The Stone, VdA Aperta torna all’attacco: «Danno causato dal piano casa»
Il movimento punta ancora una volta il dito sulle concessioni date dal piano casa regionale e spinge i comuni ad alzare la voce: nel mirino il condominio all'Arco d'Augusto, quello "costruendo" a Gressan e alcuni interventi degli ultimi anni a Courmayeur
Il The Stone di Cervinia è un danno causato dal piano casa regionale.
Parole e musica di Valle d’Aosta Aperta che, ancora una volta, torna a tirare bordate al grattacielo in costruzione a Cervinia, includendo, ovviamente, anche quanto sta accadendo in altre località rossonere.
The Stone: «pianificazione del territorio non gestita»
Con il nuovo anno, insomma, Valle d’Aosta Aperta torna ancora all’attacco del piano casa regionale, che sarebbe un esempio di «pianificazione del territorio non gestita», in grado di produrre «danni» come il The Stone, il condominio «vista mare» all’Arco d’Augusto, gli interventi di Courmayeur e, in ultimo, «il grande condominio che si sta costruendo a Gressan».
Colpa della maggioranza regionale
Per Valle d’Aosta Aperta, tutto questo sarebbe colpa «dell’attuale maggioranza regionale UV e PD», anche se piani regolatori, deroghe e aspetti vari sono «competenze in capo ai Comuni – continua VdA Aperta -. Se poi i sindaci concordano con noi che la legge Casa sia da cambiare o abrogare, hanno il diritto e il dovere di chiederlo alla Regione».
E qui il movimento tira in ballo l’assessore con delega all’Urbanistica del Comune di Aosta, Loris Sartore, che «dovrebbe farsi alfiere di una battaglia per un’immediata moratoria, almeno fino all’approvazione del nuovo Piano Territoriale Paesistico».
«Piano casa strumento di speculazione»
Il mirino, poi, torna più precisamente sul piano casa.
«Non ha più nessuna valenza ambientale o sociale, ma è diventato solo uno strumento di speculazione edilizia che, con aumenti volumetrici fino al 35%, a vantaggio di pochi, sta pesando sia sui contribuenti – chiamati a pagare il potenziamento delle infrastrutture di urbanizzazione – sia sul paesaggio e l’ambiente – attacca ancora VdA Aperta -. Abbiamo più volte evidenziato il problema: i Comuni non possono più limitarsi a dire che è colpa della Regione, devono riprendere in mano la gestione del territorio e farsi attori del cambiamento di una legge sbagliata e oramai fuori dal tempo dell’attuale crisi economica e climatica».
(al.bi.)