Il sole spegne le polemiche: Buon compleanno Aosta
Tantissime persone hanno partecipato alle celebrazioni per il 2049° compleanno della città. Stella Bertarione ha "officiato" la suggestiva tradizione: «Non si dice l'età di una signora»
«Non si dice l’età di una signora». Ma se «queste sono le premesse, il prossimo sarà un anno splendido. Buon compleanno Aosta». Il sorgere del sole e il sorriso di Stella Bertarione hanno spento l’accenno di polemica intorno alla data di fondazione del capoluogo valdostano che, questa mattina, intorno alle 11, ha celebrato il suo 2049° anno dalla fondazione.
Compleanno Aosta: «Tutto nacque da una scoperta fortuita»
A fare gli onori di casa, sabato mattina, è stata giustamente Stella Bertarione, archeologa della Soprintendenza per i Beni e le Attività culturali, nonché “mamma” delle scoperte sulla fondazione di Aosta.
«Siamo sempre di più e questo rende il tutto emozionante e coinvolgente» ha spiegato di fronte a una marea di persone, radunate intorno alla Croce di Calvino in attesa del sorgere del sole.
Evidenziato come «non si dice l’età di una signora», per spegnere sul nascere le polemiche sollevate dall’intervento dell’archeoastronomo Guido Cossard, Bertarione ha ripercorso i significati che si nascondono dietro il solstizio di inverno.
«È la regione dell’adret e dell’envers, è la festa della luce e dell’ombra, insomma è una festa regionale» ha esordito Stella Bertarione, ripercorrendo il passato.
«Siamo tutti qui per ricordare quando tutto ebbe inizio, nel 2012, da una scoperta fortuita – ha ripercorso l’archeologa -. Alla base della Torre dei Balivi saltò fuori un pietra, con rilievi particolari che, dopo lunghi studi, ci ha portato a riconoscere i dettagli sulla fondazione della città».
La pietra riportava «simboli di fecondità, l’aratro, che torna sempre anche nell’Area Megalitica e il capricorno, simbolo di Ottaviano Augusto e del concepimento – ha continuato -. Questo è un simbolo potente di pace universale nell’ottica di Ottaviano, simbolo di una nuova età dell’oro dopo le guerre civili».
«Solstizio ha profonda validità storica»
Mario Polia, antropologo, archeologo e storico delle religioni ha ricordato che è stato importante capire cosa il solstizio significasse «per persone diverse da noi – ha detto -. Per gli antichi era una manifestazione di potere che andava al di là del potere che attribuiamo noi al sole».
Ricordata la venerazione di Ottaviano Augusto per Apollo e il suo mito, Polia ha sottolineato come «celebrare il solstizio ad Aosta ha una profonda validità storica – ha concluso -. Augusto si proponeva di arrivare al rinnovamento del mondo romano, per farlo risorgere dalle sue ceneri, un po’ come l’araba fenice».
«Tante persone, maggiore simbolicità»
«Onorato» di parlare quasi al momento del sorgere del sole il ricercatore dell’Osservatorio astronomico di Saint-Barthélemy, Matteo De Re.
«Bellissimo trovarsi davanti a così tante persone, così il sorgere del sole acquisisce simbolicità – ha esordito -. La parola solstizio ha già un significato “il sole sta” e rappresenta il momento in cui l’astro si “ferma” per invertire la sua rotta».
De Re ha poi evidenziato un ulteriore aspetto simoblico, legato ai nomi delle montagne da cui spunta il sole: Becca di Nona e Mont Emilius.
«Rappresentano il picco delle nove e delle dieci – ha concluso -. Orari legati, in particolare, ai cicli di preghiere in Cattedrale».
Il sindaco: «Riti sono porta aperta verso il mistero»
Il sindaco di Aosta, Gianni Nuti, ha ricordato come tutti noi «viviamo di simboli e riti, trasformati nel tempo, ma che ci danno sempre l’idea di come il tempo non si fermi mai – ha spiegato -. Il rapporto tra sole e ombra è intensissimo. Le ombre, per noi, sono spesso opprimenti d’inverno, mentre il sole è pulito, sclinto, come non accade altrove. È il contrasto della nostre vite e lo viviamo da oltre 2.000 anni».
E ha concluso.
«I riti servono per tenere una porta aperta verso il mistero, che ci sovrasta lungo tutta la nostra esistenza».
Guichardaz: «Questo è il 2049° compleanno di Aosta»
Ha ribadito il concetto che «questo è il 2049° compleanno di Aosta, il prossimo sarà il 2050°» l’assessore ai Beni e alle Attività Culturali, Jean-Pierre Guichardaz, che già nella giornata di venerdì aveva sottolineato come la scelta sia «convenzionale», al pari di quanto fatto da tante altre città.
«È un momento importante per tutti, per cui lasciamo stare la speculazione sui numeri – ha detto -. È un momento di grande partecipazione per la nostra splendida comunità, per celebrare un elemento di aggregazione. Abbiamo raggiunto il risultato che volevamo, con una moltitudine di persone ad assistere all’evento. Il prossimo anno festeggeremo tutti insieme, come una comunità che deve essere orgogliosa del suo patrimonio».
Gli appuntamenti
Oggi, intanto, continueranno gli eventi della speciale due giorni di celebrazioni.
Alle 15, il Mar, Museo Archeologico regionale, ospiterà LA NASCITA DI UNA CITTÀ, laboratorio per famiglie alla scoperta delle caratteristiche della città di Augusta Prætoria e della storia della sua nascita.
Sempre sabato, ma alle 18.30, al Conservatorio regionale di via Guido Rey, si terrà NOTE(S) DI LUCE-L’IN…CANTO DEL SOLSTIZIO D’INVERNO, concerto con esibizione del coro Les Notes Fleuries du Grand Paradis, diretto da Ornella Manella.
A seguire, meteo permettendo, si potrà osservare il cielo a occhio nudo guidati da Matteo De Re.
Infine, le celebrazioni termineranno alle 21, in Cattedrale, con il CONCERT NOÉ NOVEL, con i Trouveur Valdotèn.
(alessandro bianchet)