Concessioni di derivazioni d’acqua, ok in commissione alla norma d’attuazione
Dopo il passaggio in consiglio regionale e l'invio al Consiglio dei Ministri dello schema, la Regione potrà finalmente arrivare a legiferare per disciplinare l'assegnazione delle concessioni di derivazione d'acqua che scadranno nel 2029
Concessioni di derivazioni d’acqua, la prima commissione “Istituzioni e autonomia” ha approvato lo schema di norma di attuazione.
E ora, dopo il passaggio in Consiglio regionale e il nuovo invio in Consiglio dei Ministri, la Valle d’Aosta potrà disciplinare l’assegnazione delle concessioni in scadenza nel 2029, che vedono coinvolta in prima fila Cva.
Concessioni di derivazioni d’acqua: norma d’attuazione
Insomma, la giornata di giovedì 23 gennaio può essere considerata un viatico importante.
La prima commissione, come detto, ha approvato lo schema di norma di attuazione dello Statuto speciale per la Valle d’Aosta in materia di concessioni di derivazioni d’acqua.
L’atto, già trasmesso alla Presidenza del consiglio dei Ministri lo scorso 31 ottobre, prevede quattro articoli che normano le concessioni e le subconcessioni di derivazioni d’acqua per qualunque destinazione d’uso.
Il presidente di commissione
«Il parere è arrivato dopo l’audizione in commissione dei componenti di nomina regionale della Commissione paritetica, Francesco Saverio Marini, Barbara Randazzo e Aurelio Marguerettaz – spiega il presidente della prima commissione, Erik Lavevaz (UV) -. Il prossimo passaggio sarà in Consiglio, quindi il parere sarà trasmesso al Consiglio dei Ministri per la definitiva approvazione del decreto legislativo contenente la norma di attuazione».
Questa norma di attuazione, tanto attesa, darà una svolta.
«Consentirà al Consiglio di poter disciplinare, con legge regionale, l’assegnazione delle concessioni di derivazione d’acqua in vista della loro scadenza nel 2029», conclude Lavevaz.
Lo schema di norma di attuazione
Ma cosa contiene lo schema di norma di attuazione?
Inviato lo scorso 30 ottobre a Roma, l’atto prevede quattro articoli.
Per prima cosa, lo schema prevede che la Valle d’Aosta potrà, appunto, disciplinare con apposita legge regionale modalità e procedure di assegnazione delle concessioni e delle subconcessioni di derivazione d’acqua.
La legge definirà modalità di assegnazione, durata delle concessioni, criteri per la determinazione dei canoni di concessione per l’uso e la valorizzazione dei beni del demanio idrico, ma anche i requisiti finanziari, organizzativi e tecnici degli aspiranti concessionari.
Questi concessionari potranno essere operatori economici, individuati attraverso gare pubbliche; società a capitale misto pubblico-privato, in cui il socio privato è scelto sempre con gare a evidenza pubblica; forme di partenariato pubblico-privato; società a totale controllo pubblico (costituite per soddisfare interessi generali connessi alla produzione dell’energia nel territorio regionale, nel rispetto dei principi dell’affidamento in house).
Lo schema, inoltre, prevederebbe concessioni per la durata massima di 40 anni (estendibili per ulteriori 10), nonché la possibilità, per la Regione, di ritirare quote di energia dai produttori per servizi pubblici sul territorio regionale o per particolari categorie di utenze.
Alla scadenza delle concessioni, o in caso di rinuncia o decadenza, le opere di raccolta, adduzione, regolazione, condotte e canali di scarico (funzionanti) tornerebbero di proprietà della Regione, a fronte di un indennizzo per eventuali investimenti compiuti.
(re.aostanews.it)