Festival di Sanremo: standing ovation per Olly, il brano di Jvli Boverod tra i 5 più votati della terza sera
Prosegue il magic moment di Olly e del musicista e produttore valdostano Julien Boverod, che stanno riscuotendo sempre maggiore successo sul palco sanremese
«Tra i 5 artisti più votati della terza serata c’è Olly».
L’urlo della sala stampa e l’ovazione dell’Ariston all’annuncio di Carlo Conti viaggiano in parallelo con l’emozione di Jvli.
«È incredibile quello che sta succedendo, stasera è la conferma di quello che stiamo percependo in ogni attimo di questa settimana», esulta il musicista e produttore valdostano in gara al Festival di Sanremo come coautore del brano (e seconda metà) di Olly.
Olly e Jvli incantano Sanremo: Balorda nostalgia vola
“Balorda nostalgia” viaggia a velocità estrema, ancora più sostenuta del ritmo incalzante imposto alle scalette serali dal conduttore toscano.
La prima esibizione del 23enne genovese sul palco della kermesse ha ottenuto il maggior numero di visualizzazioni (quasi 18 milioni) e likes (240mila) sul canale ufficiale del Festival.
La seconda è indirizzata verso i 100mila likes, i numeri di Spotify posizionano il brano in testa alla top 50 italiana e al numero 61 della top 100 mondiale.
La virtualità dei dati si riversa concretamente nelle vie della città ligure.
La canzone viene intonata da ogni generazione, risuona nelle radio, viene interpretata dagli artisti di strada e infine conquista i luoghi simbolo del Festival.
Il Teatro Ariston si alza in piedi al termine della performance, la sala stampa applaude convinta. Così, da entrambe le platee, nel momento in cui Carlo Conti rivela i nomi (in ordine randomico) dei cantanti preferiti, si sente distintamente: “Olly, Olly, Olly”.
Olly e Jvli competitor credibili
L’evidente accelerata nei consensi di “Balorda nostalgia” spinge Olly e Jvli verso sabato nelle vesti di competitor credibili, in attesa della serata dedicata alle cover che, storicamente, regala forti indicazioni, confermando o ribaltando le convinzioni accumulate nei giorni precedenti.
A completare la cinquina dei migliori di giovedì sera il “tormentonesco” “Cuoricini” dei Coma Cose, il cantautorato di Brunori Sas e gli ormai esperti sanremesi Francesco Gabbani e Irama.
Chi però può contendere la vittoria finale è verosimilmente da cercare tra i protagonistidi mercoledì, quando sono emersi come cinque maggiormente votati la “voce” dell’edizione Giorgia, Achille Lauro, il sorprendente Lucio Corsi, il rivalutato Fedez in continua ascesa redentiva e lo struggente Simone Cristicchi.
Cristicchi vince il premio Lunezia
Il cantautore romano, oltre a commuovere inesorabilmente durante le esibizioni, ha colpito la sala stampa quando, dopo aver ricevuto il premio Lunezia, ha raccontato la genesi piuttosto lontana della canzone “Quando sarai piccola”.
«L’ho scritta cinque anni fa, riportando quello che avevo vissuto successivamente al malore di mia madre nel 2012 con le sue conseguenze – sorride Cristicchi -. L’ho ascoltata centinaia di volte, ma raccontando qualcosa di vero è stato complicato mantenere la concentrazione. Dopo che mi sono rivisto sul palco ho capito di avercela fatta. La più grande soddisfazione è sapere che davanti alla televisione c’è proprio la star, cioè mamma».
L’estro di Lucio Corsi
Nel corso di un’edizione in cui nelle conferenze stampa non si sono notati particolari guizzi, risalta l’estro di Corsi che, forse spinto dall’accoglienza molto favorevole del pubblico generalista, estrae la chitarra e improvvisa un mini live.
«Ce l’avevo nel furgone, usiamola, se vi va cantiamo un po’, vi faccio ascoltare qualcosa».
Tra chi non ambisce al posizionamento di rilievo in classifica, ma è riuscito comunque a far parlare di sé, proponendo qualcosa di alternativo, emerge il produttore Shablo.
«“Mi fa piacere che si sia notato che il pezzo sia integralmente hip hop – racconta -. È vero che oggi si mischiano tutti i generi, perdendo un po’ le differenze, ma è anche un bene ricordare da dove nascono. Oggi la musica urban è in cima alle classifiche, ma sembra del tutto scollegata da ciò che l’ha generata. Chi come me ha vissuto diverse ere può fare da ponte, portando i più grandi a comprendere le nuove generazioni e i più giovani a capire che quello che hanno fatto i loro padri ha un senso e possono riscoprirlo per arricchire la loro musica».
(luca mauro melloni)