Turbativa d’asta: condannato dirigente Usl Valle d’Aosta che arrotondava lo stipendio
L’ingegnere Luca Bonadonna, da alcuni mesi direttore della struttura complessa ‘Tecnico’ dall’Usl della Valle d’Aosta, è stato condannato a 2 anni e 9 mesi per un doppio incarico illegale e turbativa d’asta. La vicenda riguarda una collaborazione illecita con un’impresa e l’uso di un falso nome e riguarda il periodo in cui Bonadonna era un dipendente dell’Asl To3.
Secondo quanto emerso, Bonadonna per integrare il reddito che già percepiva dall’ente pubblico, collaborava anche con una società nel ruolo di tecnico redigendo i dettagli delle offerte indispensabili all’azienda per poter partecipare ai bandi di gara: doppio incarico proibito dalla legge per i dipendenti con quel regime di ingaggio. La doppia veste Bonadonna, 52 anni, originario di Rosta, è finita in tribunale e si è chiusa nei giorni scorsi, con una condanna in primo grado.
Insieme a Bonadonna è stato condannato – a 2 anni e 6 mesi – anche l’impresario Marino Montrucchio. Le accuse sono: falsa attestazione, falso ideologico e turbativa d’asta.
Doppio incarico
La vicenda è singolare.L’ingegnere aveva collaborato alla relazione tecnica per un bando da un milione di euro relativo alla realizzazione dell’impianto elettrico del grattacielo del Consiglio regionale del Piemonte.
La Procura contestava ai due imputati anche una turbativa d’asta legata all’assegnazione, nel 2019, dell’appalto per la manutenzione dei servizi antincendio negli edifici della Regione Valle d’Aosta.
La stazione appaltante ha convocato l’azienda per approfondire dei dettagli e Bonadonna – unico a conoscerli e quindi a poter argomentare con dovizia di particolari – si sarebbe presentato con un falso nome all’incontro, spacciandosi per un operaio della ditta.
Quando però, in una fase più avanzata delle trattative sull’incarico, sono stati richiesti i documenti di identità, l’impresa ha inviato quelli di Bonadonna. Un errore, non volurto. Il funzionario regionale se ne è accorto: l’uomo ritratto nella foto era effettivamente quello che aveva incontrato al summit tecnico, ma non era quello il nome riportato nelle note dell’autore del progetto. Così ha presentato querela.
Le motivazioni della sentenza sono attese alla fine del prossimo febbraio e solo allora la difesa dell’ingegnere potrà proporre appello.
(re.aostanews.it)