Aosta, approvato il bilancio di previsione; Foti si astiene, è fuori dalla maggioranza
Il coup de théâtre in dichiarazione di voto, oltre la mezzanotte; l'astensione dell'esponente di Area Democratica, al termine del consiglio fiume, ne sancisce (parole del sindaco Gianni Nuti) l'esclusione dalla maggioranza
Pareggia a 87,78 milioni di euro (83,46 milioni al netto delle partite di giro) il bilancio per il 2025 del Comune di Aosta, che nel consiglio fiume di mercoledì (a chiusura della tre giorni) ha approvato (con l’astensione di Foti, praticamente espulso dalla maggioranza e voto contrario delle minoranze) ha approvato il documento per il triennio 2025-2027.
Aria di elezioni
E che le elezioni si stiano avvicinando a grandi galoppate lo si nota dall’emergere nitido dei vari distinguo (quando non problemi seri) all’interno degli schieramenti.
La maggioranza ha registrato una volta di più lo scollamento di Diego Foti, a quanto pare rimasto unico portabandiera di Area Democratica, visto il voto favorevole di Luciano Boccazzi e, di fatto, ne ha decretato l’espulsione.
La minoranza, con le assenze per indisposizione di Giovanni Girardini, Roberta Carla Balbis e Paolo Laurencet, ha dato diverse indicazioni.
L’assenza di mozioni collegate (19 in totale, di cui 12 della Lega e 7 di Renaissance) targate Forza Italia, può anche far pensare alla ricerca di un possibile futuro accordo elettorale con gli autonomisti.
Ma qui siamo nel campo delle ipotesi.
Quello che invece è emerso ancora una volta è la «libertà» di Bruno Giordano («io sono un riformista») dal modus operandi della Lega, viste le stilettate sui toni (e sulla conferenza stampa pre-consiglio) utilizzati.
Bilancio di previsione, le cifre
Per quanto riguarda le cifre, il bilancio come detto pareggia su 87,78 milioni di euro (83,46 milioni di euro al netto delle partite di giro), con 24,2 milioni di euro di entrate tributarie (12,3 milioni dall’Imu, 2,9 milioni dall’addizionale Irpef, 8,5 milioni dalla Tari) e oltre 30 milioni di trasferimenti regionali, tra cui è confermato per il triennio il finanziamento di Aosta Capitale.
Per le entrate extratributarie, spiccano i 6 milioni dalla vendita di beni e servizi.
Quelle in conto capitale sono di 13,8 milioni di cui 2,6 in arrivo dalle alienazioni e 8,7 milioni (in calo, ovviamente, dopo i “bagordi” degli anni passati) dal Pnrr.
Scompaiono i proventi del servizio idrico integrato, anche se il Comune vedrà riconosciuti 650 mila euro per il “prestito” del personale in vista del passaggio della gestione nelle mani di Sev.
In materia di spese, al solito «ingessato», per andare col capogruppo di Pcp, Paolo Tripodi, il bilancio in parte corrente, con il 68% di spese fisse e il 15% legato al personale (14 milioni di euro).
A livello di capitoli, nel documento figurano oltre 5 milioni di euro per l’Istruzione, 607 mila euro per le attività culturali, 3 milioni per sport e politiche giovanili, oltre 500 mila euro per il turismo e 4 milioni per l’assetto del territorio.
12 milioni, poi, sono dedicati al capitolo dello sviluppo sostenibile, 11 milioni alle famiglie e ci sarà anche spazio per 800 mila euro destinati al nuovo appalto per la gestione del verde (oltre a 180 mila euro per altri incarichi a professionisti).
Bilancio: cala l’avanzo di amministrazione
L’avanzo di amministrazione si attesta a quota 29,6 milioni, in netto calo rispetto agli anni passati, al pari di quello libero, stimato in 9,6 milioni di euro.
La relazione di maggioranza
Nella relazione di maggioranza, Paolo Tripodi ha parlato di un bilancio di previsione «che riflette il nostro impegno per lo sviluppo equilibrato e sostenibile della città – ha commentato -. Abbiamo mantenuto un’elevata attenzione alle esigenze dei cittadini, puntando sulle priorità che da sempre fanno parte della nostra mission e favorendo la qualità della vita. Crediamo di aver dato risposte sul fronte sociale, dell’offerta culturale, degli investimenti e sull’incremento della sicurezza».
Scendendo nei dettagli del Dup (Documento unico di programmazione), Tripodi ha evidenziato la filosofia alla base del documento, «la trasformazione della città», soprattutto in materia di «welfare, mobilità, periferie, cultura, sport e opere pubbliche».
Evidenziando come in un periodo di difficoltà il Comune abbia sfruttato la sfida del Pnrr, «con tanti investimenti e sforzi enormi per rispettare le scadenze e non perdere le risorse», Tripodi ha evidenziato il processo di razionalizzazione delle spese e rivoluzione della macchina amministrativa, a cui peraltro «è stato chiesto tanto in questi anni».
Ricordato il rispetto dei termini, ancora una volta, di presentazione del documento, per «evitare l’esercizio provvisorio», il capogruppo di Pcp ha sottolineato come «nonostante la partenza in un periodo molto difficile, siamo stati bravi a mantenere i servizi a un buon livello qualitativo, mettendo a terra tante opere pubbliche, come mai avvenuto prima».
Gli obiettivi
Paolo Tripodi è poi passato a delineare gli obiettivi «che vanno oltre il triennio», partendo dalla conferma delle «aliquote tributarie», passando alla continua «lotta all’evasione e all’elusione», fino a dettagliare diversi interventi.
Se in campo turistico lo scopo è «differenziare Aosta nell’ambito delle città alpine, consolidando eventi vincenti e con sinergie sviluppate negli anni», un elemento cardine sarà ancora giocato dalla «cultura», che negli anni ha messo in campo «diverse progettualità», ma ora si trova ad affrontare il ricco programma del 2050° anniversario della città.
Il Comune, secondo Tripodi, punterà poi a consolidare il rapporto con Pila, a rafforzare il Marché Vert Noël (e le sinergie per altri eventi) e si prepara a ospitare Concours Cerlogne e Raduno delle bande.
L’ente dovrebbe riuscire a «dare gambe al Programma di sviluppo turistico», peraltro in una situazione in cui «si è verificato un grande aumento dei flussi», con ricadute su attività e commercio, con le cui categorie «bisognerà continuare il confronto».
Viabilità e urbanistica
Paolo Tripodi ha poi rivendicato le scelte «precise su mobilità e riorganizzazione della città», al fine di allontanare «il traffico dal centro storico».
Gli obiettivi sono quelli arcinoti: completare la pedonalizzazione dell’Arco d’Augusto («dopo la fase transitoria»), spingere sulla sosta nei parcheggi in struttura («sono esauriti gli abbonamenti al Parking de la Ville») e «accompagnare la riorganizzazione dell’area FA 08. Qulche ritocchino, poi, sarà fatto alla «pista ciclabile, anche se con la fine dei lavori il miglioramento della viabilità è tangibile».
Rifiuti e reti
In materia di rifiuti, il 2025 vedrà l’avvio della tassa puntuale, mentre a livello di lavori «continuerà la sistemazione di reti fognarie e idriche, nonché del teleriscaldamento», così come quelli per l’ammondernamento dell’illuminazione pubblica.
Gli altri interventi
Con il 2025, poi, saranno conclusi i lavori per il nido e la mensa scolastica al Quartiere Dora, inizierà l’abbattimento dei grattacieli, proseguiranno gli interventi legati al Pnrr, «porremo le basi per il restauro della facciate della casa comunale» e «valuteremo l’esito dell’affidamento di Casa Deffeyes».
Partiranno poi i lavori per il palaghiaccio (14,8 milioni di euro) e dovrebbero completarsi quelli per il rifacimento della pista di atletica del Tesolin.
Sociale
Dal punto di vista del sociale, poi, «visto il crescente bisogno delle fasce più deboli, Tripodi ha annunciato la conferma dei progetti Rete SAI, Sentirsi a casa e di inclusione attiva, nonché l’approdo a quota 174 posti al nido (rispetto ai 126 ereditati), nonché il maggior coinvolgimento delle famiglie e l’implementazione del progetto Bocciofila.
Infine, dovrebbe essere predisposto il progetto di fattibilità tecnico-economica per la «restituzione del centro Brocherel alla città».
La relazione della minoranza
Non ha fatto sconti la relazione della consigliera della Lega, Sylvie Spirli, che ha ricordato in apertura come per il primo anno ci sia stato un nuovo aumento di residenti aostani, arrivati a quota 33.181.
E proprio in materia di Welfare e famiglie, per i quali sono stati stanziati 11 milioni di euro, è arrivata la prima stoccata, riguardante la co-progettazione, come strumento principe per fare da volano alla «crisi del Welfare».
«Ma come in tutto, gli abusi comportano rischi da non sottovalutare – ha evidenziato Spirli -. Il rischio è di arrivare a situazioni di monopolio e partnership asimmettriche, con scarsa qualità progettuale e ricadute sull’utenza».
Turismo “libro dei sogni”
Spirli ha poi puntato il dito sulla «debolezza del piano di sviluppo turistico», che rischia di rimanere un «libro dei sogni» e di avere conseguenze «anche sull’attuazione degli eventi», peraltro organizzati, per la gran parte, «attraverso forme di collaborazione».
Questo, per Spirli, è dovuto alla mancanza di «capitale umano (persi 108 dipendenti negli ultimi 10 anni, dai 296 iniziali)», legata a una «debolezza programmatoria», nonostante i 255 mila euro per il 2025 (in raddoppio nel triennio) per il piano assunzioni.
Opere e lavori
La consigliera della Lega ha poi alzato il tiro sulle opere previste.
In particolare, ha cominciato gli spari ad alzo zero dal nuovo Palaghiaccio, «la peggior decisione presa», in quanto «indebita il comune per quattro legislature», visti la maxi rata iniziale (6 milioni di euro), gli 800 mila euro per 20 anni e il riscatto da 1,487 milioni di euro.
Dito puntato anche sulla semi pedonalizzazione di piazza della Repubblica, per cui è stata approvato il progetto di fattibilità tecnico economica (al pari di Parco Puchoz e Scuola San Francesco) da oltre 3 milioni di euro.
«Avete approvato un progetto totalmente diverso da quello previsto nel Pud del 2010, mancano 800 posti auto della nuova università» ha tuonato Spirli.
Con gli 11 milioni fissati per il la riqualificazione del Puchoz e i 38,9 per la sistemazione della scuola San Francesco, si arriva a «54 milioni di euro di investimenti per un quinquennio: cifra fuori dalla realtà».
Temendo che non sia intenzione seria dell’amministrazione fare passi avanti sulla zona FA08 (o Porta sud che dir si voglia), Spirli ha ricordato anche come la riqualificazione del mercato coperto abbia visto passi avanti solo «per i contenuti, non a livello strutturale».
Allarme spese correnti
Alla luce della riduzione delle entrate legate al Pnrr, che in questi anni hanno rappresentato «un bilancio parallelo», Sylvie Spirli ha espresso preoccupazioni su una «situazione finanziaria non così solida – ha continuato -. Le spese in conto capitale preoccupano, passando da 17,9 milioni nel 2025 ai soli 651 mila euro per il 2027: cosa si fa con questi soldi»?
Ecco, quindi, un commento negativo.
«Dirsi soddisfatti delle nostre finanze pubbliche significa essere miopi – ha concluso Spirli -. Faccio un appello: decideranno i valdostani chi siederà su quegli scranni, ma chiunque sarà dovrà fare i conti con il vostro bilancio ristretto, una coperta uscita da un lavaggio a 90° per cui faranno le spese gli aostani».
E ha rintuzzato poi sul traffico urbano.
«È una delle priorità che avete realizzato al 98% – ha detto -. Si era detto che nel 2025 il cittadino si sarebbe mosso a piedi o in bici. Avete realizzato i 15 km di pista ciclabile, ma avete tralasciato un punto importante: il potenziamento della sosta in struttura e dei parcheggi di attestamento, ma qui c’è ancora tanto da fare».
In ultimo, «di verde non se ne vede manco l’ombra», mentre su asfalti e marciapiedi «vi siete svegliati solo ora, forse perché vi abbiamo sollecitato noi».
La minoranza
Sergio Togni (Lega) ha aperto le danze degli interventi, parlando di un documento che «presenta una fotografia di ciò che volevate tentare – ha esordito -. È apprezzabile il rispetto dei tempi, ma purtroppo il Dup è un bicchiere mezzo pieno, anche meno. Dispiace che neppure questa volta abbiate provato ad andare oltre al cliché maggioranza-opposizione e dimostrare la voglia di compartecipazione al governo della città. La capacità di programmare non è il vostro forte e questi documenti non indicano la strada da percorrere».
Renato Favre, consigliere di Forza Italia, ricordato gli esordi complicati dalla pandemia e soldi ottenuti dal Pnrr, rivendicando «buoni rapporti con lo Stato» anche per lo stesso partito forzista, a fronte di una maggioranza di Place Deffeyes «cinica e bara».
Favre ha poi denunciato il fatto che non si sia tenuto fede al «rapporto democratico», con passaggi in commissione «mendicati», e un «abuso dello strumento della co-progettazione», per poi chiedersi «cosa state facendo per ridurre gli ingorghi».
Rivelato come «io credo alla pedonalizzazione dell’Arco d’Augusto, ma auguri» ha concluso: «Manca progettualità su turismo, commercio e sport; siate più coraggiosi» definendo prima gli stanziamenti, evitando avanzi «abissali» e dicendosi «le cose come sono».
Il tutto parlando di una «proposta infarcita di piani, che si susseguono a cascata e non risolvono nulla», e di una città «che non è quella che ci dite».
Eleonora Baccini, consigliera di Renaissance, ha visto negli obiettivi strategici «un copia e incolla di quelli degli ultimi anni» e ha evidenziato come in aula non ci sia «un confronto sincero e democratico» e non sia permesso «partecipare a scelte e orientamenti».
Prendendo a riferimento la classifica sulla Qualità della vita de Il Sole24 Ore, che ha visto una retrocessione della regione, Baccini ha usato dei commenti social per evidenziare come Aosta sia «una vecchia signora che da tempo si trascura e non sa stare al passo con i tempi», segno di «mancanza di cura, attenzione e amore».
Ha poi evidenziato «scelte scellerate che pagheremo per anni», come quella di «esternalizzare molti servizi».
Il tutto in una città «abbandonata a sé stessa», in cui la Giunta non crede che sia «turistica» e fa un copia e incolla «di eventi da quattro anni».
Al pari della collega, Cristina Dattola di Renaissance ha fatto il proprio cahier de doléances, per un’Aosta «che non attrae come una volta», in cui non si «fanno sconti alla vita notturna» e in cui il «traffico è caotico e peggiorato notevolmente», anche per l’assenza «parcheggi», e destinato a diventare «caos» con il cantiere per l’ospedale».
Dattola ha poi parlato di un «verde fallimentare», parcheggi «tolti senza creare alternative» e spingendo i cittadini a «fare acquisti fuori Aosta».
A questo ha aggiunto una ciclabile «con percorso poco intuitivo e immediato» di arredi urbani «non all’altezza nemmeno della sua storia», piena di piazze «triste» e con la sicurezza «diminuita».
Bruno Giordano (Lega e Autonomia&Libertà), ha analizzato la situazione.
«Avevo detto che siamo in piena campagna elettorale, azzardando» e per questo ha accusato la maggioranza di non evidenziare la continuità con il governo precedente, da cui «avete ereditato, e concordo, una situazione piena di criticità».
Giordano ha ironizzato su Aosta «isola felice», raggiungibile «in traghetto», senza curarsi dei «parcheggi», stigmatizzando la volontà di «educare della sinistra», e ha poi declinato la sua visione della città.
Questa deve essere basata sul «rapporto partitario con la Regione», implorando un accordo quadro sugli enti locali sul modello del Trentino, ma anche uno sviluppo della fibra ottica, in una Valle «già isolata» dai trasporti.
A questo si aggiunge il ripristino della «nona Unité, Aosta», e di una città che si sviluppa in «modo ordinato per poli e centri d’interesse».
Ha poi detto che, è difficile «parlare in maniera unitaria del bilancio», perché «meglio di così è difficile fare per la Cultura» e sarebbe disonesto non vedere passi avanti su «luminarie e asfalti».
Arrivando poi a bocciare la scelta delle priorità e «sul palaghiaccio», nonché lo studio di fattibilità «inguardabile sul Puchoz», perché «siamo molto preoccupati dalla tenuta dei conti» e di cosa accadrà «quando tutti i cantieri apriranno insieme».
E ha concluso.
«Se non fossimo in clima da campagna, mi sarei anche astenuto».
La maggioranza
Nella maggioranza, Pietro Varisella, Uv, è partito dalla considerazione di un’«Aosta illuminata, diversa da quanto descritto dall’opposizione», per parlare di una città in cui «le cose iniziano a vedersi dopo quattro anni – ha detto -. Avere una visione non è difficile, è realizzare le cose l’aspetto complicato».
Elogiate co-progettazione, sfruttamento del Pnrr e politica della sosta, ha definito Dup e bilancio «frutto di un visione a lungo termine. La prossima amministrazione potrà cambiare, ma avrà le basi per intercettare i finanziamenti».
«Forse viviamo in città diverse – ha detto Gabriella Massa, nuova vice capogruppo di Pcp -. Abbiamo iniziato in fase emergenziale e per oltre un anno abbiamo lavorato a quello, ma poi la città è diventate un cantiere, segno che non è ferma. Viviamo in una società forse in decadenza, in cui la paura vince su qualsiasi cosa, per questo dobbiamo tornare a parlare di comunità e abbiamo fatto molto in quest’ottica. Aosta è diventata bella, da vivere, ed è negli spazi che lo si fa».
Il presidente del Consiglio e del Pd, Luca Tonino, ha ringraziato la sua maggioranza per una legislatura partita con le difficoltà del Pnrr, ma che ha avuto «un filo coerente, portando a un città migliore di quanto trovato, che ha investito».
Elogiato anche il fatto di alzarsi e dire abbiamo sbagliato, «quando le cose non sono andate come avremmo voluto», Tonino ha ricordato come sia insita ovunque e «imperterrita la ritrosia al cambiamento», ma è contento di avere ora una città «inclusiva, aperta» e con i dati a raccontare di una realtà tutt’altro che «desertificata».
Ovviamente, «non tutto ha funzionato», ma Tonino si augura di «mantenere una maggioranza autonomista-progressista», in quanto unica «visione possibile della città», seppur in un perimetro forse «non tale e quale».
Il tutto allo scopo di «mettere insieme le risorse innovative della città, contro figure che farebbero regredire Aosta».
Cecilia Lazzarotto, Pcp, ha puntato sulle scelte che «hanno portato la città a nutrirsi nuovamente di cultura», con numeri «sempre in crescita» a fronte di tanti «eventi creati e riattivati», ridando «vita al teatro della città e al teatro per i più piccoli (ma anche adolescenti e pre-adolescenti)».
Evidenziato come i risultati della co-progettazione siano «visibili a tutti», Lazzarotto ha elogiato Plus, «che per la prima volta coinvolge tutte le fesce d’età» e ha ricordato come il “viaggio” Aosta Capitale della Cultura, «nato da uno spunto della minoranza», abbia portato un «dossier importante; e se non taglieremo il nastro, saremo orgogliosi di aver investito per la comunità», brindando «intorno a un Arco finalmente vivibile da vicino».
Sarah Burgay, Pcp, ha detto di preferire «un approccio naif rispetto alla vulgata negazionista dei problemi del mondo», evidenziando come «abbiamo un’idea chiara della città, che poteva sembra utopistica», ma che per «le persone, non per le macchine e in cui la qualità della vita non sia sacrificata al profitto, ma accogliente, vivibile e bella; noi ci siamo mossi verso questo».
Roberto Favre, Uv, non si è ritrovato «nella visione della minoranza», ma in giro per l’Italia ha sentito «spesso complimenti su qualità della vità, ordine e sicurezza».
Favre è orgoglioso per aver «mantenuto molti impegni presi, cercando di lavorare con dedizione, responsabilità e affrontando sfide difficili» e ha parlato di «un bilancio oculato e trasparente, bilanciando pressione fiscale e servizi di qualità».
Franco Proment, Uv, ha ricordato come si sia discusso il documento al 18 dicembre «e questo è da evidenziare – ha spiegato -. Dal 1° gennaio entriamo in piena attività senza interruzioni di sorta; una cosa da non sottovalutare visto dove siamo partiti e ciò che abbiamo affrontato».
Bilancio: la vice sindaca
In quanto «portavoce del bilancio», la vice sindaca Josette Borre ha definito la discussione come «bellissimo momento in cui abbiamo raccolto il punto di vista e il riconoscimento di consiglieri che sono stati dipinti come coloro che dovevano correrci dietro – ha spiegato -. Ringrazio la maggioranza che ha espresso le proprie contrarietà, anche per opere che spesso rimanevano solo sulla carta, ma che ora ci sono. I disagi anche ci sono, ma c’è pure una gran bella prospettiva alla città, anche se non è ancora tutto».
Ringraziando la macchina amministrativa, «che si è messa in gioco», ha elogiato ancora una volta «l’anticipo delle scadenze» per approvare il bilancio e «dal 1° di gennaio saremo operativi».
Dichiarazioni di voto: Foti astenuto e fuori dalla maggioranza
In dichiarazione di voto, a mezzanotte inoltrata, è arrivata la anche la voce di Diego Foti, che ha dichiarato la sua astensione, confermando il clima elettorale evocato da Giordano e Tripodi.
«Le ragioni del voto di astensione sono principalmente politiche, espressione movimenti politici che sono a rappresentare e che compongono VdA Aperta – ha detto Foti -. Io interpreto così il fare politica, credo che i partiti siano i luoghi in cui discutere e il rappresentante debba fare sintesi».
Per Diego Foti il Governo ha fatto «molto, forse troppo, lasciando troppi campi aperti – ha continuato -. L’astensione è la sintesi di tutte le perplessità e dei dissensi espressi da me e dalle forze che rappresento».
Tema cruciale è «il rapporto con l’amministrazione regionale – ha aggiunto -. Qualcuno pensa che i due enti siano scollegati e indipendenti, invece credo che abbia grande valore politico e tutto ciò condiziona anche il bilancio».
Poi un altro cahier de doléances, dal problema del trasferimento di Aosta Capitale, con cui «Aosta è tenuta sotto scacco per 800 mila euro», fino ad altri temi caldi, come palaghiaccio («che inciderà negativamente sulla spesa corrente»), chiusura dell’Aosta-Pré-Saint-Didier, pista ciclabile («sono fondamentali le navette gratuite»), mercato coperto, FA08 e Brocherel.
Il sindaco
In chiusura, il sindaco Gianni Nuti, nel ringraziare «tutti» ha riconosciuto le cose «che non siamo riusciti a fare, non per cattiva volontà», ma per percorsi «mai lineari – ha sottolineato -. Abbiamo ancora molte azioni da compiere, chi verrà dopo di noi farà la sua parte in continuità e non potrà fare diversamente».
E si è tolto qualche sassolino, anche piuttosto pesante.
«La collaborazione con la Regione è stata aperta e leale – ha rivelato -. Non è stato possibile rinnovare Aosta Capitale per la parte corrente, perché abbiamo conquistato tanti finanziamenti e noi avevamo una capienza limitata».
Sul palaghiaccio, poi, la parola fine.
«Il 1° gennaio 2027 il palaghiaccio non è più agibile e non avevamo tempo di fare altre formule, magari come quella per il maneggio».
Foti fuori dalla maggioranza
E ha chiuso.
«La nostra maggioranza si è confrontata con una pluralità di pareri, ma il consigliere Foti ha certificato la sua uscita – ha tuonato Nuti -. A nostra volta ridelimitiamo i confini del nostro schieramento, perché c’è una sinistra di lotta e di governo. Auguri, lottate senza paura; noi stiamo al governo, perché così si cambia la vita delle persone, mentre con la lotta si fa soltanto del male».
(alessandro bianchet)