Aspiranti guide alpine morte sotto valanga, chiesto processo per l’istruttore
La procura di Aosta ha chiesto il rinvio a giudizio per la guida alpina Matteo Giglio con l’accusa di omicidio colposo plurimo.
Giglio, 51 anni, il 13 aprile 2003 accompagnava tre aspiranti guide alpine in una uscita di scialpinismo quando una valanga si è staccata uccidendo i tre escursionisti.
L’incidente era avvenuto vicino al colle della Tsanteleina, in Savoia (Francia), poche decine di metri oltre il confine, nei pressi dell’alta Val di Rhêmes.
A perdere la vita furono Lorenzo Holzknecht, di 38 anni, campione di scialpinismo nato a Sondalo e cresciuto a Bormio, Sandro Dublanc (43) maestro di sci di Champorcher ed Elia Meta (36), originario del forlivese, finanziere del Sagf di Entrèves (Courmayeur).
I rilievi
In base ai rilievi formulati dal perito del gip con incidente probatorio, il pm Giovanni Roteglia ha ipotizzato due profili di colpa per Giglio: il mancato utilizzo di zaini con sistema airbag da valanga, comunque non obbligatori nello scialpinismo, e una modalità di discesa nel canalone, dove si era verificato l’incidente, che avrebbe potuto essere più prudente.
Giglio aveva raccontato che il distacco era avvenuto al passaggio di Dublanc su un accumulo di neve ventata, che gli altri tre invece avevano evitato. Secondo il perito, però, non è possibile determinare l’esatta causa della valanga.
La procura aveva formulato in un primo momento una richiesta di archiviazione, poi l’opposizione di una parte offesa e l’emergere delle tracce con i dati satellitari da telefoni e smartwatch avevano dato un nuovo impulso investigativo.
(re.aostanews.it)