Operaio morto ad Allein nel 2020: confermata la condanna al datore di lavoro
Sei mesi (con sospensione condizionale) sono stati inflitti ad Alberto Sale
È diventata definitiva la condanna a sei mesi di reclusione (con sospensione condizionale) nei confronti di Alberto Sale, datore di lavoro di Claudio Luigi Campi, operaio di 46 anni morto nel 2020 in una centrale idroelettrica ad Allein.
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso presentato dalla difesa dell’imprenditore.
Confermata la condanna
L’incidente era avvenuto il 4 settembre 2020. La vittima, secondo quanto ricostruito dai carabinieri e dai tecnici dello Spresal, stava lavorando su uno sgrigliatore, quando una parte della macchina lo ha urtato a una gamba, facendolo cadere. L’operaio era precipitato per una decina di metri.
Nonostante gli immediati soccorsi, per Campi non c’era stato niente da fare.
Per la procura di Aosta (a coordinare le indagini il pm Francesco Pizzato), l’operaio non stava lavorando in sicurezza. In aula, il magistrato aveva detto che la parte mobile della macchina «non era stata vincolata con delle funi».
Non solo. Per l’accusa non era stato redatto un piano operativo di sicurezza completo. Un documento non necessario, secondo i difensori.
L’iter processuale
Nel settembre 2022, il giudice Marco Tornatore aveva assolto Sale dall’accusa di omicidio colposo. Il pm aveva chiesto 6 mesi e 10 giorni di reclusione.
Il verdetto è stato ribaltato in appello a Torino, ad aprile 2024, quando è arrivata la condanna a 6 mesi per il datore di lavoro.
Pena diventata definitiva, con la pronuncia della Cassazione.
(t.p.)