Artigianato: Fabio Cornaz, talento tra scultura e ceramica
Conosciamo gli artigiani che hanno meritato il Premio Acquisto, l'iniziativa dell'Assessorato allo Sviluppo Economico per acquisire opere di artigianato di tradizione per arricchire il patrimonio regionale
Artigianato: Fabio Cornaz, talento tra scultura e ceramica.
Riproponiamo l’intervista a Fabio Cornaz, pubblicata su Gazzetta Matin, per celebrare i vincitori dei Premi Acquisto.
Dopo Enrico Massetto, ecco Fabio Cornaz.
Con la scultura lignea “Intreccio e consapevolezza”, l’artista Fabio Cornaz è stato tra i quattro artisti valdostani scelti per il Premio-acquisto regionale.
Fabio, una bella soddisfazione questo Premio-acquisto…
«Avevo partecipato già due volte al Premio-acquisto, ma di questo sono molto contento, una vera sorpresa, anche perché i miei soggetti si discostano abbastanza da quelli più tradizionali, sono un po’ fuori dall’ordinario».
Com’è nata l’idea di questa scultura realizzata scegliendo “L’Arte di essere donna” tra i tre temi proposti?
«L’idea è partita parlando con Lisa, la mia compagna, intorno a un tema sempre attuale come quello della parità tra uomo e donna.
Così ho voluto rappresentare la donna che dà una mano all’uomo, ma al contempo è maglia di una catena in un sistema dove tutti si aiutano.
L’ho scolpita a levare da un pezzo unico di tiglio e, visto che cerco sempre di legarmi all’arte classica e ai suoi simbolismi, il tutto l’ho incastonato in una luna, icona femminile nella cultura greco- romana».
Una scelta con non poche difficoltà di realizzazione…
«La difficoltà a livello di realizzazione, se mai, è stata quella di mantenere un equilibrio tra le proporzioni».
Come è arrivato all’arte artigianale come mestiere?
«Da autodidatta, dopo gli studi scientifici, quelli in scienze forestali e dopo aver lavorato nei serramenti, coltivando la passione nata a sedici anni per i giochi da tavola e iniziando a modellare le miniature con la plastilina.
Un hobby che mi ha portato a partecipare a mostre e a concorsi sul tema.
È modellando la ceramica che ho iniziato poi a rappresentare la figura umana e gli animali e a partecipare alla mia prima Foire d’été nel 2016 e alla successiva invernale.
Poi nel 2018, dopo aver aperto la mia attività “Reysor’g”, sono approdato all’Atelier des Métiers delle Fiere estive e invernali dove da due anni faccio parte della categoria scultori».
Autodidatta, ma con basi solide…
«Sì, nel mio percorso formativo ho frequentato la Bottega scuola dello scultore Simone Allione e da lì, nel 2020, ho iniziato a scolpire anche il legno con i primi pezzi realizzati in modo autonomo due anni dopo.
Nasco così anche come scultore ligneo, prediligendo la figura umana che mi porta a curate tecnicamente parti anatomiche in maniera certosina; giocando molto anche nell’assemblare diverse essenze lignee come castagno, cirmolo, tiglio, ciliegio, betulla o pioppo tra gli altri per vederne i risultati di contrasto a livello estetico.
Sto sperimentando, inoltre, l’assemblaggio di legni, ceramica e pietra. Negli ultimi tempi tendo a soggetti che possano metaforicamente e fisicamente risultare sospesi, come ad esempio già realizzato con l’opera “L’ascesa”».
C’è un’essenza lignea che preferisce?
«In assoluto il castagno soprattutto vecchio dai colori interessanti. Forse un amore legato al luogo pieno di castagneti, dove mia mamma ha le sue origini».
Vive e ha il laboratorio “Raysor’g” a Verrayes in frazione Oley, 3 dove tiene anche corsi…
«Oltre a ideare e creare, in laboratorio tengo corsi privati, con lezioni anche per singoli appassionati di avvicinamento alla lavorazione della ceramica che, almeno al momento, qui da noi è categoria equiparata e non tradizionale».
Da dove nasce il nome Raysor’g scelto per la sua attività?
«È nato come soprannome dai miei trascorsi giovanili nel mondo delle miniature dove ho ancora molti amici e mi chiamano ancora così».
Nella categoria ceramica, tra i vari riconoscimenti, ha ricevuto il primo premio e anche quello attribuito dal pubblico, alla 69^ Mostra-concorso del 2022…
«Per la scultura raffigurante la testa di un lupo che ha richiesto molto studio e tempo.
Ma negli ultimi anni realizzo, anche su commissione, ceramica da tavolo atossica, ad esempio servizi di piatti e tazze oltre a vasellame, prevalentemente al tornio.
Oggetti la cui particolarità è data dai pigmenti (smalti) che uso e che produco lavorando pietre e ceneri di piante che cerco sul territorio. Il processo di lavorazione delle pietre, ad esempio passa attraverso la raccolta, la calcinazione e, quindi, la polverizzazione, con risultati cromatici derivanti dagli ossidi propri dei minerali impiegati che richiamano i colori della Terra».
Progetti futuri?
«Continuare ad indagare l’assemblaggio di ulteriori diversi materiali per le sculture, mentre per la ceramica cercare altri risultati che nascono dal mixare minerali.
Dallo scorso anno, inoltre, ho iniziato a scolpire il marmo… in Toscana. Lì dicono che ci voglia il triplo del tempo a lavorare il marmo in rapporto al legno.
Il marmo è un materiale che rispetto al legno ha una venatura meno presente, per questo trovo che la sua lavorazione sia, come dire… fluida».
Hobby?
«Arrampicare, ascoltare musica, passeggiare con il mio maremmano Jingle alla ricerca anche di piante e minerali da studiare per le mie ceramiche; andare in moto e coltivare la passione per quelle d’epoca e appena si può… andare in Toscana».
Ai mercatini di Natale sabato 28 dicembre
Per ammirare Fabio Cornaz all’opera, si può approfittare dello spazio dedicato alle dimostrazioni del savoir faire artigiano, al Marché Vert Noel, in piazza Chanoux sabato 28 dicembre e lunedì 6 gennaio, dalle 13 alle 17.
(nadia camposaragna)