Radiologo cura il suo gatto in ospedale: «Al servizio della vita», ecco la difesa del dottor Fanelli
La versione del dottor Fanelli e la documentazione pervenuta alla direzione aziendale sono al vaglio della Commissione Disciplinare
Radiologo cura il suo gatto in ospedale, «Al servizio della vita»: ecco la difesa del dottor Fanelli.
Pubblichiamo integralmente la risposta che il dottor Gianluca Fanelli ha fatto pervenire alla direzione dell’azienda Usl.
Il documento, insieme alla relazione del direttore della Struttura Complessa di Radiologia dell’azienda Usl è stata inviata alla Commissione Disciplinare.
La direzione aziendale ha anche segnalato il fatto in Procura in quanto ci sono ipotesi di reato perseguibili d’ufficio.
Il dottor Gianluca Fanelli è radiologo interventista, è responsabile della Struttura semplice di Radiologia e Neuroradiologia interventistica e vanta un’esperienza ventennale in seno all’azienda Usl della Valle d’Aosta.
È marito della Senatrice Nicoletta Spelgatti e risiede ad Aosta.
La versione del dottor Gianluca Fanelli: i fatti
«In risposta alla richiesta formulata, confermo la verità dei fatti affermati e specifico il perché di quanto accaduto.
Uno dei miei cinque gatti, tutti, nel tempo, trovati per strada e salvati da condizioni estreme, è caduto dal tetto del condominio dove abito, a cui era acceduto dal terrazzo della mansarda, precipitando per sette piani e finendo sulla soletta di copertura del negozio del primo piano, con un volo complessivo, dunque, di ben sei piani.
Precipitandomi a cercarla, l’ho trovata in condizioni estreme ma ancora viva.
Non si muoveva e respirava a malapena.
Portata dal veterinario, a un primo esame sommario sono emerse fratture posteriori, distacco di almeno uno dei due polmoni con un sospetto pneumotorace e possibili lesioni degli organi interni: era tra la vita e la morte.
Di professione faccio il Radiologo interventista e sapevo di poterla salvare solo con un tempestivo intervento.
In un momento in cui le tre tac non erano in orario di servizio, dopo le 20 del giorno lunedì 27 febbraio, quando gli esami programmati per la giornata sono terminati e tutte le macchine diagnostiche sono in attesa di eseguire eventuali esami urgenti, verificato non vi fossero pazienti e, ovviamente, non in timbratura, ho deciso di verificare quali fossero le sue condizioni e cosa potessi eventualmente fare per salvarla.
Sono quindi andato a prendere la gatta, le ho fatto un esame radiologico di pochi secondi utilizzando una delle tre tac e, valutata così la gravità delle condizioni del pneumotorace, ho poi eseguito il drenaggio, permettendole finalmente e immediatamente di respirare: da quel momento la gatta ha ripreso a respirare e si è gradualmente ripresa.
Questi i fatti.
Il dottor Fanelli: «Dedicarsi completamente al servizio della vita»
Mi permetto di osservare che essere medico significa svolgere una missione, quella di dedicarsi completamente al servizio della vita.
Lavoro ogni giorno a contatto con il dolore delle persone, in ambienti chiusi, senza finestre, come quello della sala operatoria, respirando e vivendo sulla mia pelle la sofferenza fisica, emotiva e mentale dei pazienti.
La forza propulsiva che spinge a fare questo è proprio la vita che scorre negli occhi di chi si affida alle tue cure e la speranza che leggi in quegli occhi che ti chiedono di fare di tutto ciò che puoi per aiutare.
E questa vita scorre in ogni essere vivente.
Se non avessi fatto tutto ciò che potevo, visto che faccio proprio il medico radiologo interventista che dunque è abituato a prendere decisioni immediate per salvare vite e la mia gatta fosse morta, non me lo sarei potuto mai perdonare, anche per i miei figli che la adorano.
Mi dispiace se tutto questo abbia comportato una violazione delle regole e mi dichiaro sin d’ora disponibile, laddove tale mia condotta avesse causato un danno economico di qualsiasi genere all’azienda, a farmi personalmente carico della sua integrale rifusione.
Aggiungo che mi dispiace se ho messo in difficoltà i vertici dell’ospedale, ma affermo anche che per me un ospedale è semplicemente una struttura burocratica, ma è soprattutto il luogo dove i miei colleghi ed io, viviamo la missione di aiutare coloro che soffrono.
E concludo ringraziando la mia gatta, che ha vinto la battaglia per la vita, che oggi sta bene, e che, quando la tengo tra le mie braccia e mi guarda negli occhi, mi trasmette quell’amore e gratitudine che mi riempiono il cuore, contribuendo ad alimentare quella forza che anima ogni giorno la voglia di andare a lavorare per fare del Bene.
(re.aostanews.it)