Da area megalitica a MegaMuseo: si apre una nuova era per il sito di Saint-Martin de Corléans
Il Museo punta ad ampliare le attività di ricerca - ambisce a diventare polo di ricerca per il megalitismo - e l’offerta culturale con mostre tematiche, incontri, talk, laboratori ed esperienze immersive
Da area megalitica a MegaMuseo: si apre una nuova era per il sito di Saint-Martin de Corléans.
Sotto la guida di Generoso Urciuoli, nominato lo scorso autunno responsabile della direzione attività culturali e scientifiche, il Museo punta ad ampliare le attività di ricerca – ambisce a diventare polo di ricerca per il megalitismo – e l’offerta culturale con mostre tematiche, incontri, talk, laboratori ed esperienze immersive, consolidando il proprio ruolo di punto di riferimento, non solo locale, per lo studio e la divulgazione di 6000 anni di cultura materiale.
Le iniziative
Tra le iniziative in fase di sviluppo al MegaMuseo spicca il ciclo “Dal Mega al Micro”, pensato per mettere in relazione i reperti dell’area megalitica con manufatti provenienti da altri musei. Il primo capitolo della rassegna sarà dedicato alla Preistoria e all’Età del Ferro, con una rotazione semestrale dei reperti, mentre il secondo capitolo, contemporaneo al primo, metterà in dialogo ogni mese un reperto del museo con il suo “gemello” conservato presso il Museo archeologico regionale di Aosta.
Prenderà il via un public talk dedicato al concetto di passato e museo. Nel corso di questi incontri, personalità di spicco del mondo della cultura, della ricerca e della divulgazione dialogheranno su come il patrimonio storico possa essere interpretato e comunicato nel presente.
Inoltre, a maggio, il MegaMuseo ospiterà un laboratorio di scrittura creativa in quattro appuntamenti, guidato da Paolo Ferrara, docente di podcasting e narrazione creativa. Il ciclo di incontri offrirà ai partecipanti l’opportunità di esplorare il concetto di museo attraverso la scrittura, sperimentando nuovi linguaggi e forme di racconto per avvicinare il pubblico alla dimensione narrativa del patrimonio culturale.
Per le famiglie e i giovani visitatori sono in programma laboratori didattici e percorsi interattivi pensati per avvicinare i più piccoli alla storia e all’archeologia attraverso il gioco e la sperimentazione.
Il museo si aprirà anche a nuove esperienze legate al benessere, con sessioni di yoga e meditazione nel suggestivo scenario dell’area archeologica, per offrire un’opportunità di connessione con il passato in chiave contemporanea.
Prosegue anche “Mini intro per un MegaMuseo”, un’introduzione gratuita disponibile ogni 30 minuti, pensata per fornire una prima chiave di lettura del sito archeologico e delle sue peculiarità.
Parola ai protagonisti
«Vogliamo raccontare 6.000 anni di storia con uno sguardo contemporaneo, preservando la memoria. Nell’ambito del mio progetto culturale, attribuisco un ruolo prioritario alla valorizzazione delle collezioni e all’attenzione verso le diverse categorie di pubblico. Credo fermamente che ogni museo sia un’entità unica, definita dai propri contenuti e dalle proprie collezioni, e che il suo valore risieda nella capacità di connettere passato e presente, conservazione e fruizione, sicurezza e accessibilità, territorio e comunità. Per questo, il piano strategico a cui stiamo lavorando rappresenta lo strumento essenziale per tradurre questi principi in azioni concrete. I valori che guidano questa visione – Identità, Operatività, Attrattività, Accessibilità, Connettività e (G)località – sono il fondamento di un museo dinamico e inclusivo, capace di rispondere alle sfide contemporanee e di rafforzare il proprio ruolo nella società. Sul fronte della ricerca archeologica siamo poi orgogliosi di annunciare che nella seconda metà di giugno nell’area archeologica di Saint-Martin-de-Corléans riprenderanno gli scavi archeologici» ha sottolineato Generoso Urciuoli, responsabile attività culturali e scientifiche di MegaMuseo.
«Il MegaMuseo nasce come un punto di connessione tra la storia e il territorio, ma anche tra il nostro più remoto passato, il presente e un futuro ricco di obiettivi stimolanti: innanzitutto è nostra intenzione offrire una chiave di lettura innovativa per comprendere l’identità archeologica della Valle d’Aosta, integrando il Museo in un sistema più ampio di siti storici e culturali, anche al fine di evidenziare come questa regione, sin da epoche preistoriche, sia sempre stata una terra di passaggi, incontri, scambi e fruttuose contaminazioni» ha puntualizzato Laura Montani, Soprintendente per i Beni e le attività culturali della Valle d’Aosta.
«L’obiettivo che ci poniamo è quello di creare sinergie tra le realtà regionali, promuovendo progetti innovativi e strumenti digitali che rendano più accessibile il patrimonio storico culturale della nostra regione» ha aggiunto Viviana Maria Vallet, dirigente della Struttura Patrimonio storico-artistico e gestione siti culturali.
«La valorizzazione del patrimonio archeologico è fondamentale per la crescita culturale, economica e sociale della nostra comunità. Potenziare le strutture museali significa creare nuove opportunità di lavoro, attrarre turismo e favorire lo sviluppo di attività economiche locali, come ristorazione e accoglienza. Significa rafforzare il senso di appartenenza alla nostra storia e a trasmettere alle nuove generazioni il valore della memoria. Investire nel patrimonio culturale non è solo una scelta strategica, ma un motore di crescita per tutta la comunità» ha dichiarato Jean–Pierre Guichardaz, assessore regionale ai Beni e alle Attività culturali.
La struttura
Diciottomila metri quadrati di spazi espositivi, 5.000 metri quadrati di area archeologica e oltre 2.000 reperti esposti su tre piani: questi i numeri del MegaMuseo, che intreccia archeologia e tecnologia, con ambienti immersivi e schermi olografici, per raccontare al pubblico un arco temporale che copre 6000 anni, dal Neolitico (fine del V millennio a.C.) all’Età del Rame (IV-III millennio a.C.), del Bronzo (II millennio a.C.) e del Ferro (I millennio a.C.) fino a reperti romani e cristiano medievali. È alquanto raro trovare concentrato in un unico luogo una tale stratificazione archeologica, in ambito urbano e soprattutto inglobata in una realtà museale.
(d.c.)