Federvini e Discus “United in Spirits” contro l’ipotesi di dazi
Milano, 28 gen. (askanews) – La Federazione Italiana dei Produttori di Vini, Spiriti e Aceti (Federvini) e Distilled Spirits Council of the United States (Discus), hanno lanciato un appello per scongiurare la reintroduzione dei dazi sugli spiriti nel commercio transatlantico nel corso di un incontro all’Associazione della stampa estera a Roma. Le due realtà associative hanno sottolineato che il comparto degli spiriti negli Stati Uniti e in Italia sostiene circa 2 milioni di posti di lavoro, ricordando che dal 1997 al 2018, in assenza di dazi, il commercio degli spiriti tra USA e Unione Europea è aumentato di quasi il 450%, arrivando a generare un valore di circa 200 miliardi di dollari.
L’imposizione dei dazi tra il 2018 e il 2021, innescata da controversie estranee al settore, come quelle sull’alluminio, sull’acciaio e sulla querelle Airbus-Boeing, ha causato danni significativi: le esportazioni di whiskey americano verso l’UE sono diminuite del 20%, mentre le esportazioni di liquori italiani verso gli Stati Uniti hanno subìto una flessione del 41%.
Secondo Federvini e Discus “gli spiriti sono simbolo di tradizioni, culture e qualità, con molte produzioni protette da indicazioni geografiche e fortemente radicate con i territori e le comunità locali”. Il comparto sostiene inoltre “un ampio di indotto, rappresentando un importante volano di crescita economica, negli Usa e in Europa”.
“Le industrie degli spiriti statunitense e italiana sono profondamente interconnesse e mantenere un commercio equo e reciproco senza dazi attraverso l’Atlantico è fondamentale per garantire che i nostri settori, che stanno affrontando mercati incerti e impegnativi, non subiscano ulteriori pressioni economiche” ha dichiarato Chris Swonger, presidente e Ceo di Discus, aggiungendo che “apprezziamo il rapporto stretto tra il presidente Trump e la premier Meloni e li esortiamo a lavorare insieme per trovare un terreno comune tra Stati Uniti e Ue e prevenire l’imposizione di dazi sugli spiriti distillati”
“La nostra industria ha già sofferto pesantemente a causa di dazi che hanno colpito ingiustamente il comparto: è essenziale che produttori e istituzioni collaborino a livello internazionale per proteggere una filiera che rappresenta un importante patrimonio economico e culturale” ha dichiarato Micaela Pallini, presidente di Federvini, evidenziando che “lavorare insieme significa prevenire ostacoli e alimentare una crescita condivisa e sostenibile. Il settore degli spiriti è un’eccellenza globale tra Stati Uniti e Italia e ogni barriera commerciale rischia di avere impatti sul sistema produttivo e sui lavoratori, oltre che sui consumatori per via di un inevitabile effetto inflattivo” ha continuto, auspicando che “non vi siano nuovi dazi da parte statunitense e che l’Unione europea, a sua volta, non riattivi dazi sulle importazioni di whiskey dagli Usa”.
“Se la sospensione dei dazi di riequilibrio nel contenzioso riguardante l’acciaio e l’alluminio non verrà prolungata, a partire dal 1 aprile 2025, le importazioni di whiskey statunitense nell’UE saranno nuovamente soggette a dazi del 50%, vanificando la ripresa, +60%, registrata tra il 2021 e il 2023 a seguito della sospensione dei dazi” ha proseguito Federvini, rimarcando che “se non sarà scongiurata una nuova imposizione di dazi sull’importazione negli Usa di spiriti prodotti in Europa, gli effetti si faranno sentire pesantemente sull’intera filiera produttiva e distributiva europa. Basti considerare – ha concluso – che gli Stati Uniti rappresentano il primo mercato intercontinentale di sbocco per gli spiriti italiani: 13% del totale export per un valore, nei 10 mesi gennaio-ottobre 2023, pari a quasi 190 mln di euro, in crescita del 7,4% sullo stesso periodo dell’anno precedente”.