbiamo detto ‘Hai spaccato, è finita’ e siamo tornati a casa – racconta Jvli -. Ci siamo cambiati senza riflettere troppo sulla gara, allontanando un po’ la pressione. Ci hanno poi richiamato per farci tornare molto rapidamente all’Ariston perché eravamo ufficialmente tra i primi 5 (…).
«Ora ho bisogno di casa»
Per chi si chiede come sia il giorno dopo di un talento che dalla Valle d’Aosta è arrivato al leone d’oro rampante del Festival di Sanremo, «Da solo in auto, alla mia destra la chitarra, dietro valigie, scarpe e due giacche. Voglio tornare a casa, fare lavatrici, stendere lenzuola estraniandomi da tutto il resto per qualche momento. Ho bisogno di ascoltare un po’ di musica, sedermi sul divano e leggere tutti i commenti delle persone che sono un’affettuosa pacca sulla spalla. In un lavoro in cui sei costantemente sotto il peso di critica, giudizi, streaming e numeri, voglio acquisire la consapevolezza di quello che so fare e che quello che è accaduto è stato una figata».
(Luca Mauro Melloni)