Gioco legale: analisi degli psicologi boccia normativa sulle pause forzate delle slot
Roma, 24 gen. – Un nuovo studio presentato dalla Società Italiana di Intervento sulle Patologie Compulsive (SIIPAC) emerge come il primo documento scientifico sottoscritto da decine di psicologi che valuta la normativa italiana sulle pause forzate nel gioco d’azzardo, più precisamente l’interruzione oraria dell’attività delle slot. Questo rapporto denuncia come le regolamentazioni vigenti, lungi dal proteggere i giocatori più vulnerabili, rischino di aggravare la compulsività, evidenziando l’assenza di innovazioni tecnologiche sulle slot e di un approccio più efficace su prevenzione, informazione e cura. Sono quindi gli stessi psicologi a bocciare l’approccio restrittivo e proibizionista di politica e amministrazioni locali.
Un altro dato oggettivo che dimostra il fallimento delle pause forzate è l’aumento del numero di giocatori patologici, secondo le stime e i dati sanitari, specialmente in regioni come il Veneto dove questi intervalli sono ancora più frammentari e marcati.
La normativa italiana si concentra sull’imposizione di pause forzate tramite limitazioni orarie all’apertura delle sale giochi e all’accensione delle slot, una misura frammentaria sul territorio nazionale che, secondo il report, non solo risulta inefficace ma può addirittura alimentare la dipendenza. Lo studio evidenzia come interruzioni temporanee e rigide portino a comportamenti compensatori nei giocatori patologici, incluse la frustrazione e il trasferimento verso piattaforme di gioco online (legali e non), dove i controlli sono minimi o inesistenti.
Inoltre, la normativa italiana manca di una visione integrata che includa strumenti tecnologici avanzati, come sistemi di auto-esclusione centralizzati o il monitoraggio personalizzato del comportamento di gioco. In questo contesto, i giocatori non sono adeguatamente informati o assistiti, aggravando il rischio di dipendenza patologica.
Un esempio emblematico delle criticità normative è rappresentato dalla legge regionale del Veneto, che prevede tre fasce orarie giornaliere di interruzione delle attività delle slot, lasciando inoltre ai comuni la possibilità di introdurre ulteriori limitazioni. Questo approccio ha generato un fenomeno noto come il “pendolarismo del gioco”, in cui i giocatori si spostano da un comune all’altro per aggirare le limitazioni orarie o si dedicano ad altre forme di gioco, spesso online o illegali.
“Questa frammentazione normativa non fa che alimentare la compulsività dei giocatori, creando un ambiente favorevole alla diffusione del gioco patologico piuttosto che limitarlo”, si legge nel documento della SIIPAC sottoscritto dagli esperti.
Il rapporto della SIIPAC sottolinea che le pause forzate, per essere efficaci, dovrebbero essere accompagnate da messaggi informativi personalizzati, strumenti di autovalutazione e tecnologie innovative implementate direttamente nelle piattaforme di gioco.
“Non si può pensare di combattere una dipendenza comportamentale così complessa con soluzioni coercitive, parziali e disorganiche”, commenta il Dott. Cesare Guerreschi, presidente della SIIPAC, psicologo e psicoterapeuta pioniere nella lotta contro le dipendenze. “Serve un approccio scientifico, che coniughi prevenzione, assistenza e regolamentazione tecnologica, altrimenti continueremo a favorire i comportamenti patologici e a penalizzare i giocatori più fragili.”
Gli esperti affermano che la frammentarietà delle leggi regionali e comunali dimostra l’urgenza di un intervento nazionale che uniformi la regolamentazione e promuova un approccio scientifico basato su prevenzione, informazione e supporto tecnologico. Senza questi elementi, il gioco responsabile rischia di rimanere un obiettivo mancato, con pesanti conseguenze sociali ed economiche.
Il documento della SIIPAC rappresenta una critica autorevole e un monito per i decisori istituzionali: il tempo delle misure populiste, frammentarie e inefficaci è finito. È necessario investire in innovazione e prevenzione per garantire una tutela reale ai giocatori e combattere il disturbo da gioco d’azzardo con strumenti all’altezza della sfida e di certo tra questi strumenti secondo gli psicologici non c’è l’interruzione oraria dell’attività delle slot.