Acca Larentia, in piazza ancora centinaia di saluti romani
Roma, 7 gen. (askanews) – Saluti romani, e come di consueto, alle 18 in punto, la chiama “Camerati attenti”, poi, i tre richiami ai “camerati”, cui le diverse centinaia di militanti presenti hanno risposto per tre volte “presente” con il braccio teso. La memoria della strage di Acca Larentia non abbandona il profilo nostalgico che da 47 anni porta i militanti dell’estrema destra romana a sfilare nel quartiere dell’Appio Latino per ricordare che il 7 gennaio del 1978 due appartenenti al Fronte della Gioventù, Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta, furono uccisi nei pressi della sezione storica del movimento sociale mentre Stefano Recchioni, fu ucciso a poche ore di distanza, negli scontri con le forze dell’ordine seguiti a un presidio organizzato dopo l’agguato.
Cerimonie e deposizioni istituzionali separate di corone da parte di Fratelli d’Italia, del Comune di Roma e della Regione Lazio questa mattina avevano già commemorato i tre giovani in tre momenti diversi.
“Come Fratelli d’Italia siamo presenti oggi a quella che è una cerimonia istituzionale, che vuole essere un invito alla pacificazione per ribadire che quelli degli anni ’70 sono stati anni terribili – ha detto il deputato Federico Mollicone di Fratelli d’Italia -. Essere qui per noi è lineare e coerente, i tre ragazzi trucidati da un commando comunista sono stati riconosciuti dallo Stato come vittime del terrorismo”. Polemiche erano sorte nei giorni scorsi dopo la decisione del Comune di Roma di far rimuovere il 30 dicembre scorso, su segnalazione di Anpi e altre associazioni, una targa commemorativa apposta presso la casa di Recchioni, perché recante come dedicatari la locuzione “I camerati”. L’assessore capitolino alla cultura Massimiliano Smeriglio in risposta alle proteste sollevatesi, aveva proposto un percorso di condivisione di una targa toponomastica ufficiale, ma nottetempo la vecchia targa è ricomparsa al suo posto per mano di ignoti.
L’assessore capitolino al Personale Giulio Bugarini, presente alla commemorazione in rappresentanza del Campidoglio, ha ricordato che “ogni anno il Comune di Roma depone una corona a ricordo del periodo drammatico e terribile degli anni di piombo”, aggiungendo anche che “non giova a nessuno fare una gara tra mettere e togliere. Lo sforzo delle istituzioni e di tutte le forze politiche dopo tanti anni è quello di trovare un linguaggio comune per raccontare quei fatti. C’è stata anche la richiesta di fare attraverso la nostra commissione toponomastica una targa con una condivisione di parole e firme istituzionale per ricordare quei fatti”.
Nonostante queste aperture, il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca ha preferito ricordare i caduti ‘in proprio: “Non mi sono sentito di fare la commemorazione con il Comune di Roma – ha spiegato – perché ho trovato inutili e vergognose le polemiche dei giorni scorsi. L’anno scorso eravamo qua insieme, ma l’atteggiamento sulla targa non ci ha messo in condizioni di avere una commemorazione condivisa”.
Chi non ha mai rinunciato a una propria celebrazione identitaria, da 47 anni a questa parte, sono i militanti delle formazioni della destra estrema che anche oggi alle ore 18.00 a Acca Larentia hanno ricordato, indisturbati, i propri caduti con i propri linguaggi e i soliti saluti romani.
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