Artigianato: Luciano Regazzoni, l’arte tra leggende e Medioevo
Conosciamo gli artigiani che hanno meritato il Premio Acquisto, l'iniziativa dell'Assessorato allo Sviluppo Economico per acquisire opere di artigianato di tradizione per arricchire il patrimonio regionale
Artigianato: Luciano Regazzoni, l’arte tra leggende e Medioevo.
Riproponiamo l’intervista a Luciano Regazzoni, pubblicata su Gazzetta Matin, per celebrare i vincitori dei Premi Acquisto.
Dopo Enrico Massetto e Fabio Cornaz ecco Luciano Regazzoni.
La settimana prossima toccherà a Giangiuseppe Barmasse.
Tre Premi Acquisto
Interpretando il Trofeo Mezzalama in un tuttotondo da una parte di un antico trave di noce di un camino, il maestro artigiano Luciano Regazzoni ha conquistato il suo terzo Premio acquisto nella 4ª edizione del 2024.
Un altro Premio-acquisto da archiviare…
«Il Premio-acquisto è un’iniziativa apprezzata da noi artigiani professionisti anche perché valorizza il nostro mestiere attraverso le opere.
L’ho vinto nel 2022 per un Sant’Orso da un’antica vite di un torchio e nel
2023 con un personaggio medievale da un noce antico. Ero già contento così, poi quest’altra soddisfazione per la scultura con una squadra di tre atleti partecipanti al Mezzalama in salita sul Monte Rosa».
A La Saint-Ours 224 anche il Prix Carlo Jans
A La Saint-Ours 2024 aveva già ha vinto il “Prix Carlo Jans” per il suo corso di scultura, tra quelli regionali più promettenti, grazie alla qualità delle opere dei suoi allievi…
«Un premio emozionante sia per i miei allievi che per me. Il corso, che tengo dal 2003, è suddiviso in due parti di 72 ore l’uno da ottobre a dopo la Foire e in quattro anni al massimo l’allievo impara le varie fasi scultoree: disegno, sgrossatura, tecniche di rifinitura e applicazione di eventuali colorazioni.
Per i principianti si parte da essenze lignee più tenere come cirmolo e tiglio. Dal 2013 tengo anche la Bottega scuola (200 ore in 2 anni) alla quale partecipano due allievi alla volta».
Alla Foire de Saint Ours dal 1992
Da autodidatta ha iniziato ad esporre alla Foire de Saint-Ours nel 1992…
«La passione per il legno mi è stata trasmessa da nonno Emilio che mi portava a vedere le Fiere di artigianato e poi iniziando ad intagliare per mio conto.
La scultura è arrivata con il corso e la bottega scuola del Maestro artigiano Franco Crestani dove ho appreso come impostare i pezzi, rifinirli e colorarli. In seguito ho cercato il mio stile, anche se gli insegnamenti rimangono e se ne tiene sempre conto».
Chi è Luciano Regazzoni
Nato ad Aosta, Luciano Regazzoni vive e lavora a Fénis dove dal 2001 ha il suo laboratorio “Le Petit Atelier” in via Barche, 112/A.
Dopo gli studi all’Istituto professionale regionale, è prima apprendista poi falegname qualificato.
Presta servizio militare nei Vigili del fuoco e diventa custode al Castello di Fénis prima dedicarsi completamente all’artigianato.
Dal 2008 è Maestro artigiano e ha fatto parte dell’Associazione ArtZapot con altri maestri artigiani valdostani le cui opere sono nel Museo a cielo aperto di Pian Villy a Champoluc.
Molti i riconoscimenti fin qui ricevuti e le esposizioni, tra cui le personali alla Chiesa di San Lorenzo a fine 2009 ad Aosta e “Contes d’hiver” (2016), sculture e dipinti, a Maison du Val d’Aoste a Parigi, oltre alla bipersonale “Voyager pour se découvrir” al Castello di Bosses (2018).
La sua scultura spazia dai tuttotondo ai bassorilievi per i quali predilige il noce antico facente anche parte di strutture d’antan che con il suo estroso intervento rinascono a nuova vita.
Nei componimenti allegorici compaiono a volte parti colorate (nei decori a losanghe, nei personaggi medievali o negli gnomi che li popolano con i tatà).
Un po’ di Medioevo
Nelle sue opere anche personaggi e simboli medievali…
«I soggetti medievali sono legati a quando ero custode al Castello di Fénis, dalle cui decorazioni, interne ed esterne, ho preso spunto per losanghe e altri dettagli che inserisco nelle opere, mentre gli gnomi sono nati prima da radici lignee e in seguito li ho inseriti nei pezzi».
Quale opera l’ha più impegnata?
«Se non è su commissione, l’impegno maggiore per ogni lavoro è soprattutto nelle prime fasi di ricerca e ideazione».
Da qualche anno alla scultura affianca la pittura su tela a tecnica mista, sempre legata alla tradizione e un’aura fiabesca…
«Ho pensato ai bozzetti delle sculture come dipinti, quando Alessandro Nex mi ha invitato all’evento “Chez l’artiste” (2016) in ricordo di suo padre Francesco, il grande pittore e da lì per ora continuo con due arti anche se molto diverse.
Nella scultura parto dal disegno ed è affascinante tirar fuori il soggetto valorizzando al contempo il legno utilizzato, nella pittura parto da zero e la bellezza sta nel giocare con temi e colore.
La pittura mi ha permesso di partecipare alla collettiva nazionale alla Galleria Margutta a Roma nel 2022 e ricevere un attestato di riconoscimento al “Gran premio della stampa artistica” al Teatro Ariston di Sanremo nel 2023».
Scultura e tanti altri hobbies
Hobby oltre agli impegni del mestiere?
«Andare in MTB ricordando Cross Country e Downhill che ho praticato a livello agonistico negli anni ’90 anche con il compianto Corrado Hérin di cui son stato meccanico personale per due anni e seguendo tutta la Coppa del mondo di Downhill da lui vinta nel 1997.
Leggere, viaggiare con la famiglia, passeggiare con Nike il mio Border Collie, sciare e vivere ciò che la montagna offre… compresa la mia amata Val Clavalité».
Aspettando la Saint-Ours 2025
Che opere esporrà all’Atelier des Métiers della prossima Millenaria?
«Anche quest’anno tutte opere inedite con personaggi tra leggende e Medioevo arricchiti da simboli della tradizione valdostana, come ad esempio i tatà in sfilata».
(nadia camposaragna)