Gli auguri del Vescovo per il 2025: «l’incontro con Gesù, l’aiuto alle giovani famiglie e il perdono»
Monsignor Lovignana è intervenuto sulla partecipazione di 4 sacerdoti alla puntata in diretta del podcast Illumina Aosta: «non è necessaria alcuna autorizzazione, ma chiedo scusa a nome dei miei confratelli per risate scomposte e linguaggio volgare e grossolano»
Gli auguri del Vescovo per il 2025: «l’incontro con Gesù, l’aiuto alle giovani famiglie e il perdono».
Monsignor Lovignana ha inviato ai fedeli un messaggio per la chiusura dell’anno e gli auguri per l’anno appena iniziato.
Il Vescovo della nostra diocesi è anche intervenuto a proposito delle polemiche suscitate per la partecipazione di quattro sacerdoti alla puntata in diretta del podcast Illumina Aosta.
Monsignor Lovignana ha ribadito di non aver ritenuto di dover autorizzare nessuno, considerato che si tratta di uomini adulti ma non ha gradito le risate e il linguaggio grossolano in alcuni passaggi dell’intervento dei sacerdoti per i quali ha chiesto scusa.
Il messaggio ai fedeli della diocesi
Ecco, integrale, il messaggio di Monsignor Franco Lovignana.
Un anno si chiude. Un anno si apre. Dio abbia pietà di noi e ci benedica.
Le due invocazioni del Salmo 66 che accompagna la celebrazione del 1° gennaio dicono bene i sentimenti che proviamo quando passiamo da un anno all’altro: abbiamo bisogno che il Signore abbia pietà di noi, con le nostre debolezze e i nostri peccati, e del mondo intero, con le sue violenze e ingiustizie; soprattutto abbiamo bisogno che volga su di noi e sul mondo il suo sguardo benevolo e misericordioso e ci dia pace!
È questa la preghiera che desidero condividere con tutta la Diocesi in questo ultimo scorcio dell’anno.
E l’augurio che formulo per tutti è che l’anno che inizia sia occasione di un incontro vivo e personale con Gesù, l’unico capace di rinvigorire la speranza in questo momento tanto faticoso e difficile.
Ci impegniamo per recuperare la gioia di vivere e per aiutare fratelli e sorelle a fare altrettanto.
Tre attenzioni
In modo particolare vorrei che avessimo tre attenzioni: sostenere le giovani famiglie perché possano con gioia trasmettere la vita; accompagnare i giovani, soprattutto i più fragili, perché non perdano mai il gusto della vita; intraprendere percorsi di perdono per guarire le relazioni malate della nostra vita.
Lo show di Illumina Aosta
Questo augurio non è però sufficiente, perché non posso tacere ciò che è sulla bocca di tutti, ossia lo show che ha visto come protagonisti quattro sacerdoti della nostra Diocesi e che ha avuto un’enorme visibilità, suscitando reazioni contrastanti. Finora non ho preso posizione pubblicamente, limitandomi a dire il mio pensiero ai quattro interessati.
Ho fatto così per non alimentare ulteriormente le polemiche.
Tuttavia, dopo tanti commenti, richieste di chiarimento, generalizzazioni e illazioni sul comportamento dei preti della Diocesi, ritengo che sia utile dire una parola ufficiale da parte della Diocesi e del Vescovo, raccontando i fatti così come hanno coinvolto la Diocesi stessa e il Vescovo.
Nessuna autorizzazione o censura era necessaria
Diverse persone domandano: «Il Vescovo ha autorizzato?».
Il conduttore di Illumina Aosta ha chiesto, attraverso il Vicario Generale, se era possibile invitare dei sacerdoti al suo show.
La mia risposta è stata che non ritenevo di dover autorizzare o censurare un invito rivolto ai sacerdoti, uomini adulti e responsabili, capaci di valutare la propria preparazione e capacità per intervenire o meno in uno spettacolo pubblico. Sono abituato a fidarmi dei miei sacerdoti. Punto.
Da lì in poi il Vescovo non ha più saputo nulla se non a cose avvenute.
Nessuno dei sacerdoti ha chiesto autorizzazione, e neppure era necessaria.
Altre persone chiedono: «Il Vescovo approva?».
Azione in assoluta buona fede
Dico subito che credo che i quattro sacerdoti abbiano agito in buona fede e abbiano cercato di mostrare un volto simpatico del prete e anche di dire una parola di Vangelo in un ambiente leggero. In parte forse ci sono anche riusciti.
Fatta salva dunque la loro buona fede, non posso non rimarcare che il modo in cui sono stati affrontati alcuni temi delicati (in primis la morte, i Sacramenti e i Sacramentali), le risate scomposte e in particolare il linguaggio volgare e grossolano, sono effettivamente offensivi verso le persone e verso la sacralità della vita ecclesiale e svilenti il ministero sacerdotale.
Le scuse a nome dei confratelli
Al riguardo approfitto per fare pubblicamente ciò che ho fatto in privato con diversi fedeli che sono venuti a parlarmi e cioè chiedere scusa a nome dei miei confratelli se questi modi e queste parole sono stati occasione di scandalo.
Questo scivolone sarà occasione per noi sacerdoti di riflettere insieme sul nostro modo di porci in relazione con la gente per essere davvero vicini senza svalutare il messaggio di cui siamo servitori.
Grazie ai sacerdoti per il lavoro svolto con dedizione
Tuttavia, desidero sottolineare come normalmente tutti i nostri sacerdoti svolgano con dedizione, coscienza e amore il loro ministero a servizio delle comunità e questo con grande generosità e spirito di sacrificio.
Di questo voglio ringraziarli pubblicamente, anche come riparazione per alcuni apprezzamenti ingenerosi apparsi in qualche articolo.
Nella foto in alto, Monsignor Lovignana alla processione di domenica scorsa, per l’apertura del Giubileo della nostra diocesi.
(re.aostanews.it)