Commercio, Grosjacques: «per gli esercizi di vicinato nessuna estensione dei codici Ateco»
L'assessore replicando al consigliere forzista Ganis, che chiedeva la loro estensione, ha ricordato che i piccoli esercizi godono di contributi mirati
Commercio, Grosjacques: «per gli esercizi di vicinato contributi mirati e nessuna estensione dei codici Ateco». Lo ha sottolineato l’assessore regionale al Commercio Giulio Gosjacques, rispondendo a un’interpellanza presentata dal gruppo Forza Italia nella seduta consiliare di oggi, giovedì 13 febbraio.
La richiesta
«Gli esercizi di vicinato svolgono un ruolo cruciale per la sopravvivenza del tessuto economico e la vitalità dei centri abitati e contribuiscono anche alla coesione sociale della comunità locale. Vorremmo quindi sapere se, durante l’aggiornamento periodico, la Regione abbia intenzione di inserire i codici Ateco mancanti nella delibera attuativa della norma in modo da consentire anche a questi l’accesso ai contributi» ha evidenziato il consigliere Christian Ganis.
La risposta
L’assessore Grosjacques, ha specificato che «la normativa in questione non sostiene tutta la platea delle attività commerciali, ma prevede contributi specifici a sostegno degli esercizi di vicinato per il commercio al dettaglio di generi alimentari e di prima necessità. I codici Ateco ammessi ai contributi sono stati definiti per supportare le attività essenziali nei piccoli centri, garantendo risorse a quelle che contribuiscono maggiormente alla vitalità del territorio e ai bisogni dei residenti. Estendere questi benefici a tutte le categorie di attività commerciali, senza una sezione basata sul tipo di attività commerciale svolta, sarebbe quindi contrario a quanto prevede la norma».
Nessuna estensione
«D’altra parte, questa estensione indiscriminata del beneficio a tutte le attività commerciali – ha proseguito Grosjacques – comporterebbe un incremento significativo e non prevedibile del numero dei beneficiari, con il rischio di ridurre l’importo del contributo disponibile per ciascun esercizio, vanificando così l’efficacia del sostegno. Nei quattro anni di applicazione della legge, lo stanziamento complessivo è stato progressivamente aumentato (da 500 mila a 1 milione di euro), ma l’intensità dell’aiuto non ha mai raggiunto il massimo consentito dalla legge: questo evidenzia la necessità di mantenere un sistema di supporto mirato, che consenta di sostenere efficacemente le attività realmente necessarie».
La conclusione
«Si concorda, comunque, in merito all’utilità di aggiornare periodicamente, in collaborazione con Confcommercio VdA, l’elenco dei codici Ateco ammissibili a contributo per meglio rispondere all’evoluzione del sistema economico e alle nuove forme di impresa. Ricordo, per altro, che oltre alla legge regionale n. 1/2020, vi sono anche le misure di sostegno per le attività commerciali, tra cui i finanziamenti a tasso agevolato per investimenti o per la costituzione di liquidità, previsti dalla legge 19 del 2001. Questi finanziamenti sono destinati non solo agli esercizi di vicinato, ma anche ad altre categorie di attività commerciali, che possono beneficiare di condizioni agevolate per il loro avvio, il loro sviluppo e il rafforzamento delle proprie capacità imprenditoriali» ha concluso l’assessore.
La replica
Il consigliere Ganis si è detto insoddisfatto della risposta: «L’assessore si è perso un pezzo: noi facciamo riferimento ad un codice Ateco che fa parte di uno stesso settore merceologico (abbigliamento e calzature), ma che non riceve un contributo. L’assessore dovrebbe andare tra i negozianti e chiedere loro quali sono i problemi: ci vorrebbe maggiore attenzione alla realtà dei paesi, a quello che vivono quotidianamente, proprio per adeguare il percorso e andare nella giusta direzione».