I funerali di Augusto Rollandin: «ha lottato come un gladiatore, divisivo ma vero e indomito»
Alla chiesa di Brusson, la cerimonia funebre del già presidente della Regione e ex Senatore della Repubblica
I funerali di Augusto Rollandin: «ha lottato come un gladiatore, divisivo ma vero e indomito».
Se ne è andato come un gladiatore. Ha lottato, per la prima volta inerme, contro una malattia implacabile.
Ha lottato, tutta la vita, come Spartaco, per la sua terra, per le sue genti, per i suoi ideali e per le specificità valdostane. Spesso divisivo, vero. Ma indomito.
«Sembravi immortale per la tua forza e carisma. non era sempre facile starti vicino, ma pur sempre un onore per il rispetto che avevi per le istituzioni», si legge in uno dei numerosi post su Facebook.
L’ultimo saluto
C’erano tutti sul sagrato della chiesa parrocchiale di Brusson, suo paese natìo, amici e nemici, i rappresentanti delle istituzioni, il presidente e i vertici regionali, oltre, naturalmente, alla moglie Nicoletta e ai figli Claude e Martine.
L’ampia chiesa di Brusson era gremita, con almeno 300 persone sedute, un centinaio in piedi e tante altre rimaste fuori sul sagrato.
La celebrazione
«Non tutto muore, non tutto finisce, rimane quello che si è sentito col cuore.
Cerchiamo i punti luce, non il buio o il nulla, ma un sentiero luminoso nel percorso che ha appena iniziato il vostro congiunto», ha esordito il parroco don Michele Giachino, che ha concelebrato con il parroco di Issime don Marian Benchea e con don Aldo Armellin priore della collegiata di San Pietro e Sant’Orso. L
L’omelia di don Giachino
«In occidente si è sempre messo l’accento sull’essere umano come un mortale e non come un Natale.
Con un aggettivo che tronca ogni possibilità. Dentro, in realtà, sentiamo che l’aggettivo natale è in grado di suscitare la vita evocando un inizio», ha detto don Giachino dopo la lettura del Vangelo.
«Auguriamo ad Augusto di attingere a un principio di natalità che portiamo scritto nel nostro Dna.
Non tutto muore, resta quello su cui mettiamo il cuore. Sostituiamo natale a mortale e aggiungiamolo al sostantivo destino.
Il risultato cambia radicalmente e lascia spazio a sorrisi di gioia e a mani intrecciate in un gesto di pace.
Il congedo di chi muore si spalanca su un sentiero luminoso, in cui la vita non viene tolta, ma viene moltiplicata».
«L’etermità non è dopo, alla fine, ma è ora e qui, è qualcosa che attraversa il nostro tempo interiore», ha aggiunto prima del Padre Nostro, don Giachino.
Le parole del sindaco di Brusson
Al termine della funzione, il sindaco di Brusson Danilo Grivon ha pronunciato parole di grande e sincera commozione.
«Porto a nome dell’amministrazione comunale e della cittadinanza un ultimo saluto al nostro concittadino.
Fu sindaco dal 1975 al 1978, per poi passare alla regione.
Pur ricoprendo incarichi sempre più importanti, rimase sempre legato al nostro comune.
Vollon e Salomon sono luoghi del cuore di Augusto, paesi e alpeggi a cui era molto legato perché sono stati luoghi di vita e di duro lavoro nella sua infanzia e giovinezza.
L’ambiente forgia l’uomo, in questo caso un uomo con qualità elevatissime.
Aveva tutte le caratteristiche dell’uomo di montagna.
Non ho avuto il privilegio di frequentarlo né di lavorarci insieme.
Il mio ricordo è legato a quando era insegnante di Scienze e Matematica ed era veterinario di zona e veniva nella nostra stalla per il suo lavoro.
A molti abitanti di Brusson ha dato molto. Ha ricevuto amicizia e ammirazione, in alcuni casi quasi devozione, ha dato grande lustro al nostro comune.
Una figura che ha segnato l’ultimo mezzo secolo della vita politica valdostana.
Ciascuno di noi conserverà una propria personale immagine di Augusto, un proprio giudizio dell’uomo e del suo operato.
Ma sono tutti d’accordo sul fatto che sia stato un grande uomo e, per quanto riguarda noi, un grande brutsonet».
Il feretro è uscito sulle note della cantoria di Brusson accompagnata dall’organista Valter Chouquer.
La messa di settima
Augusto Rollandin sarà ricordato nella messa di settima il 29 dicembre alle 10 nella chiesa di Brusson.
(elena rembado)