Virna Ballerio, la globetrotter che porta lo yoga nelle scuole
L'incredibile storia della 37enne aostana, insegnante di yoga, che ha girato il mondo alla ricerca della sua strada, tra sliding doors e avventure degne di un romanzo. Il tutto con una convinzione, riprendendo le parole del Dalai Lama: «Se ad ogni bambino di 8 anni venisse insegnata la meditazione, riusciremmo a eliminare la violenza nel mondo entro una generazione».
Virna Ballerio, la globetrotter che porta lo yoga nelle scuole.
Dalla provincia di Varese ad Aosta, prima di un girovagare alla ricerca di sé tra Asia e continente australe, per poi fare ritorno tra le Alpi, in gran parte a causa del Covid.
Un viaggio fatto attraversando una lunga serie di sliding doors, ma che è servito per maturare una convinzione: per andare col Dalai Lama, «Se ad ogni bambino di 8 anni venisse insegnata la meditazione, riusciremmo a eliminare la violenza nel mondo entro una generazione».
Ed ecco che, nel suo piccolo, lei ci proverà davvero, portando lo yoga nelle scuole.
Virna Ballerio, la sua storia
È la storia di Virna Ballerio, 37 anni, nata ad Angera e approdata nella nostra regione all’età di 10 anni.
Da qui, più che una storia è partito una sorta di romanzo, proprio come quelli tanto di voga adesso, fatto di scelte di vita alla ricerca di una destinazione nel mondo, bivi esistenziali e la scoperta di una missione.
Insegnare yoga e provare a fare luce sul cammino dei suoi allievi.
Già, perché Virna, alla fine di tutto il suo girovagare, fa proprio questo di mestiere, pur essendo passata per diverse professioni, anche molto ben retribuite.
Arrivata in Valle a 10 anni, Virna Ballerio ha studiato ad Aosta per poi scegliere la facoltà di Psicologia.
La crisi e la prima sliding door
A 25 anni, conclusa l’università, incamerato un master e il tirocinio per intraprendere la carriera di psicologa e psicoterapeuta, la prima sliding doors.
«Ho avuto un momento di crisi – ricorda -. Era il 2013 e da un momento all’altro ho deciso di abbandonare tutto».
Tradotto: lauree nel cassetto e viaggio alla ricerca di se stessi e di un posto del mondo. Per farlo, però, servono dei fondi. E anche qui il destino, o chi per lui, ci metterà uno zampino, portando Virna a lavorare per quattro mesi al Rifugio Vittorio Emanuele a Valsavarenche.
La Thailandia e la scoperta dello yoga
Poi, l’annuncio ai genitori: «Parto per la Thailandia e non so quando tornerò».
Anche perché nel cassetto in cui sono riposte ora le “pergamene” i sogni sono tanti e il biglietto aereo è di sola andata.
«Sono partita con uno zaino e senza sapere nemmeno una parola di inglese» sorride Virna.
Ma un’altra svolta, poi rivelatasi decisiva, era dietro l’angolo.
«Dopo un mese, ho trovato a Koh Phangan un’amica di Aosta, che viveva lì e mi ha portato a una lezione di yoga – ricorda -. La prima lezione mi ha devastata, ma appena mi sono messa sul tappetino ho capito che quella sarebbe stata la mia vita».
Ecco quindi l’approdo in un ashram, con residenza in una casetta nella giungla e full immersion di quattro mesi, con lezioni di yoga intensive dalle 7 del mattino alle 7 di sere.
Il tutto sempre con la scarsa conoscenza dell’inglese. Le competenze crescono, così come la consapevolezza e la voglia di viaggiare, che conduce la nostra Virna tra Indocina, Laos, Vietnam e Cambogia, prima di presentare il conto.
Rotta verso l’Australia
«Avevo bisogno di soldi per continuare a viaggiare, così nel 2015 ho deciso di andare in Australia – rivela Virna Ballerio -. Ho iniziato vivendo in van, lavorando tutto il giorno in una farm a raccogliere fragole per cinque mesi, così da riuscire a ottenere un visto per il secondo anno. Poi ho girato, inviato decine di curriculum e capito che in ogni caso avrei dovuto reinventarmi».
Sulla strada si è però stagliata Fremantle, cittadina «super alternativa» a pochi chilometri da Perth, dove la giovane aostana ha rispolverato le doti da barista, lavorando sette giorni su sette fino a divenire manager della struttura, con uno stipendio alto, ma una sorta di epifania dietro l’angolo.
«Dopo un anno e mezzo mi è stato proposto lo sponsor e la possibilità di ottenere la cittadinanza australiana e il visto permanente – continua Virna -. Guadagnavo bene e mi sono mossa per fare le carte, spinta anche dalla proposta del capo di pagarmi il visto. Il giorno prima di firmare, però, ho rifiutato: il pensiero di rimanere lì almeno tre anni mi ha frenata».
Il ritorno in Asia per la formazione
Nel periodo australiano lo yoga era stato “ridotto” a pratica quotidiana, ma personale e questo non era nei piani.
«Volevo andare in India per formarmi, così sono tornata a Koh Phangan, dove ho sostenuto un teacher training da 250 ore – ricostruisce -. Ho così ripreso a viaggiare, iscrivendomi però anche a una seconda formazione da 500 ore».
Seduta in un bar in Cambogia, un’altra rivelazione, scrollando Facebook.
«Mi capita sotto mano la pubblicità per un’insegnante di yoga in India – sorride ancora Virna -. Ho contattato immediatamente l’insegnante canadese e ho sconvolto nuovamente tutti i piani».
Rotta per l’India
È il 2018, anno per un’ulteriore svolta, con visto per lndia e partenza alla volta di Goa.
Periodo tra feste e yoga, poi altri due mesi in un ashram.
«Ci alzavamo alle 6, si andava a dormire a mezzanotte e nel mezzo era solo studio, pratica e meditazione – spiega Virna -. Ho preso anche un batterio che mi ha debilitata, ma ho iniziato a insegnare, creando dei flyers e trovando un posto per fare lezione: avevo a che fare con persone di tutti i generi, vista la natura di Goa».
Sette mesi in India, poi un’altra opportunità: un posto per insegnanti in Sri Lanka, con tanto di vitto e alloggio. «Sono partita subito per Ella, per 4 mesi da backpacker a tutti gli effetti».
Ritorno nell’emisfero australe
È però di nuovo tempo di rimpinguare il conto in banca ed ecco un working holiday visa per la Nuova Zelanda, in particolare a Auckland, dove il cerchio potrebbe chiudersi.
«Ho inviato curriculum ovunque e sono stata presa in una catena di Coffee shop – rispolvera -. Sono divenuta nuovamente manager e un giorno, a una conferenza, ho conosciuto il presidente: un signore conosciuto al Vittorio Emanuele che mi aveva detto di contattarlo se avessi intrapreso il viaggio dei sogni di cui gli avevo parlato».
È la volta del Nepal: da insegnante di yoga
Arriva nuovamente l’offerta di sponsor, ma anche l’ennesimo diniego, “giustificato” ancora dai social: insegnante di yoga cercasi… in Nepal. Colloquio su Skype e zaino nuovamente in spalla, anno di grazia 2019.
«Avevo uno studio con una guida e insegnante di yoga nepalese, che a un certo punto ha dovuto tornare in Svizzera, nella cittadina di Pokhara, punto di accesso al circuito dell’Annapurna – sorride ancora -. Ho insegnato per otto mesi, cercando gente, turisti, guide del posto, nel frattempo ho girato ancora e continuato la formazione, raggiungendo le 850 ore. Qui ho trovato altri due miei “guru”: uno mi hanno permesso di diventare terapeuta del suono con le campane tibetane, l’altro mi ha avvicinato al reiki».
Il ritorno in Italia e il Covid
Virna fa poi rotta sull’India.
«Ma in Cina si iniziava già a parlare di Covid» ricorda.
Siamo a febbraio 2020 e in programma c’è il ritorno, già programmato, a Milano.
Da lì a poche settimane ecco la quarantena, che fa saltare il lavoro in un ecovilaggio in Abruzzo e costringe ancora una volta Virna a reinventarsi.
«Avrei sempre voluto rimanere in India, stare in Valle era un cruccio non sostenibile, ma quando sono tornata mi sono nuovamente innamorata di casa nostra – racconta ancora -. Siamo in uno dei posti più belli del mondo e ho deciso di portare qui la mia vocazione».
Qualche lezione gratuita, poi un primo spazio dove insegnare e il salto nel vuoto nell’attuale studio Om Meraki Yoga in via Lavoratori Vittime del Col du Mont.
Primi corsi a ottobre 2020, poi chiusura, corsi online, ma la strada, ormai è tracciata.
Yoga a scuola
I “seguaci” crescono, ma Virna è un vulcano in eruzione e dalle chiacchiere con una ex studentessa ecco spuntare l’idea di sfruttare i fondi del Pnrr per proporre 10 lezioni alle magistrali.
«È andata molto bene, con una quindicina di ragazzi e ora ripropongo i corsi – annuncia soddisfatta -. Voglio educare alle emozioni, ciò che manca nella scuola di oggi, dove non si insegna a gestire ciò che ci succede e dove il Covid ha lasciato un pesante strascico di disagio e perdizione».
La strada è complicata, perché sul tema manca un po’ di apertura, tanto che due progetti per insegnanti e studenti di tutte le scuole vengono praticamente rispediti al mittente.
«Dispiace, perché come dice il Dalai Lama, “Se ad ogni bambino di 8 anni venisse insegnata la meditazione, riusciremmo ad eliminare la violenza nel mondo entro una generazione” – esclama -. Non pretendo tanto, ma almeno partire dall’ascolto di sé, per di più in un’epoca funestata dai suicidi».
Lo yoga come stile di vita
Insomma, Virna la sua via l’ha trovata e ora sta provando a passare il messaggio a tantissime altre persone che si rivolgono a lei alla ricerca, forse inconsapevole, di un aiuto per affrontare il mondo moderno.
«La prima volta su un tappetino ho capito che il mio dharma, il mio scopo nella vita, era illuminare la strada per mostrare agli altri quale sia il guru interiore e spingerli a raggiungerlo – conclude Virna -. Lo yoga, per me, ora è uno stile di vita. È stata una guarigione, che mi ha permesso di superare anche disturbi alimentari e mi ha trasformata. È stata la mia medicina e ora posso affermare che non fai yoga, devi esserlo e per me non c’è nulla di più vero».
(alessandro bianchet)