Punto Unico di Accesso, oltre 8500 utenti in un anno e 10 mila ore di servizio
Il servizio articolato in 8 sportelli sul territorio, permette di trovare in una unica sede diverse figure di professionisti quali medici, infermieri, assistenti sociali e psicologici che lavorano insieme per rispondere a bisogni sociali e sanitari.
Punto Unico di Accesso, oltre 8500 utenti in un anno e 10 mila 500 ore di servizio
2.312 chiamate e complessive 10.659 ore di servizio, 7.140 delle quali di apertura al pubblico e 3.519 di back office. 6 assistenti sociali, 1.624 colloqui, 405 consulenze e 130 visite domiciliari.
Sono numeri significativi che fotografano l’importanza del PUA, il Punto Unico di Accesso, il servizio che permette di trovare in una unica sede diverse figure di professionisti quali medici, infermieri, assistenti sociali e psicologici che lavorano insieme per rispondere a bisogni sociali e sanitari.
8 sportelli in Valle
Il PUA è presente con otto sportelli ad Aosta, Châtillon, Donnas, Gignod, Morgex, Nus, Verrès e Villeneuve ed è l’evoluzione dello Sportello Sociale attivo sin dal 2012.
L’obiettivo è arrivare a un sistema integrato di servizi sociali e sanitari, per una presa in carico completa, efficace, inclusiva e tempestiva delle problematiche dei cittadini, con particolare attenzione alle persone e famiglie in difficoltà.
Accoglienza, orientamento e altro ancora
Il PUA svolge attività di accoglienza, ascolto, orientamento e prima consulenza a minori, adulti, anziani, famiglie e persone con disabilità sui servizi socio-assistenziali e socio-sanitari e sulle opportunità offerte dal sistema di welfare in Valle d’Aosta.
Il Punto Unico di Accesso è il frutto di un processo di co-progettazione che ha visto coinvolti la Regione, l’azienda Usl Valle d’Aosta, gli enti locali, il terzo settore e tutte le realtà che operano quotidianamente per il benessere della comunità.
6 assistenti sociali, 1.624 colloqui
Nel 2024, le sei assistenti sociali operanti negli otto sportelli PUA hanno svolto 1.624 colloqui, 405 consulenze e 130 visite domiciliari, finalizzati a un’analisi approfondita delle problematiche presentate dai cittadini.
Queste attività hanno consentito di realizzare uno studio sociale su ogni situazione e formulare una valutazione dettagliata, indispensabile per definire e attuare il successivo e conseguente piano di intervento, rispondendo al meglio alle esigenze rilevate.
Impérial: «risposte tempestive ed efficaci»
«Il PUA si differenzia dallo Sportello sociale proprio per questa presa in carico non solamente dei bisogni sociali ma anche di quelli sanitari – ha confermato Hélène Impérial, dell’Area territoriale Ausl.
I numeri ci dimostrano come l’apporto degli animatori e degli sportelli PUA nel facilitare l’accesso ai servizi abbia effettivamente permesso di dare risposte tempestive ed efficaci».
Il ruolo degli animatori di comunità
Parallelamente, l’animazione di comunità ha svolto un ruolo strategico nel rafforzare il segretariato sociale e promuovere l’empowerment delle comunità locali.
Gli animatori hanno preso in carico 3.455 bisogni, con una prevalenza di richieste legate a informazioni (49,84%), aiuto pratico (15,46%) e necessità relazionali o di compagnia (14,79%).
Sono stati realizzati 9.430 interventi, tra cui attività di ascolto, supporto informativo, interventi di rete e prestazioni pratiche.
12.236 ore di lavoro per gli animatori di comunità
Gli animatori hanno dedicato complessivamente 12.236 ore al lavoro, suddivise tra interventi diretti, back-office e attività di rete – ha precisato Carla Chiarle, rappresentante delle cooperative e capofila del progetto – e hanno avuto un ruolo fondamentale nel promuovere la coesione sociale e il coinvolgimento del territorio».
L’aspetto centrale del lavoro degli animatori di comunità è tessere relazioni tra le persone che vivono i territori, promuovere la capacità degli individui e delle organizzazioni di agire insieme per realizzare un’aspirazione o rispondere a un bisogno condiviso.
Otto Forum di Comunità
Gli animatori, insieme alle strutture delle quali fanno parte e con le quali collaborano, nel quotidiano si prendono cura dei casi più fragili per migliorare il benessere sociale dell’intera collettività.
Questa cura nelle relazioni ha permesso la promozione di progettualità territoriali e iniziative, tra cui figurano gli otto Forum comunità sul tema della prevenzione delle truffe agli anziani, organizzati dal Tavolo regionale Legalità & Intergenerazionalità, in collaborazione con Enti locali, Forze dell’Ordine, la co-progettazione Anziani attivi del Comune di Aosta e altri soggetti del territorio.
È stato inoltre lanciato il primo Forum Camp a Verrayes, dedicato alla sensibilizzazione sul tema del consumo di alcol.
Eventi, questi, che hanno rappresentato un’importante occasione di informazione e sensibilizzazione, rafforzando il senso di comunità e le reti di supporto territoriale.
L’attivazione del Pronto intervento sociale
«Fra le prime attività che saranno messe in campo – annuncia Sabrina Casola, dirigente della Struttura Servizi alla Persona, alla Famiglia e al Disagio Abitativo – vi è anche l’attivazione del Pronto intervento Sociale (PRIS), finalizzato a dare risposte immediate alle persone che si trovano ad affrontare circostanze della vita quotidiana insorte improvvisamente e che producono bisogni non differibili, in forma acuta e grave, a cui è necessario dare una risposta tempestiva.
Saranno in questo caso gli Enti e non direttamente i cittadini a rivolgersi al servizio, per segnalare i casi che necessitano un intervento di supporto immediato».
Il commento dell’assessore alla Sanità Carlo Marzi
«Oggi tracciamo un bilancio positivo del primo anno di attività del Punti Unici di Accesso – ha affermato l’assessore Carlo Marzi – che permettono alle persone di trovare, in un’unica sede, diverse figure di professionisti come medici, infermieri, assistenti sociali e psicologi che lavorano insieme proprio per rispondere i diversi bisogni che possono manifestarsi sia a livello sociale che sanitario.
Grazie alla collaborazione con l’azienda Usl e le comunità locali, ogni cittadino può accedere al più vicino degli otto sportelli dei PUA attivi sul territorio che si pongono come riferimento per l’ascolto e la presa in carico completa e personalizzata di minori, adulti, anziani, famiglie e persone con disabilità che possono quindi avvalersi dei servizi socio-assistenziali e socio-sanitari.
Ciò è testimoniato sia dall’importante numero di persone che in questo primo anno di attività si sono rivolte ai PUA, Complessivamente 8.636, il 45,3% in più delle persone che si sono rivolte allo Sportello sociale nell’anno precedente, sia dall’efficacia con cui si sono date risposte alle diverse richieste pervenute, nell’88% dei casi già al primo accesso allo sportello.
Questo è stato possibile, ha proseguito l’Assessore, grazie all’enorme lavoro messo in campo per aumentare l’accessibilità delle sedi e alla disponibilità degli operatori – che ringraziamo per il costante impegno – che hanno svolto anche ulteriori servizi come la distribuzione dei pacchi alimentari in collaborazione con il Banco alimentare, il terzo settore e le comunità locali.
Siamo consapevoli che vi sia ancora molto da fare – sottolinea l’assessore – e continueremo a lavorare insieme all’azienda Usl e al territorio, tramite il Consorzio degli enti locali, con il supporto del Terzo settore coinvolto nella procedura di co-progettazione, per costruire una rete di servizi sempre più efficiente e inclusiva.
Proseguiamo quindi nell’impegno volto a potenziare la rete di inclusione e di presa in carico delle persone, che è un elemento fondante sia del Piano per la Salute e il Benessere sociale approvato dal Consiglio, sia della riorganizzazione della Sanità che abbiamo avviato sul territorio».
Nella foto in alto, Loredana Petey, Carlo Marci, Marco Ottonello e Hélène Impérial.
(re.aostanews.it)